MACRON, ATTENTO AL SILURON – COME SE NON BASTASSERO GIA’ LA GUERRA, L’AFFAIRE CORSICA, IL CASO PATY (IL DOCENTE CHE VENNE BARBARAMENTE UCCISO DA UN JIHADISTA), ARRIVA PER IL PORTABORSETTE DI BRIGITTE ANCHE UNA GRANA GIUDIZIARIA SULLE TASSE NON PAGATE DA UN CONSULENTE DEL GOVERNO - DOMENICA SI VOTA IN FRANCIA (PRIMO TURNO): LA LEADER SOVRANISTA MARINE LE PEN SALE NEI SONDAGGI E MINACCIA MACRON, "IL PRESIDENTE DEI RICCHI"...

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Leonardo Martinelli per “la Stampa”

emmanuel macron e marine le pen emmanuel macron e marine le pen

 

Mentre Marine Le Pen sale nei sondaggi delle prossime presidenziali (domenica ci sarà il primo turno) e fa tremare l'entourage di Emmanuel Macron, finora sicuro di vincere, arrivano ancora brutte notizie per il presidente francese, che rischiano d'indebolirlo ulteriormente.

 

E in particolare quello che a Parigi si chiama ormai il «McKinsey Gate», dal nome della società di consulenza americana, che avrebbe lavorato troppo per il Governo, in quest' Era macronista, e nel frattempo non avrebbe sganciato neanche un euro di tasse.

 

Ieri, ci si è messa di mezzo la Giustizia: la procura nazionale finanziaria (Pnf) ha annunciato di aver aperto nei giorni scorsi un'inchiesta preliminare per frode fiscale, dopo aver preso conoscenza di un rapporto del Senato sulle attività delle società di consulenza al servizio dello Stato. Il Pnf non ha citato esplicitamente McKinsey, che è, comunque, la più attiva presso i ministeri francesi.

marine le pen ed emmanuel macron marine le pen ed emmanuel macron

 

Questi, secondo il rapporto, avrebbero consacrato al consulting un budget «più che raddoppiato» tra il 2018 e il 2021, superando il miliardo d'euro l'anno scorso. Non solo: il Senato ha scoperto che la filiale francese di McKinsey dal 2011 al 2020 non ha mai pagato l'imposta sulle società, pur realizzando un fatturato di 329 milioni nel 2020.

 

I giudici dovranno verificare se l'azienda è riuscita a non pagare le tasse sfruttando un sistema di ottimizzazione fiscale, forse legale, ma la questione resta aperta. E si carica di una dimensione etica: è normale in un Paese così fiero dei suoi alti funzionari che si faccia ricorso sistematicamente all'aiuto di consulenti esterni, spesso stranieri? McKinsey è intervenuto, per esempio, per gestire la campagna dei vaccini contro il Covid e anche per il progetto di riforma delle pensioni, che in realtà Macron non è riuscito a far passare. E i senatori hanno considerato che, su questo dossier, la cifra intascata dalla società è spropositata rispetto alla prestazione.

marine le pen mascherinata marine le pen mascherinata

 

Altro problema: alcuni consulenti di McKinsey in Francia hanno lavorato gratis per Macron in occasione della sua campagna elettorale nel 2017, come Karim Tadjeddine, responsabile delle politiche pubbliche nella società.

 

Ovvio che tutto questo fa il gioco di Le Pen, che accusa Macron di essere il «presidente dei ricchi». La candidata dell'estrema destra sta raccogliendo i frutti della sua «normalizzazione». Ieri il sondaggio della società Eliabe ha indicato un'ulteriore riduzione dello scarto previsto tra lei e Macron al primo turno: il presidente è al 27%, Le Pen al 23,5%. Al ballottaggio Macron la batterebbe con il 53% contro il 47% (ma secondo un'altra inchiesta, di Harris Interactive, saremmo al 51,5 contro il 48,5): in ogni caso lontani dal secondo turno del 2017, quando Macron si era aggiudicato il 66%.

 

MACRON LE PEN MACRON LE PEN

«I francesi non sono dei bambini - ha detto ieri Le Pen sulla radio Europe 1 -, non credono più al lupo mannaro», facendo riferimento all'ostracismo che avrebbe sempre subito. Lei ha addolcito la propria immagine e concentrato la campagna sul potere d'acquisto, la difficoltà del francese medio ad arrivare alla fine del mese. Non parla più di certe parti del suo programma, che restano durissime sull'immigrazione e, anche se non propone più l'uscita dall'Ue e dall'euro, propugna comunque la prevalenza del diritto nazionale su quello comunitario.

 

LE PEN MACRON LE PEN MACRON

Intanto, ieri la famiglia di Samuel Paty, il docente che nell'ottobre 2020 venne barbaramente ucciso da un jihadista all'uscita di una scuola media della periferia di Parigi, ha denunciato alla Giustizia il ministero dell'Interno e quello dell'Educazione per «non assistenza a una persona in pericolo». Paty non sarebbe stato protetto, nonostante le minacce subite prima dell'assassinio. Sabato scorso, al grande meeting organizzato da Macron candidato, lui lo aveva solennemente ricordato come un eroe nazionale. Ora il suo Governo è accusato di non aver fatto il possibile per evitare la tragedia.

MACRON LE PEN MACRON LE PEN

 

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