- NON CI SERVE PIÙ IL BANANA A PALAZZO CHIGI O AL QUIRINALE ANCHE PERCHÉ LA SUA FAMOSA "CULTURA DELLE REGOLE" ORMAI HA STRAVINTO SU TUTTA LA LINEA - BASTA VEDERE LA SOAVE ‘’REPUBBLICA’’, CHE CON IL BERLUSKA GRIDAVA ALLE "LEGGI VERGOGNA" OGNI TRE PER DUE, E CI RASSERENA TUTTI: "CASO MANCINO-QUIRINALE, NO ALLA LEGGE AD HOC'. SEVERINO: NESSUN LODO SULLE INTERCETTAZIONI PRIMA CHE SI PRONUNCI LA CONSULTA". VI PIACE VINCERE FACILE, EH?... -

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Liana Milella per "la Repubblica"

PAOLA SEVERINOPAOLA SEVERINO

Niente leggina ad hoc sul caso Palermo. Il Guardasigilli Severino non farà "concorrenza" alla Consulta cercando di trovare prima la soluzione per chiudere la querelle sulle intercettazioni Mancino-Napolitano. Il ministro della Giustizia non intende "scavalcare" la Corte. Toccherà agli alti giudici, già dal 19 settembre, esaminare il ricorso presentato dall'Avvocatura dello Stato a nome del Colle, pronunciarsi subito sulla sua ammissibilità e poi stabilire se, come dice il Guardasigilli, «quelle intercettazioni vanno immediatamente distrutte» oppure se «la normativa dev'essere integrata». Ma fino a quel momento - e con i tempi della Corte parliamo di mesi, fine 2012-inizio 2013 - di certo Paola Severino non proporrà un suo "lodo".

GIORGIO NAPOLITANOGIORGIO NAPOLITANO

Per certo il ministro si occuperà comunque di intercettazioni, tema caldissimo che il Pdl è intenzionato a riproporre a settembre. Nell'ultimo faccia a faccia con Severino il segretario del Pdl Alfano e l'avvocato Ghedini hanno posto un aut aut, o nuovo ddl della stessa Severino o il vecchio testo Alfano. Il nodo è la pubblicabilità degli ascolti. E c'è da credere che il Pdl sfrutterà, per insistere sulla necessità di una legge, anche sugli ultimi dati dell'Eurispes che ha rielaborato statistiche di via Arenula. Non ci sono grandi sorprese.

Al 2010 risultano 181 milioni le utenze telefoniche sotto controllo, il 22,6% in più del 2006. Per prevenire il solito slogan della destra, tanto vale precisare subito che non si tratta di altrettante persone intercettate, ma di singole schede che possono appartenere, anche in numero cospicuo come avviene nel mondo criminale, alla stessa persona.

NICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpegNICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpeg

Tra i dati Eurispes da segnalare quello dei costi, 284 milioni nel 2010 rispetto ai 266 di quattro anni fa. E qui bisogna ricordarsi che nella spending review c'è un taglio di 5 milioni proprio per le intercettazioni. Il distretto in cui si ascolta di più è Napoli, mentre Milano arretra, ma è la città dove si spende di più (oltre 39 milioni nel 2010). In media gli ascolti durano 50 giorni e per il 90% del totale riguardano i telefoni, residuale il dato delle ambientali (8,4%) e delle telematiche (1,6%).

I dati rivelano anche che a Palermo le registrazioni sono in calo, mentre la procura è seconda per la spesa con i suoi quasi 35 milioni di euro. Un dato che non mancherà di essere messo in rilievo da chi contesta l'eccessivo ricorso agli ascolti, imprescindibile, peraltro, in una zona ad altissima densità mafiosa.

ANGELINO ALFANOANGELINO ALFANO

E dove, per la seconda volta in pochi giorni dopo il caso del Pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato, scoppia la polemica per via di una nuova iniziativa disciplinare del procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, che sta verificando, attraverso il suo sostituto Mario Fresa, se il pm Nino Di Matteo è da punire per aver rilasciato un'intervista a Repubblica in cui parlava dell'inchiesta sulla trattativa.

NICOLO GHEDININICOLO GHEDINI

E con lui finisce nel mirino della Suprema corte anche il procuratore Francesco Messineo, che risponde dell'eventuale via libera all'intervista, reso obbligatorio dalla legge sull'ordinamento giudiziario. Dai due pm nessun commento. In compenso Di Matteo ha respinto la richiesta dei legali dell'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, indagato per falsa testimonianza, di stralcio della sua posizione.

A Palermo la notizia dell'accertamento disciplinare è stata fortemente criticata. Il procuratore aggiunto e segretario dell'Anm Vittorio Teresi si dice «scandalizzato», definisce l'iniziativa «senza precedenti, un unicum assoluto, una vicenda inquietante e sinistra». La giunta palermitana del sindacato dei giudici sta pienamente dalla parte di Messineo e Di Matteo.

 

 

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