Stefano Buffagni, il sottosegretario grillino di osservanza Casaleggio che con alterne fortune si occupa di nomine per conto di Luigi Di Maio, in questo momento ha diverse gatte da pelare: dall'influenzare le scelte che spettano a Cassa depositi e prestiti (Cdp) per le controllate che hanno i vertici in scadenza – si è speso alla grande per la riconferma di Marco Alverà in Snam – ad attaccare i cocci del rapporto andato in frantumi con Giancarlo Giorgetti, il suo omologo della Lega per la gestione del sottogoverno.
massimo casiraghi con stefano buffagni e danilo toninelli
Ma sta per averne una che in confronto le altre saranno niente: qualcuno del mondo pentastellato, che evidentemente non gli vuole bene, ha predisposto un dossier su suo padre Claudio, altissimo dirigente della Esaote, l’azienda genovese che si occupa di prodotti biomedicali.
“West Europe & Italy business director” è l’esatta dizione che lo stesso Claudio Buffagni usa su Linkedin per definire il suo ruolo in Esaote. Pare che nel dossier spicchino i riferimenti a diversi interventi fatti da parlamentari cinque stelle (in particolare tale Leda Volpi) tesi a salvaguardare gli interessi della Esaote, e il testo di una proposta di legge (la 1165 dal titolo “Disposizioni in materia di autorizzazione all’installazione e all’uso diagnostico di apparecchiature a risonanza magnetica nucleare”, presentata alla Camera da un gruppone di onorevoli sia pentastellati sia leghisti, primo firmatario Paolo Tiramani del Carroccio) che liberalizza, senza che non ci sia più bisogno di autorizzazioni, l'installazione di macchinari per risonanza Rmn. Odore di conflitto d’interessi?
STEFANO BUFFAGNI LUIGI DI MAIO stefano buffagni giuseppe conte