MONTI O SMONTI - DOMANI ALL’EUROVERTICE IL PREMIER SI GIOCA TUTTO: “PRONTO A TRATTARE FINO A DOMENICA NOTTE” PER STRAPPARE IL MECCANISMO “ANTI-SPREAD” ALLA INCHIAVABILE MERKEL - L’USO DEL FONDO SALVA-STATI E’ “UN’ASPIRINA” CHE SALVEREBBE LA POLTRONA DEL PROF MA NON LE NOSTRE FINANZE - NEL PIANO DI DRAGHI & CO., L’EUROGRUPPO POTRÀ INTERVENIRE NELLE MANOVRE FINANZIARIE DEGLI STATI…

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1- MONTI DA BRUXELLES VUOLE AIUTI ANTI-SPREAD

Stefano Feltri per il "Fatto quotidiano"

MARIO MONTI E IL BRACCIO ALZATOMARIO MONTI E IL BRACCIO ALZATO

Nessuna ambiguità. Al vertice europeo che comincia domani o l'Italia vince, o Mario Monti perde. "Sono pronto a lavorare oltre il limite previsto per il vertice, fino a domenica sera se necessario", dice il premier alla Camera. I partiti della maggioranza non si sono accordati per votare una mozione unitaria che gli desse pieno mandato per negoziare al Consiglio europeo di domani, ma alla fine il sostegno c'è: per il Pd parla Enrico Letta, che chiede addirittura di mettere il veto sulle proposte altrui se le richieste dell'Italia vengono ignorate, per il Pdl interviene il più europeista del partito, l'ex commissario Ue, Franco Frattini.

ANGELA MERKELANGELA MERKEL

E Monti, per la prima volta, esplicita l'oggetto della trattativa con Angela Merkel: "La proposta dell'Italia è di usare i firewall, Efsf e Esm, per evitare divaricazioni eccessive degli spread degli Stati che sono in regola con la disciplina di bilancio: quindi l'Italia può permettersi e deve chiedere un meccanismo che si applichi a chi ha rispettato le regole".

ENRICO LETTAENRICO LETTA

Il Parlamento applaude, tutti capiscono il senso politico - piegare la Germania e far arrivare soldi all'Italia - ma soltanto una manciata di deputati padroneggia i dettagli della proposta del premier. Che è questa: oggi il Fondo Salva Stati Efsf può chiedere alla Bce di comprare titoli di Stato sul mercato, facendo salire la domanda e quindi abbassando il costo per lo Stato di indebitarsi.

L'Esm (Meccanismo europeo di stabilità) ancora non esiste, dovrebbe nascere a luglio. Stando alle regole attuali, l'Efsf può comprare il debito di Paesi che hanno chiesto aiuto e si sono impegnati, in cambio, a riforme di risanamento contabile, firmando un Memorandum of understanding (lo hanno fatto Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna). Monti sostiene che poiché l'Italia è già risanata, deve poter beneficiare dell'intervento dell'Efsf senza condizioni, in deroga alle regole vigenti. E l'annuncio serve "entro l'apertura dei mercati lunedì mattina".

Ammettiamo ce la faccia a convincere i partner europei, Germania inclusa. Cosa succederebbe? Nell'immediato lo spread scenderebbe un po', nel giro di qualche settimana la Bce potrebbe comprare Btp italiani per conto dell'Efsf proprio come faceva la scorsa estate in autonomia. Gli sherpa del governo e delle istituzioni Ue stanno facendo simulazioni: visto che l'Efsf ha a disposizione alcune decine di miliardi (deve già destinarne fino a 100 per le banche spagnole), anche usandoli tutti a beneficio dell'Italia l'impatto sarebbe minimo. A meno di non inventarsi qualche stratagemma finanziario per avere un effetto leva: l'Efsf rischia 60 miliardi, diciamo, ma la Bce compra titoli per 100.

MARIA CANNATAMARIA CANNATA

Se l'esito è così incerto, perché tanto sforzo da parte di Monti? Gli serve la vittoria simbolica, deve dimostrare che la nuova Italia dei tecnici è così solida e credibile da imporsi perfino su Berlino. Raccontano che al ministero del Tesoro, nel dipartimento del debito pubblico, i funzionari di Maria Cannata sono già euforici per il piglio decisionista del premier.

È l'assalto finale alla rocca tedesca del rigore. Monti può contare anche sulla bozza di rapporto presentato ieri dai quattro presidenti europei, José Barroso (Commissione), Hernan van Rompuy (Consiglio), Mario Draghi (Bce), Jean Claude Juncker (eurogruppo). I quattro delineano lo sviluppo dell'Unione europea nei prossimi anni, parlano di unione bancaria entro il 2012, un maggiore coordinamento di bilancio con i governi che non potranno emettere più debito di quanto concordato se non previa autorizzazione di Bruxelles.

E "nel medio periodo, va considerata l'emissione di debito pubblico comune come un elemento di questa unione fiscale e strumento per rafforzare l'integrazione fiscale". I vertici delle principali istituzioni europee, quindi, sono concordi nell'indicare la condivisione del debito (ormai riassunta nel dibattito sotto l'etichetta "eurobond") come un passaggio cruciale per la sopravvivenza dell'Europa.

Angela Merkel è sempre più nervosa, le agenzie di stampa tedesche le attribuiscono addirittura la frase: "Niente eurobond finché vivrò". Il 4 luglio, subito dopo il vertice di Bruxelles, è già in programma un vertice a due con Monti a Roma, per gestire le conseguenze del Consiglio europeo. Sempre che il governo sia ancora saldo. Perché la tregua concessa da Berlusconi, dopo il suo incontro con il premier di ieri, è garantita fino a lunedì. Poi si vedrà, in base alla performance del premier al vertice.

MARIO DRAGHI ALLA BCEMARIO DRAGHI ALLA BCE


2- EUROGRUPPO POTRA' INTERVENIRE SU FINANZIARIE PAESI
(ANSA) - L'Eurogruppo potrà riscrivere il bilancio di un Paese membro se questo non rispetterà le regole europee. In compenso, si potrà procedere gradualmente sulla strada della mutualizzazione dei debiti sovrani esplorando varie formule. Ma a patto che anche le politiche economiche siano maggiormente integrate e che le 8000 banche Ue siano sottoposte ad un unico sistema di vigilanza, possibilmente gestito dalla Bce.

Queste, insieme alla possibile nascita di un 'ministero del Tesoro' Ue, le principali novità proposte nel documento che i presidenti del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, della Bce, Mario Draghi, e della Commissione, José Manuel Barros, hanno messo a punto per dare all'Unione una 'visione' di lungo periodo. Un testo "equilibrato ma non svuotato dei contenuti", lo hanno definito oggi gli addetti ai lavori difendendolo da chi li ha accusati di aver 'alleggerito' il documento per riuscire a trovare un punto d'incontro tra le posizioni dei vari Paesi.

ANGELA MERKEL MARIO MONTIANGELA MERKEL MARIO MONTI

Un testo che comunque, hanno sottolineato le stesse fonti, non richiede decisioni immediate, ma in prospettiva renderà forse necessarie modifiche ai Trattati Ue. Il documento scritto dai quattro presidenti identifica comunque i "pilastri" e il "metodo di lavoro" da seguire per costruire, nei prossimi dieci anni, una "vera Unione economica e monetaria" e offre spunti per una discussione tra i leader che non si annuncia facile. "Non è corretto pensare che la Germania sia isolata e completamente contraria agli Eurobond", avvertono fonti Ue ricordando che altri Paesi, come l'Olanda e non solo, sono su posizioni ancora più rigide.

Quel che è certo è che la strada indicata nel rapporto sul tavolo del vertice dovrebbe portare ad una integrazione economica molto più forte tra i Paesi della zona euro. A cominciare dall'unione bancaria, dove si dovrà arrivare al "più presto possibile" alla creazione di un sistema unico di vigilanza e intervento preventivo - esplorando fino in fondo la possibilità di affidarlo alla gestione della Bce - per spezzare il circolo vizioso venutosi a creare tra i salvataggi delle banche e la crisi dei debiti sovrani. Anche sul fronte della gestione 'comune' dei bilanci pubblici si prevede l'introduzione di novità importanti, a cominciare dalla fissazione di limiti massimi al deficit e al debito.

euro crisieuro crisi

Oltre ai quali l'emissione di nuovi titoli del debito dovrà essere "giustificata e autorizzata" preventivamente. A esercitare una 'supervisione centralizzata' sui conti nazionali sarà un 'Tesoro' Ue che potrà anche chiedere di modificare quelle leggi di bilancio che non risultassero in linea con le norme europee. Prima di arrivare alla definizione di una 'road map' per l'introduzione di tutte le novità previste, avvertono i quattro estensori, bisognerà lavorare ancora.

La prossima tappa viene fissata per ottobre, in attesa di un nuovo rapporto per il vertice di dicembre. Intanto però, per assicurare che decisioni destinate ad avere un forte impatto sulla vista quotidiana dei cittadini abbiano adeguata "legittimità democratica", il Parlamento Ue e quelli nazionali dovranno essere adeguatamente coinvolti nel dibattito.

 

 

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