LA MIA MIGLIORE NEMICA - L’IPOTESI DI UNA RICANDIDATURA DI VIRGINIA RAGGI A ROMA FA INCAZZARE ROBERTA LOMBARDI, GARANTE DELL’ACCORDO CON IL PD ALLA REGIONE LAZIO: “CI VOGLIONO RISULTATI ED EMPATIA CON LA CITTÀ…” - I VERTICI DEL M5S VOGLIONO USARE IL CASO RAGGI PER CAMBIARE LA REGOLA DEL DOPPIO MANDATO CHE AZZEREREBBE TUTTA LA CLASSE DIRIGENTE GRILLINA…

-

Condividi questo articolo


S. Can. per “il Messaggero”

 

raggi lombardi raggi lombardi

Vite parallele e guerre intestine. Ancora una volta il destino di Virginia Raggi, sindaca di Roma, si intreccia con quello di Roberta Lombardi, ora capogruppo Pd in Regione Lazio ma anche membro del comitato dei garanti del M5S. Come raccontato ieri da Il Messaggero, la «faraona» pentastellata continua a dirsi contraria a una ricandidatura dell'attuale inquilina del Campidoglio. Una posizione ribadita lunedì sera durante una videoconferenza convocata dal capo politico Vito Crimi con i parlamentari romani, a partire da Paola Taverna. Lombardi è contraria a un bis di Raggi per motivi politici e statuari.

virginia raggi roberta lombardi virginia raggi roberta lombardi

 

Da una parte, in quanto componente del tribunale grillino che si occupa di regole, è sfavorevole a una deroga alla regola del secondo mandato. «E' come cancellare la regola quando si fa una deroga», ripete sempre citando il fondatore Gianroberto Casaleggio. Dall'altra, entrando nel merito politico della faccenda ritiene che «ci vogliano risultati ed empatia con la città» per meritarsi la ricandidatura. Un modo garbato per dire che la sua adorata nemica «Virgy», come la chiama, non dispone di questa gamma di qualità.

Il non detto di questa partita è altro. E ha un respiro molto più ampio.

 

virginia raggi roberta lombardi beppe grillo virginia raggi roberta lombardi beppe grillo

Con la scusa di affrontare il caso Raggi a Roma (identico a quello Appendino a Torino) i vertici del Movimento sono intenzionati a spingersi oltre. Ovvero: a cambiare per sempre il vincolo del doppio mandato per i parlamentari. Una regola che se applicata azzererebbe praticamente tutta l'attuale classe politica del M5S. A partire, per esempio, dai ministri. Uno scenario che lascerebbe l'attuale principale partito di maggioranza in Parlamento senza più big in caso di ritorno alle urne.

 

Lombardi su questo punto è categorica: si può anche aprire la discussione, si sfoga con chi le chiede lumi, ma senza ipocrisie. Dunque ampliandola a tutti. Una grana in più per Vito Crimi. Ma in primo piano rimane la partita del Campidoglio. I consiglieri grillini più vicini alla sindaca si spiegano questa ostilità di Lombardi non tanto per via delle storiche ruggini, ma per un disegno politico diverso.

 

roberta lombardi virginia raggi roberta lombardi virginia raggi

Nella maggioranza che guida il Campidoglio c'è chi sostiene che dietro a questo stop alla Raggi ci sia un accordo con Nicola Zingaretti, segretario del Pd e governatore del Lazio, regione in cui i rapporti con il M5S sono reali. Dal Nazareno smentiscono questa ricostruzione perché le elezioni comunali contemplano il secondo turno quando il Pd avrà il suo candidato. Ma gli assessori più vicini alla sindaca sono convinti che Lombardi spinga per non ricandidarla per puntare su un nome che possa non ostacolare un accordo al secondo turno. D'altronde il Pd, che ancora non sa su chi puntare, pone solo una pregiudiziale: mai con Raggi. La partita è aperta, i piani si affastellano. Così come i veleni.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…