IL PAPI RIFORMATORE CHE TORNA IN GIOCO - “SARÒ DI NUOVO CANDIDABILE, L’IMPORTANTE È CHE RENZI MI AIUTI A RIABILITARMI” - BERLUSCONI DETTA AL PARTITO LEALTÀ VERSO PITTIBIMBO E VUOL RICOMPORRE IL CENTRODESTRA

In settimana nuovo incontro con il premier: Berlusconi vuol mettere il sigillo alle riforme e dunque l’intesa non si tocca. È convinto che “la Corte di Strasburgo mi darà giustizia” e dunque potrà ripresentarsi al voto. Perciò lavora alle alleanze e ammorbidisce il duro Verdini sull’Italicum...

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Carmelo Lopapa per “La Repubblica

 

silvio berlusconi silvio berlusconi

L’asse con Matteo resta saldo ed è quel che conta. In quell’intervista parlava ai suoi, non poteva dire niente di diverso, a me le leggi ad personam non servono». Silvio Berlusconi dicono abbia alla fine apprezzato i toni e le aperture del premier nell’intervista di ieri a Repubblica. È il «sigillo» alle riforme e al suo ruolo di «padre riformatore» l’unica cosa che gli può interessare in questa fase.

 

Le spigolature, il “no” a qualsiasi ipotesi di scambio a margine del patto del Nazareno le considera scontate. Il suo ragionamento, maturato ad Arcore durante la giornata trascorsa tra avvocati e figli, fa leva su una speranza. «Io tornerò in gioco, sarò ancora una volta candidabile, anche se nessuno modificherà la legge Severino: sarà la Corte di Strasburgo a darmi giustizia». Che poi è il refrain con il quale da tempo lo staff di legali, soprattutto Nicolò Ghedini, lo sta incoraggiando. «L’importante - ripete - è che Renzi mi aiuti a riabilitarmi attraverso le riforme».

MATTEO RENZI MATTEO RENZI


Ma ci vorrà tempo, mesi, tanti. Ecco perché Silvio Berlusconi non ha alcuna fretta, non spera neanche che Renzi vada alla deriva per tornare magari al voto nei primi mesi del 2015. Tutt’altro. Il leader di Forza Italia rientrerà a Roma oggi in tarda mattinata, il terzo faccia a faccia con il presidente del Consiglio è confermato tra oggi e giovedì mattina. «Dipende solo dall’agenda di Palazzo Chigi», spiegano dallo staff dell’ex Cavaliere.

 

Può anche avvenire in giornata (meno probabile) se Renzi ritaglierà il tempo necessario, Denis Verdini ha dato massima disponibilità, è lui che tiene i contatti e che ieri si è intrattenuto col sottosegretario alla Presidenza Luca Lotti per mettere a punto gli ultimi ritocchi all’Italicum. Oggi a pranzo intanto Berlusconi vedrà lui e Gianni Letta, i due che con molta probabilità lo seguiranno anche questa volta a Palazzo Chigi. Con loro, con Giovanni Toti, con i capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta metterà a punto la strategia, ancora non del tutto definita.

 

DENIS VERDINI NEL E OGGI DENIS VERDINI NEL E OGGI

Perché per esempio proprio il “trattativista” Verdini vorrebbe imporre una sorta di linea dura: concedere al Nuovo centrodestra e agli altri piccoli in trincea per la riduzione dello sbarramento solo questa modifica (dal 4,5 al 4) e solo in alternativa le preferenze (con capolista bloccato, però). Non entrambi i ritocchi, dal suo punto di vista sarebbe troppo. Ma Berlusconi non ama i tecnicismi, gli interessa trattare e concedere se l’operazione consentirà di riportare in un’alleanza di centrodestra le altre forze, dai Fratelli d’Italia alla Lega passando proprio per l’Ncd.

 

LUCA LOTTI LUCA LOTTI

A Renzi tuttavia l’ex premier garantirà soprattutto pieno sostegno per i prossimi passaggi parlamentari della riforma del Senato. Oltre che sulle modifiche all’Italicum che saranno concordate, norma che da lunedì 1 settembre, stando all’agenda del segretario Pd, dovrebbe cominciare il suo iter in commissione a Palazzo Madama. «Il Paese ha bisogno di una legge fortemente bipolare e maggioritaria, non si possono modificare le soglie al di fuori di questo principio» avverte il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, con un messaggio destinato per intero ai big del Nuovo centrodestra.

GHEDINI GHEDINI


Nell’incontro delle prossime ore (o dei prossimi giorni) Berlusconi non si attende
che Renzi apra il dossier economico. Perché su quel fronte il premier non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi del «soccorso azzurro». Anche lì, il leader di Forza Italia spiega ai suoi che resterà in riva al fiume. «Spetta a Renzi il primo passo, non saremo noi a offrirci — è la strategia che in questi giorni ha dettato da Arcore — Se la situazione si fa assai complicata, se c’è bisogno di noi, non saremo un’opposizione irresponsabile. Voglio vedere che succede, se in autunno c’è il rischio di un intervento della Trojka».

 

Gianni Letta con la Nutella Gianni Letta con la Nutella

Forza Italia insomma non si tira indietro. E in effetti quel che fanno ripetendo gli esponenti di punta del partito conferma la linea dell’opposizione «responsabile». Ieri sera Maria Stella Gelmini, intervenendo a proposito del pasticcio della cosiddetta “quota 96” si sbilanciava in favore dell’esecutivo: «Spiace per gli insegnanti, ma il governo ha agito correttamente. Il bilancio dello Stato non cambia col cambio delle maggioranze, le risorse sono scarse e i conti vanno salvaguardati».

 

Due giorni fa l’ex ministro si era spinto fino a parlare della disponibilità forzista a dare una mano per «misure shock per l’economia». Ieri è stata la volta del capogruppo Romani a Tgcom 24: «La nostra posizione è quella che se ci sarà bisogno di noi per l’interesse del Paese, noi ci saremo».

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