IL MERITO DI HOLLANDE? AVER DIMOSTRATO AI FRANCESI CHE LA “PREMIERE DAME” È INUTILE - ANCHE PERCHÉ NON ESISTE UNO STATUTO PER IL CONIUGE DEL CAPO DELLO STATO

Hollande, durante la campagna elettorale, si era dimostrato molto lucido sostenendo che chi vota “non elegge una famiglia” - Solo che Valérie Trierweiler sognava, sin dal principio, di spadroneggiare all’Eliseo e ai contribuenti francesi, i suoi cinque collaboratori, costano 20mila euro al mese…

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Giampiero Martinotti per "la Repubblica"

«Non esiste uno statuto per il coniuge del capo dello Stato, non c'è mai stato. È una pratica che cambia secondo le personalità. È essenziale la trasparenza: i mezzi consacrati al coniuge devono essere conosciuti, pubblici e i meno alti possibile». François Hollande resta nel vago, come tutti i suoi predecessori.

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Anche se qualche giornale, come Libération, insiste perché il ruolo della Première Dame
venga chiarito una volta per tutte, si continuerà a navigare a vista. Malgrado lo stesso Hollande si fosse dimostrato lucido durante la campagna elettorale: «Non si elegge una famiglia», aveva detto, assicurando che Valérie Trierweiler (ancora ricoverata in clinica per «riposarsi») non avrebbe avuto un ruolo politico.

Parole sagge, ma la realtà si è dimostrata più complessa. Soprattutto con una donna come la Trierweiler, forte e gelosa: ha cominciato con un disastro come il tweet contro Ségolène Royal e rischia di finire come la compagna ripudiata. E questo non certo per quel che costa al contribuente, 20mila euro al mese per i suoi cinque collaboratori, una cifra inferiore rispetto a quelle spese in passato.

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Sono lontani i tempi in cui la First Lady se ne stava tranquilla in un angolo e non dava nell'occhio. Qualcuno ancora rimpiange la zia Yvonne, l'affettuoso nomignolo con cui ancora oggi viene chiamata la signora de Gaulle. Mai un'intervista, poche apparizioni pubbliche. Cattolica molto osservante, si dice che facesse però pressione sul marito per tener lontani dal governo divorziati o adulteri. Oggi sarebbe inorridita.

Claude Pompidou fu già diversa: mondana, amatrice di arte contemporanea, fu la prima a vestirsi con abiti griffati e a diventare una sorta di ambasciatrice della moda transalpina. La moglie di Giscard d'Estaing fu tradizionalissima, accettando senza brontolare (in pubblico) le scappatelle del marito. A cambiare davvero le cose è stata Danielle Mitterrand.

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Più a sinistra del marito, amica di Fidel Castro e dei rivoluzionari sudamericani, non ha mai nascosto le sue opinioni, pur rispettando scrupolosamente il suo ruolo di First Lady. Un equilibrio quasi miracoloso tra l'impegno militante e le formalità statuali. Danielle Mitterrand creò qualche grattacapo diplomatico al marito (per esempio quando ricevette il Dalai Lama, suscitando l'ira di Pechino), ma riuscì a modernizzare il ruolo. Su quella strada la seguì Bernadette Chirac, anche lei impegnata politicamente.

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Le cose sono cambiate con gli anni 2000. Il primo Sarkozy non esitò a mettere in scena la sua vita sentimentale: la rottura, la riconciliazione e infine il divorzio con Cécilia, poi l'incontro e le nozze con Carla Bruni. Voleva dimostrare che un presidente è un francese come gli altri, fallendo nell'intento: i suoi connazionali non gli hanno mai perdonato il suo periodo "bling bling".

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Hollande ha tentato di fare l'esatto opposto, senza capire che la tirannia della trasparenza a tutti i costi investe in pieno anche gli uomini politici, primo fra tutti il capo dello Stato. Il presidente e Valérie decideranno in privato il futuro della loro coppia, il problema dello status da assegnare alla First Lady resta aperto.

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