Marco Antonellis per Dagospia
Dicono che il Capitano leghista non abbia per nulla preso bene certi toni e modi del discorso di fine anno del Capo dello Stato Sergio Mattarella ma che abbia preferito fare buon viso a cattivo gioco perché "ci sono partite troppo importanti da giocare in questo 2019, meglio non far arrabbiare l'arbitro", riferisce chi in queste ore ha avuto modo di sondare l'umore del leader leghista in occasione del tradizionale scambio di auguri.
"Il vero obiettivo è vincere le elezioni europee per chiudere definitivamente i giochi con l'Europa e, la prossima volta, fare finalmente la finanziaria che vogliamo, senza più Bruxelles a metterci i bastoni tra le ruote". Questo il Salvini pensiero, per cui meglio lasciar stare Mattarella a cui, anzi, va dato il massimo rispetto (ed è per questo che come Dagoanticipato il discorso di fine anno del Capitano leghista è arrivato solo dopo quello del Quirinale).
Certo, i due non si sono mai particolarmente amati (eufemismo). Salvini sa benissimo che sul Colle quando sentono il suo nome non fanno i salti di gioia ma ormai se ne è fatto una ragione. Anche per questo lo stesso Giorgetti, il plenipotenziario del Capitano leghista nonché tifosissimo del Southampton, già in tempi non sospetti giurava: "Nessun rimpasto, meglio le elezioni anticipate".
Elezioni anticipate che però per la "sbadataggine" dell'alleato 5Stelle potrebbero arrivare prima del previsto. I vertici della Lega sono stati colti di sorpresa dalle espulsioni in Senato: "Così i numeri cominciano ad essere risicati". Finora nessuno si è preso la briga di fare due conti in tasca alla maggioranza del romanistissimo Premier Conte (tra l'altro grande amico di Lino Banfi e Antonello Venditti per via della comune fede calcistica) ma se dovessero arrivare ulteriori espulsioni (quelle di Elena Fattori e Paola Nugnes) la maggioranza gialloverde al Senato scenderebbe a 163 unità, appena al disopra della soglia di sicurezza (161).
gregorio de falco paola nugnes
A quel punto basterebbe un raffreddore ad un senatore per mettere a rischio l'intero governo. E ci sarebbero ricadute pesanti anche sul lavoro delle commissioni. Tanto per fare un esempio lo scorso 13 dicembre il governo ha incassato la fiducia sul DDL Anticorruzione con 162 si'. Tradotto significa che se i due senatori pentastellati fossero gia' stati espulsi, M5s e Lega non avrebbero avuto la maggioranza assoluta.
Per questo dalle parti della Lega ci si comincia ad interrogare e a chiedersi a che gioco stia veramente giocando Luigi Di Maio: non è che qualcuno sta preparando il terreno per mandare a casa il governo anzitempo per garantirsi poi la rielezione (insieme a tutta l'attuale classe dirigente pentastellata) bypassando il regolamento 5Stelle che vieta espressamente la ricandidatura per la terza volta? Con la legislatura ancora agli albori tutto è più facile.