Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
Rivendica il ruolo centrale dell’Italia, da Paese presidente del G7, nello scacchiere internazionale che, solo unito, può portare la pace in Medio Oriente e in Ucraina: «Anche Zelensky — ricorda Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia — ha detto che quello che arriva deve essere l’anno della fine del conflitto. Ci stiamo impegnando per questo».
Per l’Ucraina come sugli altri fronti aperti, in particolare quello doppio del Medio Oriente. Il conflitto tra Israele e Hezbollah in Libano e la reazione di Netanyahu all’attacco di Hamas del 7 ottobre, considerata alla stregua di un genocidio dalla Corte penale internazionale, che ha spiccato un mandato d’arresto contro di lui.
Il governo si è diviso su questo punto. Grande cautela da parte sua e della premier, posizione nettissima del vice premier Salvini che accoglierebbe il premier israeliano a braccia aperte.
ANTONIO TAJANI BENJAMIN NETANYAHU
«Non siamo divisi, perché la linea in politica estera la danno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri.
E noi, sentendoci e consultandoci, abbiamo detto chiaramente che rispettiamo la Corte ma studieremo bene le motivazioni, perché le opinioni politiche non devono prevalere sul diritto.
E perché […] non mettiamo sullo stesso piano chi pianifica un massacro di persone per distruggere Israele e chi si difende pur con modi che non ci convincono».
Quindi Salvini è uscito dai binari?
ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI
«Ha detto quale è la sua posizione, ma non è il ministro degli Esteri, come io potrei dire qualcosa sul tema dei trasporti ma non sono il ministro dei Trasporti».
Qui però è in gioco la posizione dell’Italia.
«Che, lo ripeto, è quella espressa da premier e ministro degli Esteri».
Ma nella pratica come agirete?
«Non è un problema immediato e reale. Non credo proprio che Netanyahu verrà in Italia o altrove, come non credo che alzare la tensione serva ad ottenere più facilmente la pace. Non si fermerà certo per la decisione della Corte penale internazionale».
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
E allora che strumenti avete?
«La diplomazia, i contatti con tutti i paesi. Domani (oggi, ndr ) affronteremo tra gli altri soprattutto questo tema, sia con la sessione dei Dialoghi Mediterranei aperti a ministri degli Esteri di moltissimi paesi […]. Noi siamo per il coinvolgimento di tutti gli attori in campo».
[…] Intanto l’Italia è finita indirettamente nel mirino nel conflitto Israele-Hezbollah con attacchi alle postazioni Unifil. Che fare?
«Lo chiediamo da tempo, lo pretendiamo: l’Onu deve essere più coraggiosa, e potenziare la missione Unifil. Per la pace serve un forte cuscinetto che allontani Hezbollah dai territori di Israele, non si può rimanere inerti. Serve un cambio delle regole di ingaggio. E serve subito, il confine va rafforzato».
Insisto: le divisioni in politica estera nella maggioranza non rendono la voce dell’Italia più flebile?
«No, perché la posizione è unica, lo è sempre stata. Le differenze in una coalizione ci sono, la arricchiscono, purché poi si arrivi a una sintesi, ed è quello che facciamo sempre. Lo faremo anche in questo caso».
giancarlo giorgetti antonio tajani
Avete fatto un vertice per trovarla, una sintesi, almeno sulla Finanziaria. Come è andata? Siete soddisfatti?
«Sì, siamo soddisfatti. Abbiamo dato mandato al ministro Giorgetti di studiare tutte le questioni aperte e fare ordine. Per noi sono essenziali le politiche sociali, il turn over per le forze dell’ordine, il sostegno alle attività produttive. […]». […]
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MAURIZIO LUPI MARCO BUCCI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA 1 ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI - ELENA UGOLINI