MINISTERI COMMISSARIATI! LA NUOVA AGENZIA PER LA COESIONE GESTIRÀ 100 MILIARDI, TUTTA LA SPESA PER INVESTIMENTI DELLO STATO

Guerra tra ministri: la superstruttura partorita da Barca e ora in mano al duo Trigilia-Letta (con l’ok del Quirinale) espropria ministeri e regioni di fondi europei e per lo sviluppo. Chi la guiderà? Dopo quell’annuncio pro Rodotà al Quirinale, difficile che sia lo stesso Barca…

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Marco Palombi per "Il Fatto Quotidiano"

La guerra non è ancora finita. I provvedimenti sulla Pubblica amministrazione discussi ieri in Consiglio dei ministri (un decreto e un ddl) sono infatti stati approvati "salvo intese". Significa che i tecnici ci stanno ancora lavorando nonostante siano già stati festeggiati con tanto di conferenza stampa.

Fabrizio BarcaFabrizio Barca

La battaglia più grossa, a quanto risulta al Fatto Quotidiano, è quella che si combatte attorno alla istituenda Agenzia per la coesione territoriale (secondo la legge varata ieri lo Statuto dovrà essere approvato entro il marzo 2014): si tratta di una struttura - proposta da Fabrizio Barca e ora sostenuta dal suo successore Carlo Trigilia che dovrebbe servire a spendere meglio i fondi europei.

lettaletta

Tutti d'accordo, ovviamente, ma è sul perimetro dell'Agenzia che si discute assai animatamente. Il dilemma: sarà un ente di indirizzo, supporto tecnico e controllo o gestirà direttamente i soldi? Da come è scritto la legge sembra si sia scelta la seconda opzione: l'Agenzia potrà infatti commissariare, per così dire, le amministrazioni inadempienti o ritardatarie rispetto agli obiettivi fissati da lei stesse.

fabrizio saccomanni direttore big xfabrizio saccomanni direttore big x

Le cifre sono di quelle appetitose: 30 miliardi di fondi europei dal 2014 al 2020, altrettanti di cofinanziamento nazionale, più un'altra quarantina dal fondo per lo sviluppo. Un centinaio di miliardi che rappresentano in sostanza tutta la spesa per investimenti dello Stato italiano: "Così - dice una fonte di governo - si crea una superstruttura che svuota di fatto i ministeri, si attua una riforma di fatto delle amministrazioni centrali".

Gianpiero D'AliaGianpiero D'Alia

Anche le regioni non sono contentissime di vedersi espropriata la capacità di spesa e più di un ministro l'ha fatto notare: "Non si tratta di tornare a una sorta di neocentralismo - ha risposto Trigilia - ma vuoi dire riuscire a far lavorare meglio le strutture centrali e quelle regionali e locali in un quadro coordinato". Sarà, ma nessuno si fida e fonti parlamentari già prevedono vita dura per l'Agenzia: "Quando si fa un'operazione bisogna blindarla politicamente prima, altrimenti nel passaggio alle Camere non ne rimane niente. Se finirà nel disegno di legge, poi, difficile che sopravviva".

Non di soli fondi europei vive però il governo. Nel decreto sulla P.A. approvato ieri ci sono, infatti, anche novità rilevanti peri dipendenti statali e non tutte positive: da un lato si estende - a stare alle indiscrezione - la platea dei prepensionati ad altri sette-ottomila esuberi delle amministrazioni centrali, dall'altro si promette che i precari che hanno lavorato nel settore pubblico per tre anni negli ultimi cinque avranno il 50% di posti riservati nei prossimi concorsi.

Per un giudizio definitivo bisogna aspettare il vero testo della legge, ma già così si può dire che parecchie migliaia di lavoratori rischiano di rimanere a casa in un futuro non lontano. Per il premier Enrico Letta, però, si tratta di una sorta di rivoluzione: "Abbiamo deciso di dare una soluzione strutturale al tema del precariato nella Pubblica amministrazione".

Da adesso in poi, dice il premier, basta "scorciatoie" e basta "clientelismo". E i gli esuberi rispetto a una platea di circa 150 mila persone? Nascosti in un'espressione: "Si è avviato un percorso e un processo di parziale inserimento di precari, previa procedura altamente selettiva". Per il popolo, poi, c'è anche l'assunzione di mille vigili del fuoco e l'ennesimo taglio su consulenze e auto blu ("ridurremo tendenzialmente una spesa che oggi ammonta a 2,2 miliardi di euro", ha spiegato il ministro della Funzione pubblica Gianpiero D'Alia).

Vicenda Imu. Anche ieri s'è tenuta la solita riunione ristretta con Letta, Angelino Alfano, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e altri. L'accordo non c'è, ma "alla fine lo troviamo: non cadremo sull'lmu", fanno sapere da palazzo Chigi. Anche Alfano è ottimista: "Possiamo farcela".

Al momento il Tesoro ha trovato circa tre miliardi di coperture: gliene servono almeno il doppio per sterilizzare il pagamento dell'Imu sulla prima casa e i fabbricati agricoli per il 2013 (4,6 miliardi circa), mettere un po' di soldi sulla Cassa integrazione (600 mila euro) e rifinanziare le missioni militari fino alla fine dell'anno (400 mila euro circa).

"Li troveranno coi soliti mezzi - spiega una fonte di maggioranza - Al Tesoro studiano aumenti su accise, bolli, alcol e, soprattutto, slot machine". Il problema, è la previsione, si porrà quando si dovrà varare la riforma definitiva, cioè la supertassa che include Imu e Iva e andrà in vigore nel 2014. Ma se ne parla a ottobre, chissà se ci sarà ancora un governo.

 

 

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