NON DI SOLO COOP – A ROMA, CENA DI AUTOFINANZIAMENTO DI ITALIANIEUROPEI – CORRONO DA D’ALEMA BANCHIERI DAL RADIOSO PASSATO COME GERONZI E PROFUMO E UN PO’ DI GOVERNO (PADOAN E ORLANDO) – AI FORNELLI PIERANGELINI E VISSANI: SI PARTIVA DA 1.000 EURO A CRANIO (VIDEO)

Guest star della serata Pier Carlo Padoan, che fu direttore della fondazione dalemiana, accompagnato dal collega Andrea Orlando. Arrivano anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e altri sottosegretari come Umberto Del Basso De Caro e Filippo Bubbico. Poi tanta minoranza Pd, a partire da Bersani…

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IL VIDEO DI REPUBBLICA TV SULLA SERATA

 

 

MILLE EURO PER ANDARE A CENA - D’ALEMA, SENZA VINO, CERCA SOLDI

Franco Bechis per “Libero Quotidiano

 

CENA ITALIANIEUROPEI CENA ITALIANIEUROPEI

Alle 8 e mezza sono già tutti dentro la sala e Massimo D’Alema può iniziare il suo discorso e dare il via alla cena. Siamo a Roma, palazzo Rospigliosi, quasi davanti al Quirinale, a fianco della Consulta. La lettera di invito firmata da D’Alema raccomandava la cena di autofinanziamento della Fondazione italiani europei. Per sedersi a tavola il biglietto era extra lusso: da mille euro in su. Però potevi avere la fortuna di assaggiare uno dei famosi vini di quello che un tempo chiamavano lìder Maximo, e che oggi affida la presentazione alla moglie Linda Giuva.

 

CENA ITALIANIEUROPEI CENA ITALIANIEUROPEI

Mille euro per un sorso di quei vini? Non si faceva prima a rivolgersi alle coop che dovrebbero averne le cantine ricolme, come ha raccontato la recente inchiesta giudiziaria di Ischia? Ma no, non c’è solo vino. Si mangia pure, e bene. Perché a impiattare sono le due più grandi firme della cucina italiana: Fulvio Pierangelini, il fondatore del Gambero Rosso e Gianfranco Vissani, da anni al top nelle guide stellate. Pazienza se si cena a orari da Nord Italia. Fra gli invitati molti hanno una certa età, e preferiscono.

 

dalema con il suo vino dalema con il suo vino

Ah, il discorso di D’Alema. Ecco, inizia così, presentando la sua perla: il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan. «Vedete che carriera si fa quando si inizia da direttore della nostra fondazione?», ride compiaciuto baffino. Eh, già: Padoan partì da qui, come tanti altri.

 

E certo la presenza del ministro del Tesoro attira ospiti disposti a versare oboli più generosi. Ecco Cesare Geronzi, il banchiere che fu re di Roma. Arriva in una berlina grigio metallizzata Alessandro Profumo, che guida il Monte dei Paschi di Siena. C’è pure Giuliano Segre, presidente della fondazione Cassa di risparmio di Venezia: ascolta D’Alema, brinda, poi si porta via il segnaposto al tavolo numero 6: «Domattina mi alzo presto», si schermisce.

 

Cesare Geronzi Cesare Geronzi

Non c’è solo Padoan. C’è pure qualche scampolo di governo Renzi, e chissà se il premier gradirà: Andrea Orlando, ministro della Giustizia, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti, altri sottosegretari come Umberto Del Basso De Caro e Filippo Bubbico. E poi tanti della minoranza Pd: primo fra tutti Pier Luigi Bersani, e a ruota Nico Stumpo che con lui era responsabile organizzazione del partito.

 

Profumo Alessandro Profumo Alessandro

 Vissani ci spiega di non avere cucinato i suoi piatti: «Mi sono portato dietro piccoli produttori da tutta Italia. Loro hanno portato materia prima che non possono esporre ad Expo o nelle fiere, altrimenti si mangiano il guadagno di un anno. E io ho cucinato con Fulvio le cose loro». Vissani mi lascia nelle mani di un produttore toscano di vodka, la Vdk, che la racconta come fosse una poesia spiegando che lì c’è il 60% del mercato dell’alcol, e che sono i francesi a dominarlo per poi rivendere ai russi.

 

franco bassanini pier carlo padoan franco bassanini pier carlo padoan

Fuori in cortile un esercito di body guard e autisti che quasi fa concorrenza alla piazza davanti al Quirinale nel giorno della festa della Repubblica. Grandi imprenditori però non si vedono. Ai tavoli ci saranno almeno 200 persone, però gran parte sono ex o sempreverdi politici. Chissà quanto ha raccolto D’Alema.. Non lo sapremo mai perché la lista dei finanziatori della sua fondazione è tenuta gelosamente segreta.. Ma alla fine esce anche lui. Ringrazia gli chef. Vissani lo avverte: «Guarda, c’è Bechis di Libero». D’Alema si volta, vede e sibila: «Fosse per me Bechis non sarebbe più libero da un pezzo...». Sì, è in grande forma.

andrea orlando andrea orlando

 

 

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