MA È BIDEN O TRUMP? – “SLEEPY JOE” AVEVA PROMESSO DISCONTINUITÀ CON LE POLITICHE DEL SUO PREDECESSORE, MA SULLA CINA STA ANDANDO CON I PIEDI DI PIOMBO (FORSE "THE DONALD" NON ERA COSÌ SCEMO) – IL PRESIDENTE USA HA CAPITO CHE IL CONTROLLO DELL’INDOPACIFICO È CRUCIALE PER IL FUTURO. E STA CERCANDO IN TUTTI I MODI DI IMPEDIRE IL PREDOMINIO CINESE SU QUELL’AREA – E INFATTI HA RILANCIATO L’ACCORDO IPEF (INDO-PACIFIC ECONOMIC FRAMEWORK) CON 13 PAESI DI QUELLA ZONA, TRA CUI INDIA, GIAPPONE, AUSTRALIA E INDONESIA…

-

Condividi questo articolo


Raul Caruso per “Avvenire”

 

XI JINPING JOE BIDEN XI JINPING JOE BIDEN

Da sempre negli Stati Uniti la politica commerciale e gli accordi economici internazionali sono considerati uno degli elementi più importanti della politica estera. Il Presidente Biden aveva promesso che l'approccio alle relazioni commerciali ed economiche della sua amministrazione sarebbe stato significativamente diverso rispetto a quello del suo predecessore.

 

Secondo molti osservatori, tuttavia, tale discontinuità ad oggi non sembra essersi concretata in ambito commerciale. Una nuova apertura del mercato americano alle merci prodotte in Cina sembrava essere la vera urgenza in ambito commerciale. Ed infatti Biden ha ricevuto un numero elevato di critiche per non aver eliminato le tariffe introdotte da Donald Trump volte a limitare le importazioni cinesi.

JOE BIDEN XI JINPING JOE BIDEN XI JINPING

 

Sebbene da più parti fosse stato evidenziato come tali misure tariffarie introdotte dalla precedente amministrazione avessero penalizzato più gli americani della controparte cinese, Joe Biden non ha ancora dato seguito alle promesse elettorali in questo senso.

 

Secondo molti il timore concreto del presidente del Delaware è quello non solo di essere ma anche di apparire moderato nei confronti della Cina di Xi Jinping, in particolare in questa fase in cui la recrudescenza della guerra tra Russia e Ucraina ha visto Washington e Pechino su posizioni decisamente distanti.

joe biden commosso joe biden commosso

 

Invero, l'amministrazione Biden ha quindi abbracciato una nuova strategia che rappresenta un cambio di rotta abbastanza radicale rispetto a quella fondata sulla prospettata normalizzazione dei rapporti con la Cina in ambito commerciale.

 

 In breve, Biden ha scelto di rafforzare e potenziare i legami economici con i paesi "amici" della regione indo-pacifica. Negli ultimi mesi, infatti, l'amministrazione Biden ha dato un segnale in questo senso lanciando l'Ipef (Indo-Pacific Economic Framework) a cui hanno aderito tredici paesi dell'area tra cui grandi economie come India, Giappone, Australia e Indonesia.

 

Questo accordo si propone chiaramente di istituire un'area economica integrata che sia in grado di costituire un'alternativa alla potenza economica cinese. L'Ipef ha ancora contorni e aree di intervento non definiti precisamente. Esso al momento già non si configura come un accordo commerciale di stampo tradizionale, ma piuttosto come un quadro di riferimento anche per politiche e investimenti mirati al rafforzamento delle catene del valore, all'espansione degli scambi di tecnologia, e alla cooperazione nell'ambito di politiche economiche di sostenibilità.

 

trump biden trump biden

Ad oggi l'Ipef, quindi, non prevede automaticamente una riduzione di dazi e tariffe commerciali, e infatti a dispetto delle previsioni ottimistiche, questo accordo è ancora un insieme di dichiarazioni di intenti senza significative realizzazioni.

 

In ogni caso, se da un lato è evidente che qualsivoglia iniziativa in ambito economico necessita di un tempo adeguato per declinare i suoi effetti, dall'altro è anche vero che l'Ipef non può non essere analizzato in uno scenario più ampio che consideri le problematiche di sicurezza dell'area.

 

australia tra cina e usa australia tra cina e usa

I nvero, sembra corretto affermare che questa iniziativa vada a costituire uno strumento di allargamento e completamento del dialogo quadrilaterale di sicurezza formato da Stati Uniti, Giappone, India e Australia, il cosiddetto Quad. Il Quad, pur essendo ancora un'alleanza informale, è attualmente la più concreta risposta strategica alla crescita della Cina in ambito militare che non a caso ha cominciato fin da subito a preoccupare Pechino. In pratica, data la ridotta consistenza del pacchetto di misure economiche, l'iniziativa Ipef sembra piuttosto un segnale e uno strumento per rafforzare il dialogo e la cooperazione nella regione indo-pacifica includendo paesi che attualmente non sono parte del Quad.

xi jinping joe biden xi jinping joe biden

 

In ultima analisi, considerando congiuntamente il Quad e l'Ipef, si potrebbe riconoscere una strategia che presenta alcuni tratti di somiglianza con quella che gli Stati Uniti adottarono in Europa all'indomani della Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni, infatti, l'amministrazione americana guidata da Harry Truman e con Dean Acheson come Segretario di Stato, comprese che non era possibile immaginare una strategia di sicurezza in Europa senza un adeguato piano economico che garantisse una crescita sostenuta nel lungo periodo.

 

XI JINPING JOE BIDEN XI JINPING JOE BIDEN

L o sviluppo economico era in pratica interpretato non come un obiettivo in sé ma piuttosto come un fine strumentale al mantenimento della stabilità sociale nei paesi europei e quindi al contenimento del comunismo sovietico. In questa prospettiva, la nascita delle Comunità europee andava quindi a integrarsi in maniera efficace con la creazione della Nato.

 

L'amministrazione americana a guida Joe Biden sembra aver compreso che all'indomani della pandemia del Covid fosse necessario un rafforzamento delle relazioni economiche nella regione per evitare che il rallentamento dell'economia globale, determinato dalla pandemia e più recentemente dalla crisi innestata dal conflitto in Ucraina, potesse rappresentare in diversi paesi dell'area un motivo di fragilità di cui la Cina potrebbe approfittare.

 

JOE BIDEN XI JINPING JOE BIDEN XI JINPING

I n questa prospettiva, l'Ipef rappresenta un accordo dal valore potenziale decisamente elevato. Inoltre, è da sottolineare il fatto che con l'Ipef sembra concretarsi nuovamente un'attitudine al dialogo multilaterale, che costituisce un'evidente discontinuità rispetto all'amministrazione Trump. In questo senso, Joe Biden conferma le aspettative che si avevano su di lui come potenziale manutentore se non costruttore di accordi e istituzioni internazionali dopo la fase muscolare e isolazionista di Donald Trump che ha avuto effetti disastrosi non solo per la comunità internazionale ma per gli stessi Stati Uniti.

 

mike pence al congresso certifica la vittoria di biden mike pence al congresso certifica la vittoria di biden

In ultimo, sebbene al momento l'Ipef appaia un'iniziativa ancora non strutturata e pertanto ancora inefficace sul piano economico, essa è sicuramente coerente con una più ampia strategia di sicurezza che mira al contenimento della Cina in un nuovo mondo bipolare in cui una Russia indebolita e impoverita dal conflitto in corso non può che divenire nei fatti subalterna alla Cina.

 

I l continuo sostegno americano all'Ucraina in questa fase del conflitto si può infatti anche spiegare anche con la volontà di ridimensionare Mosca al rango di alleato debole di Pechino in modo da gestire poi il confronto globale quasi esclusivamente con un'unica rivale strategica. In ogni caso, i risultati di tale strategia che ha nell'Ipef un quadro di riferimento economico, non potranno che essere valutati nel lungo periodo e quindi perché la cooperazione economica tra i paesi dell'area indopacifica abbia successo è necessario che sia abbracciata anche dalle future amministrazioni americane siano esse democratiche o repubblicane.

joe biden xi jinping joe biden xi jinping vignette del global times sugli usa e l'afghanistan vignette del global times sugli usa e l'afghanistan liu he e donald trump firmano la fase uno dell'accordo commerciale usa cina liu he e donald trump firmano la fase uno dell'accordo commerciale usa cina vignette del global times su taiwan, usa e l'afghanistan vignette del global times su taiwan, usa e l'afghanistan CINA - CROLLA UN HOTEL USATO PER LA QUARANTENA DEI CONTAGIATI DAL CORONAVIRUS 4 CINA - CROLLA UN HOTEL USATO PER LA QUARANTENA DEI CONTAGIATI DAL CORONAVIRUS 4 vignette del global times sugli usa, taiwan e l'afghanistan vignette del global times sugli usa, taiwan e l'afghanistan cina usa cina usa joe biden xi jinping joe biden xi jinping

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...