E Carrai resta in panchina. Sembra che Palazzo Chigi creerà la nuova struttura che dovrà coordinare gli attacchi informatici. Ma non la guiderà l’amico del cuore di premier, bensì un tecnico del settore. Lo rivela “Il Fatto”.
Sembrava tutto pronto per la nomina di Marco Carrai alla guida del settore. Ma vuoi l’opposizione mostrata da Minniti (sottosegretario con delega ai servizi segreti), vuoi per quella degli altri componenti del Giglio Tragico (Boschi e Lotti, su tutti), la nomina del presidente dell’aeroporto di Firenze sembra destinata a slittare: secondo la ricostruzione del quotidiano.
Alla base ci sarebbero i timori di Renzi di “bruciare” un suo amico. Se dovesse perdere il referendum costituzionale – osserva “Il Fatto” - non lo potrebbe lasciare nell’incarico senza protezione. Ed il comportamento del premier la dice lunga sulla sua reale possibilità di vincere la consultazione.
Ma c’è anche un’altra possibilità. Nell’articolo del “Fatto” viene citato Andrea Mergelletti. In un’audizione l’esperto ha ricordato che “Francia e Germania investono nella cyber defense circa un miliardo di euro all’anno a testa. L’Inghilterra, tre miliardi di sterline. Noi viaggiamo nell’ordine di poco più di 150 milioni all’anno”.
Forse questi numeri possono aver innescato un ripensamento in Marco Carrai nell’accettazione dell’incarico.