MONTI SI E’ FATTO UN GRAPPINO DI TROPPO O HA CAMBIATO SPACCIATORE? “HO COMBATTUTO I POTERI FORTI COME NESSUNO IN ITALIA E IN EUROPA” - E INFATTI METTE IN PIEDI LA “LISTA-MARCHIONNE” – MONTI IN ROTTA DI COLLISIONE CON CONFINDUSTRIA: IN CAMPO BOMBASSEI, L’ANTI-SQUINZI - NON A CASO IL ‘’SOLE 24 ORE’’ LO RANDELLA (CON ZINGALES E ROSSI) A GIORNI ALTERNI - MARCEGAGLIA IN FUGA COME PASSERA…

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Marco Valerio Lo Prete per "il Foglio"

Nell'entourage montiano non ci si stupisce dello scarso entusiasmo confindustriale riservato alla "salita in politica" del premier tecnico. Era già tutto scritto sin dal maggio 2012, dicono, quando Mario Monti non presenziò all'assemblea generale di Confindustria che sancì il definitivo passaggio di consegne tra l'ex presidente Emma Marcegaglia e il neo presidente Giorgio Squinzi.

IMMAGINARIO MANIFESTO ELETTORALE DI MARIO MONTI jpegIMMAGINARIO MANIFESTO ELETTORALE DI MARIO MONTI jpeg

Lo stesso Monti che invece a dicembre ha di fatto lanciato la sua candidatura politica al fianco di Sergio Marchionne, celebrando il redivivo stabilimento di Melfi, cioè un'Italia "forte di cuore" e che soprattutto dal 2011 non paga più le quote associative a Viale dell'Astronomia. In mezzo a questi due eventi, c'erano state le parole indelicate di Giorgio Squinzi per la riforma più travagliata del governo Monti, quella del lavoro, definita una "boiata", e poco altro.

Alberto BombasseiAlberto Bombassei

Ieri infine lo stesso Squinzi ha firmato - su un Sole 24 Ore che da qualche settimana ha smesso i toni da "emergenza nazionale" e ha alternato nei confronti di Monti le stilettate liberiste di Luigi Zingales alla clava altermondialista di Guido Rossi - un manifesto per "una politica industriale per un paese nuovo". Nessun endorsement per Monti, ma molta equidistanza. In chiusura il patron di Mapei ha annunciato infatti "un monitoraggio costante e preciso, basato sui fatti e non sullo schieramento per l'una o per l'altra parte".

Silente, perlomeno in questa fase, anche l'ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Fu sotto il suo mandato che si consumò lo strappo con Marchionne; l'ad di Fiat si disse insoddisfatto dei troppi ammiccamenti tra Viale dell'Astronomia e Cgil che avrebbero reso inutili i contratti aziendali strappati a suon di referendum in fabbrica, ma certo non è stato questo ad ammutolire Marcegaglia.

GIORGIO SQUINZIGIORGIO SQUINZI

L'imprenditrice infatti, nel settembre scorso, partecipò a una convention dell'Udc assieme a Corrado Passera (altro ex ministro a lungo candidato in pectore, ora ritiratosi), per dire all'"amico Pier" che "se voi andate avanti con questa idea io vi sosterrò, sarò con voi". Ora che Pier è andato avanti con la lista Monti, pare proprio che Emma non lo stia seguendo. L'unico dei "suoi" a fare il grande salto in politica, due giorni fa, è stato Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria anche ai tempi di Marcegaglia. Con il Pd però. Galli, classe 1951, laureato in Bocconi, dottorato al Mit, poi una carriera avviata in Banca d'Italia, ha sorpreso un po' tutti i suoi amici liberisti.

MARCEGAGLIAMARCEGAGLIA

Alessandro De Nicola, avvocato milanese, presidente della Adam Smith Society e amico di "Gp", ha così commentato su Twitter: "Galli, ex Dg Confind nel PD. A un amico si può dire: un grave errore ke si tuffa in un mare di contraddizioni insanabili. Salutami Fassina".

Qualcuno, anche tra quanti si ricordano dello stesso giovane Galli segretario della sezione "Ho Chi Minh" del Pci, si è stupito delle posizioni contrastanti assunte nelle ultime settimane: "A fine 2012 aveva partecipato a un grande evento pubblico con noi di Fermare il declino, si era detto uno di noi - ricorda Riccardo Gallo, economista e candidato nel movimento liberista guidato da Oscar Giannino - Diciamo che l'agenda Bersani-Fassina non è altrettanto fautrice di una riduzione della presenza dello stato nell'economia italiana".

MARIO MONTI SERGIO MARCHIONNE JOHN ELKANNMARIO MONTI SERGIO MARCHIONNE JOHN ELKANN

Tra i suoi ex colleghi a Viale dell'Astronomia, invece, non tutti si meravigliano: "In fondo negli ultimi anni è stato quasi sempre lui a tenere il filo diretto con la Cgil - dice chi lo conosce bene ma chiede di restare anonimo - Ha sempre assunto posizioni liberali, certo, ma poi non ha mai disdegnato la concertazione tanto biasimata oggi da Monti". E alla luce di quanto accade in queste ore, effettivamente, concertazione e consociativismo (che a lungo hanno tenuto assieme padroni, sindacati e politici) sembrano diventati d'un tratto uno degli spartiacque delle prossime elezioni.

Corrado PasseraCorrado Passera

E' notizia di ieri, infatti, che nella lista Monti si candiderà anche Alberto Bombassei, patron di Brembo (storico fornitore di Fiat) e già presidente di Federmeccanica. L'anno scorso Bombassei sfidò Squinzi per la presidenza di Confindustria, ricevendo un endorsement pesante come quello di Marchionne. L'ad di Fiat dichiarò che se Squinzi avesse perso, e se quindi non avesse prevalso la linea del dialogo sempre e comunque con i sindacati, il Lingotto sarebbe rientrato in Confindustria.

Giampaolo GalliGiampaolo Galli

Così non fu, e oggi Marchionne e Bombassei si ritrovano assieme a sostenere Monti, ed ex membro del cda della Fiat. Tra i montiani della prima ora c'è anche Ernesto Auci, ex direttore del Sole 24 Ore, poi manager Fiat e uomo di fiducia di Marchionne, oggi presidente del sito di informazione finanziaria Firstonline: "Il manifesto presentato ieri dal presidente Squinzi sul Sole 24 Ore - dice Auci al Foglio - è un manifesto pieno di cose condivisibili ma troppo da ‘ordinaria amministrazione'. Non mi pare che Squinzi abbia un'idea del paese e della politica abbastanza strutturata".

Oggi però "nel mondo si chiede agli italiani se vogliono davvero fare le riforme e accettare la sfida della globalizzazione. Monti è la personalità che più rapidamente ci può far riconquistare la fiducia in vari ambienti globali". Anche Umberto Quadrino, che nel 2011 ha lasciato la carica di amministratore delegato di Edison, ha un passato ai vertici di Fiat e una recente frequentazione con le riunioni dei montiani.

Insomma, il "partito Fiat" c'è, i poteri forti meno. Monti d'altronde ha la spiegazione pronta: "Alle persone che dicono che faccio parte dei poteri forti rispondo: non c'è nessun italiano o europeo che abbia fatto altrettante battaglie con successo contro i poteri forti come ho fatto io. Loro hanno castigato a parole, io nei fatti".

 

 

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