Franco Stefanoni per il ''Corriere della Sera''
luigi di maio lorenzo fioramonti
A gennaio sono pochi i morosi, uno sparuto gruppo in una maggioranza disciplinata. Ma con il passare dei mesi le cose cambiano. E se oggi, a fine 2019, si guarda quanti sono i parlamentari cinquestelle in regola con le «rendicontazioni» - cioè quanti hanno restituito parte del proprio compenso, come il Movimento chiede, e hanno pubblicato le cifre su Tirendiconto.it - la situazione appare rovesciata: sono soltanto 10 deputati (su 216) e 5 senatori (su 101) a essere in regola con le rendicontazioni di novembre. Se si guarda ottobre, non va così meglio: solo 27 deputati e 16 senatori in regola.
C' è uno spartiacque: è settembre. Mese in cui, dopo la crisi con la Lega, nasce il secondo governo Conte. Nel quale aumenta l' incertezza sulla durata della legislatura. E in cui, pure, crollano i rimborsi dei parlamentari cinquestelle.
Così il sito Tirendiconto.it non restituisce soltanto un quadro di quanto versato - il «taglio» dei propri compensi è da sempre un cavallo di battaglia del Movimento -, ma anche delle difficoltà e delle tensioni nei gruppi M5S.
Non a caso nei giorni scorsi il vertice del Movimento ha messo all' ordine del giorno il tema dei rimborsi. Il ritardo nel versamento delle quote sta iniziando a creare un serio problema di risorse alla piattaforma Rousseau: nelle restituzioni sono inclusi, infatti, i 300 euro che ciascun parlamentare deve dare alla piattaforma presieduta da Davide Casaleggio (oltre al versamento mensile di almeno 2 mila euro sul conto di un comitato creato ad hoc, intestato a Luigi Di Maio e ai capigruppo di Camera e Senato).
Ed è per questo che i vertici 5 Stelle stanno studiando la stretta: i ritardi potrebbero essere presto materia di lavoro per i probiviri, il comitato che decide sulle sanzioni. Intanto, i parlamentari sono stati avvertiti: chi non è in regola con i versamenti non potrà candidarsi al ruolo di facilitatore regionale.
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Richiamare al bonifico mensile deputati e senatori, tuttavia, non sarà un' operazione semplice. La lista è lunga. C' è chi nel 2019 non ha mai restituito. Su Tirendiconto.it , spiccano il ministro dell' Istruzione Lorenzo Fioramonti e il senatore Michele Giarrusso. Gli altri sono alla Camera: Nicola Acunzo, Nadia Aprile, Santi Cappellani, Daniele Del Grosso, Federica Dieni, Flora Frate, Francesca Galizia, Marta Grande, Mara Lapia, Paolo Romano, Gianluca Vacca e Andrea Vallascas.
Mentre a Palazzo Madama si aggiungono: Cristiano Anastasi, Alfonso Ciampolillo (che è già finito in passato sotto la lente dei probiviri), Luigi Di Marzio, Fabio Di Micco e Pietro Lorefice.
Tra i ritardatari figurano anche ministri e sottosegretari.
Come Alfonso Bonafede (da agosto), Stefano Buffagni (settembre), Laura Castelli (ottobre), Federico d' Incà (aprile). Membri di primo piano come Carla Ruocco e l' ex ministra Giulia Grillo (da aprile). E ancora: Nunzia Catalfo (da marzo), Barbara Lezzi (agosto), Vito Crimi e Danilo Toninelli (giugno).
A tenere duro, invece, è stato un manipolo di parlamentari che nel 2019 ha sempre versato ciò che doveva versare in linea con le regole (da oltre un mese è possibile rendicontare l' ultimo periodo). Si tratta dei senatori Giorgio Fede, Barbara Floridia, Gabriele Lanzi, Arnaldo Lomuti e Fabrizio Trentacoste; e dei deputati Raffaele Bruno, Stefania Ascari, Lucia Azzolina, Antonio Federico, Riccardo Olgiati, Davide Serritelle, Carlo Sibilia, Arianna Spessotto, Luca Sut e Davide Tripiedi.
alfonso bonafede lorenzo fioramonti