MAI DIRE RAI! CENCELLI PD PER LA VIGILANZA, FRANCESCHINI FA LA PARTE DEL LEONE

Tutte le anime piddine incassano un posto in commissione (unica donna, la Puppato) ma Su-Dario ne piazza due: i fedelissimi Garofani e Martino, noti per la lista del Madoff dei Parioli più che per la Rai - Il renziano Rughetti: “Non è possibile che tu fai il presidente del consiglio, il segretario del Pd e pure il capogruppo”…

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DARIO FRANCESCHINIDARIO FRANCESCHINI

1 - FRANCESCHINI MONOPOLIZZA LA VIGILANZA: PIAZZATI GAROFANI E MARTINO
Tutte le anime del Pd saranno rappresentate in commissione di Vigilanza Rai (vedi articolo sotto). Ma una, in particolare, farà la parte del leone, secondo gli spifferi che girano in Transatlantico: la corrente di Su-Dario Franceschini. E' lui, infatti, il vero uomo forte del centrosinistra nell'attuale fase politica. Ecco cosa scrive Carlo Bertini sulla "Stampa": "Durante il voto sulla mozione galeotta di Giachetti sul Mattarellum, in aula Rughetti prende di petto Franceschini, ‘non è possibile che tu fai il presidente del consiglio, il segretario del Pd e pure il capogruppo, lasciaci fare il nostro mestiere', gli rinfaccia a brutto muso beccandosi una rispostaccia". Il renziano Rughetti lo rimprovera, quindi, di monopolizzare governo, partito e gruppo parlamentare.

Roberto GiachettiRoberto Giachetti

Si è dimenticato, però, della Vigilanza, dove dovrebbero approdare almeno due deputati e un senatore tra i fedelissimi del ministro per i Rapporti col parlamento. Dati per sicuri Francesco Saverio Garofani e Pierdomenico Martino. Esperti di Rai? Certamente non di finanza, essendo finiti nella lista del Madoff dei Parioli...

2 - ARCHEODAGO: I FURBETTI DI SU-DARIO! NELLA LISTA DEL MADOFF DEI PARIOLI LA FANNO DA PADRONI I FEDELISSIMI DI FRANCESCHINI
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/i-furbetti-di-su-dario-nella-lista-del-madoff-dei-parioli-la-fanno-da-24349.htm


3 - M5S VUOLE LA VIGILANZA. IL PD SI ATTREZZA CONTRO I BERLUSCONES
Francesco Maesano per "Europa Quotidiano"


Una commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai All Stars. Per ora non c'è l'ufficialità, dato che anche ieri dalla conferenza dei capigruppo è uscita una fumata nera e per ora, tra le proteste dei Cinquestelle, manca la lista ufficiale dei componenti, ma i deputati e senatori che dovrebbero vigilare sull'operato di viale Mazzini sono tutti di alto rango.

Angelo Rughetti, Angelo Rughetti,

Il Pd e Scelta Civica non hanno ancora comunicato i nomi da inviare ma della pattuglia dem farebbero parte Claudio Martini, Francesco Verducci, Gianni Cuperlo, Raffaele Ranucci, il veltroniano Vinicio Peluffo, Laura Puppato, Matteo Orfini e i renziani Michele Anzaldi e Antonio Cuomo. Il Pdl è intenzionato a schierare l'artiglieria pesante. I nomi che circolano sono quello dell'ex vicepresidente della commissione, Giorgio Lainati, e poi una parata di big: Paolo Bonaiuti, Augusto Minzolini, Paolo Romani, Maria Stella Gelmini, e i due capigruppo al senato e alla camera, Renato Schifani e Renato Brunetta.

Laura PuppatoLaura Puppato

Una volta che la composizione della commissione sarà chiara verrà al pettine il nodo della presidenza che, com'è noto, spetta per prassi alle opposizioni e i Cinquestelle la rivendicano con forza da prima che si formasse il governo. Per questo si sono portati avanti e tra "graticole" e votazioni l'unico nome rimasto in campo è quello di Roberto Fico, il deputato napoletano fedelissimo di Grillo che a Europa ha ribadito la linea: «Il Movimento non intavola nessuna trattativa, noi siamo il 25 per cento e chiediamo soltanto quello che vuole la prassi: la vigilanza Rai è una commissione di garanzia e ci spetta in quanto opposizione».

GIANNI CUPERLOGIANNI CUPERLO

In commissione si prevedono duri braccio di ferro e i componenti designati dai Cinquestelle per farne parte sono tutti di provata fede grillina a partire dal nuovo vicecapogruppo vicario, Riccardo Nuti e poi Dalila Nesci, Mirella Liuzzi e il senatur grillino, quell'Alberto Airola che in piazza del Popolo aveva scaldato i militanti in attesa della comparsa sulla scena di Beppe Grillo al grido di «noi siamo più duri di loro».

Raffaele RanucciRaffaele Ranucci

La durezza, però, non dovrebbe essere la carta vincente per arrivare al bersaglio grosso della presidenza di una commissione che dovrà rapportarsi con un consiglio d'amministrazione in azienda di fatto controllato ancora dal Pdl. Ieri su queste pagine Michel Anzaldi, in predicato di entrare in commissione, invitatva i Cinquestelle a una «uscita dal bunker» e lanciava un avvertimento chiaro: «Non si comprende come Grillo pensi di poter arrivare ad avere un esponente del suo Movimento a capo della commissione se rifiuta qualsiasi dialogo e arriva a proibirlo ai suoi parlamentari».

 

 

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