Palo Gallori per la Repubblica
La pressione della propaganda sull'Unione europea da parte della Russia e di gruppi terroristi islamici "sta crescendo". Lo sostiene una risoluzione approvata oggi dal Parlamento europeo, in cui si sottolinea e si condanna che il Cremlino sta "finanziando partiti e altre organizzazioni all'interno dell'Ue" di ispirazione antieuropea. Il presidente russo Vladimir Putin, citato dall'agenzia Tass, risponde: l'approvazione da parte del Parlamento Ue di una risoluzione per contrastare "la propaganda di Paesi terzi", compresa ovviamente la Russia, "significa che siamo testimoni di un degrado politico della democrazia nei Paesi occidentali".
"Il governo russo - si legge nel documento votato dall'assemblea di Strasburgo - sta utilizzando un ampio ventaglio di strumenti come think tanks, tv multilingua come Russia Today, pseudo-agenzie di stampa e service come Sputnik, social media e troll sul web per sfidare i valori democratici e dividere l'Europa". La risoluzione sottolinea la necessità per l'Europa di contrastare queste "campagne di disinformazione" e suggerisce di rafforzare la task force per la comunicazione strategica dell'Ue già al lavoro a Bruxelles e di investire di più per promuovere consapevolezza, educazione, media online e locali, giornalismo investigativo e alfabetizzazione nel campo informativo.
La risoluzione è stata approvata con 304 voti a favore, 179 contrari e 208 astensioni. La relatrice, la conservatrice polacca Anna Fotyga, ha apertamente ricondotto l'opera di "disininformazione e manipolazione da parte della Federazione russa" di cui "molti Paesi sono pienamente consapevoli" alla posizione dell'Unione contro "l'annessione della Crimea e l'aggressione all'Ucraina orientale" da parte di Mosca nel 2014, da cui sono derivate le sanzioni economiche adottate contro la Russia nel 2014. "Anche questo rapporto - ha aggiunto Fotyga -, mentre era in via di preparazione, è finito nel mirino di una propaganda ostile".
Il mese prossimo l'Unione Europea sarà chiamata a estendere anche ai media, come Sputnik e Russia Today, le sanzioni contro la Russia, che già includono restrizioni poste all'accesso delle banche russe ai mercati monetari. Il documento approvato a Strasburgo segna evidentemente un punto a favore di chi propende per la linea dura contro il Cremlino rispetto a Paesi membri Ue, come l'Italia e l'Ungheria, che avevano con la Russia un forte scambio commerciale e sentendosi piuttosto danneggiati vorrebbero porre fine alle sanzioni denunciando la loro "inefficacia".
Per il presidente Putin, le eventuali sanzioni contro i mezzi di comunicazione russi proposte dai legislatori europei testimoniano il degrado della democrazia in Europa. "Se venisse presa questa decisione, vorrebbe dire che staremmo assistendo a una chiara tendenza al degrado, nel senso politico di questa parola, della nozione di democrazia nella società occidentale. Spero davvero che prevalga il buon senso e che non si concretizzi nessuna restrizione". Putin ha anche elogiato il lavoro dei giornalisti di Sputnik e Russia Today, definendoli come "efficienti e di talento".