Da “Il Messaggero”
Non si fa attendere la risposta del presidente Giovanni Malagò al "no" della sindaca Virginia Raggi. Il vertice del Comitato olimpico italiano le rimette tutte in fila. A partire dall'incontro saltato con la Raggi, «Siamo entrati alle 14.23» in Campidoglio e «ci hanno fatto accomodare nel salottino della sindaca.
Attorno alle 15 ho chiesto» per la seconda volta «notizie della sindaca e mi è stato riferito che stava arrivando, aveva un incontro istituzionale con il ministro Delrio. Alle 15.07 abbiamo detto che magari se ci vuole parlare, ci dedica più attenzione e rispetto nei confronti del mondo che rappresentiamo. Ma vi pare normale che noi oggi siamo stati convocati e non siamo stati ricevuti? È tutto pretestuoso, è tutto già scritto, e tutti sappiamo i motivi. È solo un discorso di principio. La diretta streaming poi ci è stata negata dai paladini della trasparenza».
Rispetto alla mozione in consiglio comunale: «Do un consiglio a Virginia Raggi: è meglio se non presenta la mozione di cui ha parlato. Si può trovare su wikipedia, e parla di città ritirate che non si sono mai presentate...A differenza di altri, io so bene di quello che parlo quando si parla di Olimpiadi».
E poi: «Era l'occasione per dimostrare che c'era la possibilità di sistemare quelle cose che tutti sanno non c'è possibilità di risolvere senza un progetto come quello della candidatura olimpica». «Mi dispiace che il sindaco Raggi non ricordi, e non voglio pensare che l'abbia fatto in malafede, che Roma si è candidata solo dopo che il Cio ha cambiato le regole delle candidature, con la riduzione dei costi», dice a proposito degli investimenti previsti.
E aggiunge: «Sul debito delle Olimpiadi '60 sono state dette falsità, bugie per populismo. Ho sentito parlare di 2 miliardi di debito: quando la cifra uscì, settimane fa, interpellai il commissario al debito del Comune. Conservo agli atti la sua mail: era il debito commerciale complessivo, gli espropri di Roma '60 erano solo una minima parte».
Ancora Malagò: «Uno dei capisaldi nel dire no della sindaca è proprio quello di non favorire certe lobby del mattone, ma realizzare la città della scienza a Tor Vergata è proprio riconoscere una precisa concessione che c'è in quell'area. So di cosa parlo, ho letto le carte, se realizzi a Tor Vergata un'aula per l'università vale la concessione a un consorzio, tra cui la Vianini. Se realizzi un villaggio per atleti automaticamente si va a gara pubblica con trasparenza».
«Ben venga qualcuno che ha il vessillo della trasparenza e della correttezza. Quelle persone che hanno sostenuto questa amministrazione non sono certo persone che non vogliono che si realizzi qualcosa, ma che garantisca che qualcosa funzioni. Altrimenti non sei più amministratore ma qualcosa di diverso», sottolinea Malagò.
«Ora andiamo avanti, fino all'atto formale: Comune e Giunta si assumeranno la responsabilità della delibera che dà discontinuità alle precedenti decisioni. Come amministratori pubblici ci si deve assumere le responsabilità. Però do un vantaggio alla Raggi: ritiri i riferimenti alle città che si sono ritirate, su quelle wikipedia non è aggiornata...».
Quanto alle responsabilità economiche: «Se è possibile una richiesta di danno erariale per la mancata candidatura di Roma ai Giochi del 2024? Noi siamo amministratori pubblici, è chiaro che abbiamo avuto dei fondi tramite una legge dello Stato e siamo soggetti ai controlli del Mef quindi giuridicamente ed economicamente è evidente che dobbiamo girare l'azione di responsabilità verso gli amministratori che firmeranno quella delibera», chiude Giovanni Malagò.