alice salvatore beppe grillo luigi di maio
Cesare Zapperi per www.corriere.it
Alla scadenza fissata, le 12 di lunedì 18 settembre, solo Luigi Di Maio ha annunciato ufficialmente di essersi candidato a premier per il Movimento 5 Stelle. Ma non è detto che non abbia sfidanti. Tutti gli occhi sono puntati sul blog di Beppe Grillo dove, in tempi che non è dato conoscere (ma si parla di martedì mattina), sarà reso noto se la corsa sarà solitaria o aperta a più concorrenti.
Sono ore convulse per la creatura di Beppe Grillo, non a caso sceso a Roma per cercare di evitare che uno dei momenti più attesi si riveli una battuta a vuoto. Perché anche se non ci sono mai stati dubbi sul fatto che il giovane vicepresidente della Camera è strafavorito, la mancanza di un competitor, almeno in forma ufficiale, non deporrebbe a favore della vivacità della dialettica interna ai pentastellati.
GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA
IL NO DI DI BATTISTA
Alessandro Di Battista poco più di un’ora prima della scadenza del termine ha annunciato su Facebook che non si candiderà. «Le ragioni le spiegherò a Rimini (alla convention Italia a 5 Stelle del 22,23 e 24 settembre). Invito alla massima partecipazione. A colui che sarà candidato faccio un grande in bocca al lupo ricordandogli che avrà un compito meraviglioso: quello di portare avanti il programma votato da migliaia di iscritti».
LE REAZIONI SU FB
GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO
La mancata candidatura di Di Battista ha scatenato forti reazioni, a favore e contro. Sul profilo Fb del deputato romano sono fioccate centinaia di commenti. Eccone alcuni. Alex D’Elia: «Peccato, sei tu il vero leader, come carisma e dialettica. Non capisco perché vi ostinate con Di Maio». Roberto Mastrilli: «Questo errore costerà caro a tutti». Giuseppe Marraffa: «Scelta intelligente, non siamo qui a spartire poltrone». Stefano Liberti: «Contro i suoi cardini, il M5s ha deciso di candidare premier un democristiano».
Lu Rossi: «Basta che non iniziate con correnti e correntine». Walter Fratini: «Tu non ti candidi, Fico non lo fate nemmeno parlare dal palco. sai che c’è, a Rimini non vengo». Roberto Rota: «Sei troppo aziendalista, Dibba, il Movimento questa primaria farlocca la pagherà sia in termini di voti che di lotta parlamentare». Fabrizio Rapetti: «Hai fatto bene, ti vogliamo alla Farnesina». Mimmo Marsella: «Uno vale uno. Te, Luigi o un altro sarebbe stato lo stesso. Le Idee e il Programma contano».
BEPPE GRILLO E DAVIDE CASALEGGIO
GLI «ORTODOSSI»
Dentro il Movimento un’ala che si contrappone a Di Maio (appoggiato anche da Alessandro Di Battista, oltre che dal guru Grillo) c’è, ed è quella degli «ortodossi» che hanno in Roberto Fico l’elemento di maggior spicco. Il presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai in passato aveva lasciato trapelare il desiderio-volontà di candidarsi («sono disposto a fare tutto quello che può servire al Movimento»), ma nelle ultime settimane il proposito sembra rientrato visto il fuoco di sbarramento della maggioranza interna.
LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO
IL DILEMMA DI FICO
Fico ha valutato fino all’ultimo se fosse meglio candidarsi per andare alla conta oppure rimanere fuori dalla contesa per non dare «legittimazione» a quella che ritiene un’operazione gestita dall’alto, da Grillo ma soprattutto dalla Casaleggio associati. Il fondatore del Movimento si è precipitato a Roma per parlargli e per convincerlo a buttarsi nella mischia, garantendogli che il timore di un passaggio della leadership a Di Maio (con una sua uscita di scena definitiva) al momento non è nelle cose. Vedremo se Fico si sarà fatto convincere.
GLI ALTRI POSSIBILI CANDIDATI
In extremis potrebbero invece spuntare altre candidature, da definire a questo punto di pura testimonianza. Come quella del senatore Nicola Morra (vicino agli ortodossi), della deputata Barbara Lezzi, del collega Luigi Gallo (espressosi in maniera molto critica rispetto alle regole per le candidature) e dell’ex consigliere comunale di Milano Mattia Calise.