Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
vladimir putin alla parata della vittoria
Malato di cancro, di Parkinson, c'è chi parla di leucemia, chi è sicuro che ormai sia sostituito da un sosia, chi sa per certo che non arriverà al 2023, che la sua fine è scritta, morirà in un sanatorio di cui si sa già il nome, così come è scritto il nome del suo successore: Nikolai Patrushev, attuale segretario del Consiglio di sicurezza russo.
Un altro ex ufficiale del Kgb, un altro falco, e pure in buona salute. A cento giorni dall'invasione dell'Ucraina Vladimir Putin è sempre più isolato e più solo. Dal Cremlino non arrivano più notizie ma voci, o rapporti di intelligence.
Gli ultimi sono stati pubblicati ieri dal settimanale americano Newsweek, si tratta di tre fonti diverse e concordanti: Putin ha un cancro, ad aprile ha subito trattamenti pesanti e per questo era sparito dalla circolazione, è debole e costantemente seguito da una squadra di medici (almeno cinque, ma a volte sono anche dieci o dodici), a marzo sarebbe anche sfuggito a un attentato.
Ma soprattutto: non ci contate troppo, sul fatto che le cose finiranno per risolversi da sole. Sarà che i servizi di informazione, soprattutto quelli americani, hanno imparato la lezione di Saddam Hussein o Osama Bin Laden, e sanno che i dittatori raramente muoiono al momento giusto e di morte naturale.
Vladimir Putin e Nikolai Patrushev
«Dobbiamo essere ben consapevoli dell'influenza che possono avere su di noi le notizie che vorremmo sentirci dire» ha detto una delle fonti citate dal settimanale, un ex ufficiale dei Servizi della Difesa americana.
SEGNALI
Su diversi punti, tuttavia, le informazioni sembrano concordare e non temere troppe smentite. Intanto lo stato di salute di Putin. Quattro giorni fa il ministro degli Esteri russo Lavrov è stato costretto a smentire che il presidente sia di salute cagionevole.
Ha addirittura accettato di parlare alle tv francesi TF1 e LCI per dichiarare che «non vedo come una persona normale possa notare in Putin il minimo segno di malattia». Il presidente compirà 70 anni il prossimo ottobre. Sul fisico vigoroso e un'ostentata salute di ferro ha costruito la sua immagine. Il declino è dunque tanto più visibile.
Qualche giorno prima dell'invasione dell'Ucraina, il 7 febbraio, aveva ricevuto il presidente francese Macron: l'immenso algido tavolo è passato già alla storia, ma molto di più avevano colpito la ritrosia di Putin ad avvicinarsi a Macron, a stringere le mani, attento a evitare qualsiasi contatto.
Altro segnale: l'atteggiamento alla parata militare del 9 maggio. Doveva essere la parata della vittoria sull'Ucraina, è diventata la parata della coperta, quella che Putin teneva sulle gambe, dando l'aria di acciaccato anziano accanto ai militari seduti in tribuna senza tremare. Ad aprile è stato quasi sempre latitante.
Quando è riapparso, il 22, sempre a un tavolo, ma questa volta di ridotte dimensioni, per un colloquio col ministro della Difesa Serguei Shoigu, ha impressionato per la rigidità del corpo, i movimenti quasi incontrollati delle gambe, il viso gonfio, e la mano destra aggrappata al bordo del tavolo.
«Fa come fanno gli ex agenti del Kgb, sempre pronti a imbracciare l'arma» ha detto qualcuno. Ma per i più il suo atteggiamento ha avvalorato l'ipotesi di un Parkinson galoppante assortito con un tumore, forse una leucemia. «Le manovre dentro al Cremlino non sono mai state così intense, tutti sanno che la fine è vicina» ha detto una delle tre fonti a Newsweek. Secondo la Cia, la sicurezza del Cremlino ha sventato a marzo un complotto per assassinare Putin.
«Il presidente russo è sicuramente malato - dicono in coro gli agenti Ma questo non significa che dobbiamo solo aspettare che muoia e non avere più nessuna politica nei suoi confronti. Anche perché un vuoto di potere dopo Putin potrebbe essere un pericolo ancora più grosso per il mondo».
«Una Russia dotata di armi nucleari è sempre una Russia dotata di armi nucleari dicono ancora - che Putin sia forte o debole, dentro o fuori, dobbiamo evitare di provocarlo, lui o il suo eventuale successore, facendo credere che siamo determinati a distruggerli».
Un eventuale rimpiazzo alla presidenza con Patrushev non avrebbe niente di rassicurante. Senza contare che le successive e ripetute purghe ai vertici del Cremlino oltre a varie defezioni e diserzioni - hanno ridotto le possibilità di rinnovo della classe dirigente. L'altro ieri anche il genero di Eltsin, Valentin Yumashev, che aiutò Putin ad assumere il potere, ha abbandonato il ruolo di consigliere. Aveva un'influenza limitata, ma era l'ultimo legame con una Russia di riforme e di apertura verso l'Occidente.
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