- OSTELLINO, “LIBERAL” IMMAGINARIO – LA SENTENZA UNIPOL-BERLUSCONI E LA QUERELA A DAGOSPIA PER AVER SCRITTO CHE ANELAVA A TORNARE ALLA GUIDA DEL CORRIERE -

Silvio e Paolo Berlusconi sono stati condannati per la “divulgazione di segreto d’ufficio” e non per diffamazione a mezzo stampa. Qualche anno fa l’Ostellino dalla memoria breve, invece, querelò per diffamazione Dagospia che fu condannato a pagare la cifra monstre di 150 mila euro…

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di KOLLODI per Dagospia

Meglio non avere opinioni, suggeriva il fisico di Gottinga Gerorge Lichtenberg.
Purtroppo, Piero Ostellino, non solo ne ha ma si vanta pure di non cambiarle mai nonostante la sua rubrica sul Corriere si chiami "Il Dubbio".

PIERO OSTELLINO - Copyright PizziPIERO OSTELLINO - Copyright Pizzi

E per un giornalista che del "liberal" anglosassone ha soltanto la cravatta "regimental", forte è il rischio di essere catalogato nella categoria goethiana dei "cretini" che credono nell'infallibilità delle proprie idee.

Nell'ultima polemica garbata sollevata dal magistrato Oscar Magi sulla sentenza di condanna dei fratelli Berlusconi per l'affare Unipol, l'ex collaboratore della rivista craxiana "Critica Sociale" (anni Ottanta) rivendica giustamente il suo diritto di giornalista di esprimere giudizi.

Una libertà che non gli è stata contestata mai dal giudice Magi il quale si era limitato a far rilevare a Ostellino, sempre sul Corriere, di aver preso lucciole per lanterne nel mettere bocca (a casaccio) su quella sentenza di condanna.

Paolo e Silvio BerlusconiPaolo e Silvio Berlusconi

Silvio e Paolo Berlusconi, infatti, sono stati condannati per la "divulgazione di segreto d'ufficio" e non per diffamazione a mezzo stampa. Tutto qua.

ROBERTO D'AGOSTINOROBERTO D'AGOSTINO

Quisquiglie per l'Altissimo liberale Piero Ostellino. In una "società libera" le verità, insorge, sono sempre relative e non viviamo poi in un regime totalitario.
Ben detto!
Peccato che il pensatore "regimental" di via Solferino continui a vendere ai suoi lettori monete false al mercato dell'informazione.
E senza pagare, giustamente, dazio.

Qualche anno fa l'Ostellino dalla memoria breve, invece, ha chiesto in via giudiziaria un risarcimento danni a Dagospia liquidato dai giudici nella cifra monstre di 150 mila euro, per aver scritto che lui "anelava" a tornare a dirigere il Corrierone (dopo aver pagato 50 mila, alla fine fu ridotto in appello a 15 mila). Forse si è sentito diffamato?
Tant'è.

La verità sarà pure mutevole, ma sulla "doppia morale" di Ostellino come non convenire con lo scrittore Fernando Pessoa quando sosteneva che "non esistono liberali sinceri. Del resto - aggiungeva - non esistono i liberali".

 

 

 

 


 

 

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