OBAMA METTE UN PIEDE IN SIRIA DANDO IL VIA LIBERA AI RAID AEREI PER COPRIRE LE SPALLE AI RIBELLI ADDESTRATI DAGLI USA PER COMBATTERE L’ISIS - MA QUESTI SOLDATI PREFERISCONO DEPORRE ASSAD CHE ELIMINARE IL CALIFFATO

Il rischio è che i jet americani si scontrino con quelli di Damasco. I soldati dell’opposizione si sono impegnati a combattere solo l’Isis, e finora Assad non li ha aggrediti, anche se sa che il loro sogno è rovesciarlo. Non si può escludere però che avvenga qualche incidente, casuale o provocato…

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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

Il presidente Obama ha autorizzato il Pentagono a usare la forza aerea per difendere i combattenti addestrati dagli americani in Siria, anche se verranno attaccati dai soldati del regime di Assad. Una svolta, rivelata dal «Wall Street Journal», che intende accelerare la lotta contro lo Stato islamico, ma potrebbe anche favorire scontri con Damasco.

 

Washington finora è stata prudente, perché non voleva intervenire sul terreno nella guerra civile siriana, non intendeva condurre operazioni contro Assad che potevano favorire gruppi islamici come l’Isis e al Nusra, e cercava di evitare lo scontro diretto con Russia e Iran, principali sostenitori del regime.

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Questa prudenza era stata evidente due anni fa, quando Obama aveva deciso di non usare la forza per punire Assad dell’uso di armi chimiche contro i civili, anche perché temeva di farlo cadere senza avere un’alternativa affidabile pronta. Ora però la situazione sta cambiando, e il presidente ha deciso di diventare più aggressivo.

 

L’ADDESTRAMENTO

isis abbatte un aereo siriano e prende ostaggio il pilota giordano 3 isis abbatte un aereo siriano e prende ostaggio il pilota giordano 3

Il provvedimento riguarda i volontari che il Pentagono sta addestrando oltre il confine settentrionale della Siria, per farli poi entrare nel paese a combattere lo Stato islamico. Questo programma finora è andato molto a rilento, tanto che solo una sessantina di uomini lo hanno completato. Le difficoltà principali per l’arruolamento sono due: primo, i ribelli vorrebbero combattere contro Assad, più che contro l’Isis; secondo, non si sentono abbastanza protetti.

 

Sul primo punto gli Usa non sono ancora pronti a cambiare politica, perché Russia e Iran continuano a sostenere Damasco, e gli americani non vogliono far cadere il regime senza avere un’alternativa pronta ad evitare che il paese finisca nelle mani del Califfato. Sul secondo, però, hanno deciso di mutare linea. L’episodio scatenante sul terreno è stato il recente attacco di al Nusra proprio contro i volontari addestrati dal Pentagono, che ha dimostrato la loro debolezza senza il sostegno operativo degli Usa.

SIRIA - UN COMBATTENTE DELL'ISIS SIRIA - UN COMBATTENTE DELL'ISIS

 

Sul piano politico, poi, Washington ha appena concluso un accordo con Ankara, per creare una zona cuscinetto al confine fra Turchia e Siria, liberata dalle forze dell’Isis. L’accordo prevede che i turchi sigillino la frontiera e forniscano artiglieria e aviazione, gli americani copertura aerea e intelligence, e i gruppi di opposizione le truppe di terra. Per avere un minimo di possibilità di riuscita, questo piano ha bisogno che i caccia Usa proteggano i volontari addestrati per entrare in Siria e scacciare l’Isis dalla zona cuscinetto.

 

LE PREOCCUPAZIONI

SIRIA - I MILIZIANI ISIS TAGLIANO LA MANO A UN LADRO SIRIA - I MILIZIANI ISIS TAGLIANO LA MANO A UN LADRO

Il rischio è che i jet americani si scontrino con quelli di Damasco. I soldati dell’opposizione si sono impegnati a combattere solo l’Isis, e finora Assad non li ha aggrediti, anche se sa che il loro sogno è rovesciarlo. Non si può escludere però che avvenga qualche incidente, casuale o provocato. Il Pentagono infatti ha l’ordine di condurre operazioni offensive in sostegno dei volontari solo quando attaccano il Califfato, ma sul piano difensivo deve proteggerli da qualunque aggressione. Dunque se i caccia di Assad li attaccassero, quelli americani sarebbero costretti a reagire, rischiando lo scontro frontale con Damasco.

 

Washington pensa che questo pericolo sia limitato, perché ha intimato al regime di non aggredire i volontari, e finora l’avvertimento è stato rispettato. Nel frattempo però è avvenuto anche qualche mutamento politico, che forse ha reso gli americani più intraprendenti. Il primo è stato l’accordo nucleare con l’Iran, che anche secondo il mediatore Onu Staffan de Mistura potrebbe spingere Teheran a cambiare atteggiamento. Il secondo è stata la sensazione che anche la Russia si stia stancando della guerra in Siria, e non sia più determinata a salvare Assad a tutti i costi.

 

 

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