MOVIMENTO SPACCATO - I GRILLINI SONO DIVISI TRA ALLEANZISTI E "PURISTI" E L'ABBRACCIO CON FARAGE RISCHIA DI ESSERE UN'ALTRA MAZZATA PER IL CONSENSO DI BEPPEMAO – SECONDO PAGNONCELLI, IL 30% DEGLI M5S NON VUOLE PIÙ BEPPE E CASALEGGIO LEADER

In questi giorni si è parlato di contatti anche con altri gruppi (Ecr e Alde) Ma Finora gli incontri non sono stati trasmessi in streaming e la coerenza rappresenta un punto di forza e un tratto distintivo del M5S e dei suoi esponenti a cui sarebbe rischioso rinunciare perché, citando Pietro Nenni, "a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura"...

Condividi questo articolo


Nando Pagnoncelli per il "Corriere della Sera"

 

BEPPE GRILLO RE SOLE BEPPE GRILLO RE SOLE

La conquista della poltrona di sindaco a Livorno e a Civitavecchia nei ballottaggi di domenica scorsa da parte dei candidati del Movimento 5 Stelle mitiga in parte la delusione per il risultato alle elezioni europee che è stato al di sotto delle attese espresse da Beppe Grillo in campagna elettorale: 5,8 milioni di voti, cioè poco più di un elettore su cinque (21,2%) tra quelli che si sono recati alle urne e all’incirca uno su 9 (11,8%) se si considera l’intero corpo elettorale.

 

Rispetto allo scorso anno sono mancati all’appello circa 2,9 milioni di elettori. Le aspettative alle Europee erano indubbiamente molto elevate: vincere le elezioni ripetendo il grande successo dello scorso anno e vincere la sfida contro Renzi, in una competizione fortemente personalizzata.

 

Una parte rilevante della pubblica opinione era convinta che il movimento avrebbe mietuto consensi, probabilmente fuorviata dall’enfasi mediatica riservata al M5S e, soprattutto, dai riscontri su internet, i blog e i social network che, ancora una volta, hanno determinato una forte distorsione delle percezioni collettive. Con il rischio di avere «la rete piena e le urne vuote», mutuando la famosa citazione di Pietro Nenni.

 

 

Nonostante il risultato ottenuto sia stato tutt’altro che modesto (quasi 6 milioni di elettori al giorno d’oggi sono un capitale di voti ragguardevole), la maggioranza assoluta degli italiani (56%) lo considera una bocciatura e ritiene che Grillo e Casaleggio dovrebbero farsi da parte, lasciando ad altri la guida del Movimento.

beppe grillo a firenze beppe grillo a firenze

 

Ed è interessante osservare che tra gli attuali elettori del M5S una robusta minoranza (30%) sia dello stesso parere. Come si spiega questa severità di opinione? Innanzitutto è la conseguenza della tripolarizzazione dello scenario politico: con l’eccezione di Renzi, che ha un consenso molto trasversale, i leader politici sono destinati a radicalizzare le opinioni e a coalizzare nei giudizi negativi elettori diversi e avversari tra loro.

 

E ciò accade in contesti caratterizzati da campagne molto aggressive nelle quali i toni sono esasperati e non mancano attacchi personali ed insulti. Il secondo motivo potrebbe essere ricondotto, in una sorta di contrappasso, alle aspettative di rigore, responsabilità e coerenza suscitate proprio da Grillo e Casaleggio e dal loro movimento.

 

beppe grillo a firenze beppe grillo a firenze

In questa fase di assestamento post-elettorale è difficile immaginare quale potrebbe essere la traiettoria politica del M5S; nell’immediato futuro il tema delle alleanze in sede europea può avere ripercussioni sulla tenuta dell’elettorato di Grillo.

 

L’ipotesi di accordo con il partito della destra antieuropea Ukip guidato da Nigel Farage, secondo i più (47%) potrebbe determinare un indebolimento del M5s e una perdita importante di elettori. Un quarto degli intervistati (27%), al contrario, ritiene che i grillini capirebbero e si adeguerebbero a questa scelta senza tanti problemi, in virtù dell’elevata fiducia che ripongono nel loro leader. Va sottolineato che una quota rilevante (31%) di elettori pentastellati considera rischiosa in termini di consenso questa eventualità.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA ALESSANDRO DI BATTISTA

Di fronte alle diverse ipotesi di cui si sta discutendo, quasi un elettore su due (46%) ritiene che la scelta più conveniente per il M5S sia quella di non fare alleanze con nessuno, il 24% considera più opportuno un accordo con i Verdi e i 10% con Farage. Tra gli elettori del Movimento prevalgono nettamente (56%) gli oppositori ad ogni alleanza in sede europea, coerentemente con la strategia adottata a livello nazionale, volta a sottolineare l’unicità del M5S rispetto a tutti gli altri soggetti politici; i restanti elettori si dividono in parti quasi uguali tra sostenitori di Farage e dei Verdi.

nigel farage nigel farage

 

In questi giorni si è parlato di contatti anche con altri gruppi (Ecr e Alde) e probabilmente gli elettori sarebbero interessati a saperne di più riguardo ai contenuti dei possibili accordi, soprattutto quando ci si confronta con soggetti politici molto diversi dal proprio.

 

Finora, sorprendentemente, gli incontri non sono stati trasmessi in streaming, a differenza di quanto avvenuto in occasione di quelli con Bersani, Letta e Renzi. E la coerenza rappresenta un punto di forza e un tratto distintivo del M5S e dei suoi esponenti a cui sarebbe rischioso rinunciare perché, sempre citando Pietro Nenni, «a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».

luigi di maio a napoli luigi di maio a napoli

Pietro Nenni Pietro Nenni farage parla di macchina del fango farage parla di macchina del fango

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – DUE “ORFANELLE” SI AGGIRANO PER L’EUROPA: MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI. ENTRAMBE DEVONO PRENDERE LE DISTANZE DAGLI EUROPUZZONI (I "PATRIOTI" ORBAN, VOX E PARANAZI VARI CHE SALVINI HA RIUNITO A PONTIDA) - LA DUCIONA FRANCESE È TERRORIZZATA DAL PROCESSO SUGLI ASSISTENTI DEL SUO PARTITO PAGATI CON I FONDI EUROPEI: LA CONDANNA CANCELLEREBBE IL SOGNO DI CONQUISTA DELL'ELISEO - PER SALVARSI DALL'IRA DEI GIUDICI LA “PATRIOTA” MARINE, DOPO AVER RINUNCIATO A FIRMARE LA MOZIONE DI SFIDUCIA CON LA SINISTRA DI MELANCHON AL GOVERNO DI MACRON, ORA PENSA DI MOLLARE I "PATRIOTI" DEL POPULISMO SOVRANISTA - LA DUCETTA ITALIANA E' INVECE RIMASTA SOLA IN ECR CON I POLACCHI DEL PIS E STA CERCANDO DA BRAVA CAMALEONTE DI BORGATA DI FINGERSI “MODERATA” PER RIAGGANCIARE IL CARRO DEL PPE...

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…