L’ORRORE CORRE NEL PROFONDO DEL WEB - SGOMINATA UNA BANDA DI PEDOFILI DIGITALI: MILIONI DI FILE DI RAGAZZINI STUPRATI E TORTURATI - DIECI INSOSPETTABILI ARRESTATI, L’OPERAZIONE PARTITA DA SALERNO - GLI INQUIRENTI NON ESCLUDONO MORTI - LA SCOPERTA DI UNA GIOVANE CHE AVEVA SCARICATO CANZONI DI EDITH PIAF E SI E’ RITROVATA CON FOTO AGGHIACCIANTI NEL PC…

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Antonio Salvati per "la Stampa"

Il più grande archivio di materiale pedopornografico mai scoperto in Italia, con oltre cinque milioni di file in circolazione contenenti immagini esplicite di violenze sessuali su bambini. Dieci mesi è durata l'inchiesta della sezione di Salerno della polizia postale della Campania che ha smantellato la «cellula» italiana di quella che sembra essere un'organizzazione di respiro internazionale.

PEDOFILIAPEDOFILIA

Dieci gli «affiliati» scovati lungo la Penisola: due sono finiti in carcere in Lombardia e in Umbria, sei ai domiciliari nel Lazio, in Piemonte, in Veneto e in Campania e due sono stati sottoposti all'obbligo di dimora in Liguria. Tutti a proprio agio nella palude che si nasconde dietro il web tradizionale: il cosiddetto deepweb, una miniera di documenti non indicizzati dai comuni motori di ricerca, una sorta di girone infernale dove si possono comprare armi, prenotare i servizi di un assassino e, purtroppo, acquistare e scambiare materiale pedopornografico.

Archivi dell'orrore gestiti da vere e proprie organizzazioni criminali in grado di fatturare 14 miliardi di euro l'anno. Gruppi con una gerarchia e dei compiti ben definiti, come nel caso di quello scoperto dagli investigatori campani. Per aderire occorreva installare un software di accesso alle rete. Prima di creare il proprio spazio web, il «novizio» doveva munirsi di una sorta di «invito» rilasciato da uno dei capi del sodalizio.

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Solo successivamente, l'«adepto» poteva iniziare a colloquiare con gli iscritti (agghiacciante la sezione dove i partecipanti si scambiavano consigli sulle sostanze stupefacenti da somministrare ai minori per evitare che si ribellassero o che ricordassero gli abusi) e a «conquistare» gli indirizzi dove scaricare il materiale pedopornografico.

Archivi suddivisi in sezioni: dalla categoria «soft» si arriva a quella «hurt» in un crescendo infernale di abusi e atrocità commessi spesso su neonati di pochi mesi. Categoria a parte è quella denominata «death»: qui gli investigatori hanno intercettato file che documentano l'apparente uccisione dei bambini violentati. «Contenuti aberranti - ha sottolineato il procuratore aggiunto di Salerno, Umberto Zampoli - che hanno scioccato anche gli investigatori». Figurarsi la ragazza salernitana che, dopo aver scaricato dei file musicali di Édith Piaf, si era ritrovata queste serie di immagini.

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È stata proprio lei a segnalare il fatto alle autorità dando il via alle indagini. Agenti sotto copertura e nuovi software per raccogliere tracce dei cyber-pedofili le armi messe in campo dagli investigatori: nel corso degli accertamenti la Procura della Repubblica di Catania, che ha operato in sinergia con quella salernitana, ha indagato una donna che travestita da suora aveva abusato del proprio figlio di otto anni.

«Ci troviamo di fronte a vere strutture criminali - spiega don Fortunato Di Noto, presidente dell'associazione Meter - che fanno dei bambini oggetto di profitto». Cinque foto vengono vendute a circa 200 euro, ma il prezzo si alza a seconda dell'età dei protagonisti e delle atrocità che sono costretti a subire. «Il fenomeno della pedopornografia è sottovalutato - conclude don Di Noto - basti pensare che il 30% di chi detiene materiale di questo genere o lo divulga sono persone che hanno abusato di bambini. Le condanne? Le norme di contrasto in Italia sono all'avanguardia e la ratifica da parte dell'Italia della Convenzione di Lanzarote ha dato un impulso maggiore all'attività di repressione del fenomeno».

 

 

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