Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
Nessun Cencelli. Di percentuali Mario Monti non vuole neanche sentire parlare. Così, le rivendicazioni di Udc e Fli per i posti nella lista unica del Senato, dove i centristi volevano il 40 per cento e la truppa di Fini il 15, sono state rimandate al mittente. Il professore sta vagliando personalmente e uno a uno gli oltre 2.200 curricula sul suo tavolo. Sono quelli che hanno raccolto per lui tra la società civile i promotori di Verso la terza Repubblica: Olivero, Dellai, Montezemolo.
MARIO MONTI A RADIO ANCHIOMa anche le storie di chi si autopropone, o di persone che egli stesso vorrebbe nella sua squadra. Si fa anche il nome del capitano Giorgio De Falco, diventato l'emblema degli italiani responsabili quando intimò di tornare a bordo al capitano Gennaro Schettino, che aveva abbandonato la Concordia dopo averla affondata con una manovra azzardata davanti all'isola del Giglio.
PIERFERDINANDO CASINI GIANFRANCO FINILe decisioni arriveranno tra stanotte e domani. Dall'entourage di Monti, sono tutti ben attenti a non lasciarsi sfuggire nulla: «Presenterà un team, una squadra », dice chi gli è vicino. «Non intende distillare nomi giorno per giorno». E però, alcune certezze già ci sono: Andrea Olivero sarà capolista alla Camera nella circoscrizione Piemonte 2. Lorenzo
Dellai, fondatore della Margherita ed ex presidente della provincia di Trento (si è dimesso il 29 dicembre), guiderà ovviamente in Trentino.
Da Italia Futura, sembrano blindati i nomi dell'economista Irene Tinagli, del manager Carlo Calenda, che lavora con Montezemolo dai tempi della Ferrari, del braccio destro Andrea Romano. Insieme al generale Vincenzo Camporini e alla rettrice dell'Università per stranieri di Perugia Stefania Giannini. Ci sono poi Giorgio Santini della Cisl e il portavoce di Sant'Egidio Mario Marazziti (che correrebbe al posto del fondatore Andrea Riccardi). Oltre agli ex ministri Francesco Profumo (pare respinto dal Pd) e Renato Balduzzi. E a Pietro Ichino: «Lo avremmo chiamato anche se non fosse già stato parlamentare - ha detto l'ex premier non lo premiamo per aver varcato un confine».
IRENE TINAGLIMa c'è un certo ritardo. La presentazione delle liste «non avverrà necessariamente martedì», ha detto Monti a Skytg24. I suoi precisano che nessuno aveva mai garantito nulla per domani, e che il tutto potrebbe slittare anche a giovedì. Anche se liste e firme dovranno essere presentate già il 21 gennaio in Corte d'appello, e quindi, una certa fretta è comprensibile. Il "tagliatore" Enrico Bondi invierà il suo "codice" ai partiti entro questa sera.
CARLO CALENDA«I requisiti andranno al di là delle attese», dicono nel quartier generale del professore. Fli e Udc sanno già cosa attendersi: «È chiaro che chi ha problemi con la giustizia o palesi conflitti di interesse con concessioni pubbliche non sarà della partita», dice il finiano Benedetto della Vedova, pronto per un seggio al Senato. Insieme a lui, trasmigrerà a Palazzo Madama anche Giulia Bongiorno, che per i montiani correrà anche come governatore nel Lazio. Restano a Montecitorio invece Flavia Perina, Fabio Granata, Italo Bocchino: «Da combattenti», dice quest'ultimo, che però avvisa sui tempi: «La lista del Senato - quella unica - arriverà tra stanotte e domattina. Solo dopo potremo presentare le nostre a Montecitorio».
CASINI- MONTEzemoloL'Udc punta a un rinnovamento tutto suo, in competizione con Monti. Tra i centristi hanno già rinunciato Renzo Lusetti e Francesco Bosi, con troppe candidature alle spalle. Non si chiederanno deroghe per Mario Tassone, che in Parlamento ci sta da 34 anni, e che pure ci sperava. In più, sotto il simbolo con il nome di Casini bene in vista correrà il ministro Mario Catania. Il leader sarà quasi certamente al Senato, Buttiglione è derogato alla Camera.
Infine, gli ex pdl e pd. Monti non aveva preclusioni su chi ha lasciato Berlusconi per tempo, come Beppe Pisanu, Mario Mauro, Franco Frattini (che però ha fatto sapere di non essere interessato). Molto più incerto il destino di Pecorella, Bertolini, Stracquadanio, Sacconi, Mantovano. Del Pd, oltre Ichino e altri transfughi, c'è un insistente corteggiamento nei confronti di Marco Follini. Che per ora, resiste.