DI MALE IN PEDRO – IL GOVERNO SPAGNOLO DI PEDRO SANCHEZ È ANDATO IN MINORANZA NELLA VOTAZIONE SULLA PROPOSTA DI LEGGE PER L'AMNISTIA IN FAVORE DEGLI INDIPENDENTISTI. IL PARTITO CATALANO JUNTS DI CARLES PUIGDEMONT HA FATTO MANCARE IL SUO SOSTEGNO DOPO CHE ERANO STATI BOCCIATI I SUOI EMENDAMENTI PER AVERE UNA MAGGIORE “COPERTURA” SUI CRIMINI COMMESSI – UN MESSAGGIO AL PREMIER SOCIALISTA: LA CRISI È SEMPRE DIETRO L’ANGOLO – MA L’ECONOMIA SPAGNOLA VOLA, ANCHE GRAZIE ALL’EXTRA-TASSA SULLE BANCHE...

-

Condividi questo articolo


1 – SPAGNA IN TILT, AI CATALANI L’AMNISTIA NON BASTA SANCHEZ VA IN MINORANZA

Estratto dell’articolo di Lorenzo Vita per “Il Messaggero”

 

pedro sanchez pedro sanchez

Il partito indipendentista catalano Junts l'aveva fatto capire sin dal giorno della fiducia. I suoi voti sarebbero stati decisivi non solo per la nascita, ma anche per la sopravvivenza del governo guidato da Pedro Sanchez. E ieri, con la bocciatura al Congresso della proposta di legge per l'amnistia in favore degli indipendentisti, è arrivato il primo (chiaro) avvertimento al capo del governo. Il rischio di una crisi può essere sempre dietro l'angolo.

 

Dopo che il Partito socialista aveva respinto insieme agli altri partiti "costituzionalisti" tutti gli emendamenti al disegno di legge sui delitti legati al referendum del 2017 - anche quelli presentati dal movimento alleato - Junts ha reagito ritirando l'appoggio all'intero impianto della proposta. Il partito di Carles Puigdemont ha così deciso di unirsi tatticamente al blocco di coloro che avevano già deciso di respingere la legge sull'amnistia (Partito popolare, Vox, Coaliciòn Canaria e Unión del Pueblo Navarro) facendo naufragare il voto con 179 voti contrari e 171 favorevoli.

 

pedro sanchez puigdemont pedro sanchez puigdemont

Dal punto di vista procedurale, la bocciatura non equivale a una pietra tombale sulla legge per l'amnistia. Ma è la prova della debolezza della cordata di governo. Il ritorno del testo in commissione Giustizia apre infatti alla possibilità che il Partito socialista torni a negoziare con Junts per mettere a punto un nuovo provvedimento.

 

E in questo senso, l'obiettivo del movimento catalano è quello di fare in modo che all'interno della legge sia prevista una copertura pressoché universale di tutti i crimini connessi a quello che in Spagna è chiamato il "procés" e che riguarda appunto le fasi più calde dello scontro tra Barcellona e Madrid.

 

carles puigdemont carles puigdemont

Il discorso è diventato di estrema importanza soprattutto negli ultimi giorni, dopo che per l'ex presidente della Generalitat catalana si è paventata l'ipotesi di un collegamento con la Russia nell'ambito del referendum del 2017. Una questione su cui i giudici che hanno in mano i fascicoli dell'inchiesta vogliono ora fare piena luce. […]

 

2 - LA RICETTA DI SÁNCHEZ CHE FA VOLARE LA SPAGNA EXTRA-TASSA SULLE BANCHE E AIUTI AI CETI DEBOLI

Estratto dell’articolo di Francesco Rodella per “La Stampa”

 

PEDRO SANCHEZ PEDRO SANCHEZ

L'economia spagnola festeggia. Per il secondo anno consecutivo, la crescita del Pil è andata oltre le attese: dopo il +5,8% registrato nel 2022, la spinta è stata forte anche nei 12 mesi successivi, con un +2,5% messo a segno nonostante turbolenze e incertezze internazionali di vario tipo.

 

Un risultato sorprendente, visto che il Paese iberico aveva subito più di tutti la batosta della pandemia (-11,2% nel 2020) e una solidità in netto contrasto rispetto ai frequenti sussulti sul piano politico, con il socialista Pedro Sánchez impegnato nel preservare equilibri parlamentari molto delicati per mantenere in piedi il suo governo. […]

 

pedro sanchez giorgia meloni 2 pedro sanchez giorgia meloni 2

Colpita fortemente dal boom inflazionistico del 2022, Madrid ha cercato di evitare una frenata generale della sua ripresa post-Covid con due ingredienti: da un lato, un forte scudo sociale a protezione di classi a reddito medio-basso, in parte sostenuto dai proventi di nuove tasse straordinarie per banche e grandi società; dall'altro, una soluzione ad hoc per abbassare i costi di gas ed elettricità, ottenuta grazie al cosiddetto "meccanismo iberico" (un tetto amministrato al prezzo del gas utilizzato per la generazione dell'elettricità), autorizzato dalla Commissione europea.

 

E mentre l'inflazione tornava progressivamente sotto controllo (ora è al 3,4%), sono arrivati i primi effetti di un'importante riforma anti-precariato: intervento che ha favorito un netto aumento dei contratti a tempo indeterminato (nel 2023 ne sono stati firmati oltre 800.000) e un calo di quelli a termine (diminuiti di 140.000 unità).

 

pedro sanchez pedro sanchez

Intanto, hanno continuato a fluire a buon ritmo gli aiuti del Next Generation Ue, visto che sono già stati erogati 37 dei circa 160 miliardi di euro totali. Un'economia ampiamente legata a settori duramente colpiti durante la pandemia (come il turismo, il cui contributo sul Pil è di quasi il 13%) ora si trova quindi in una situazione più favorevole […]

pedro sanchez giorgia meloni 2 3 pedro sanchez giorgia meloni 2 3 puigdemont puigdemont pedro sanchez e ursula von der leyen pedro sanchez e ursula von der leyen

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...