PATRIMONIALE SINISTRA - BERSANI SMENTISCE MA è LUI il primo firmatario di quella mozione sul fisco presentata alla Camera alla vigilia di Natale - Deve averla firmata, ma non scritta, né tanto meno letta. Perché quella mozione alla lettera n) prevede “l’obbligo per ogni contribuente di dichiarare annualmente la consistenza del proprio patrimonio” e sempre lì aggiunge la previsione di “potenziamento del gettito da rendite e patrimonio”, che non lascia grandi dubbi interpretativi....

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AUGUSTOAUGUSTO MINZOLINI

1 - NUOVA LITE PD-TG1 \"DISINFORMAZIONE SULLA PATRIMONIALE\"...
Da \"la Repubblica\"
- Il Pd attacca ancora una volta il Tg1. «Una vergogna, Minzolini ha cercato di fare credere agli spettatori una cosa falsa: la patrimoniale non è la proposta del Pd», dice il coordinatore Maurizio Migliavacca. «Faziosità e falsità hanno animato un servizio in cui si affermava che la patrimoniale fosse la proposta economica delle opposizioni. Non è così».

2 - LA SINISTRA CI VUOL SPENNARE. E LO DICE PURE
Franco Bechis per \"Libero\"

Messo nero su bianco ieri dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani, nella sua lettera al Corriere per rispondere picche alla mano tesa da Silvio Berlusconi: «nella nostra proposta sul fisco discussa e approvata alla Camera si parla di evasione e di rendite, non di patrimoniali!».

Bersani in effetti era il primo firmatario di quella mozione sul fisco presentata alla Camera alla vigilia di Natale. Deve averla firmata, ma non scritta, né tanto meno letta. Perché quella mozione alla lettera n) prevede \"l\'obbligo per ogni contribuente di dichiarare annualmente la consistenza del proprio patrimonio\" e sempre lì aggiunge la previsione di \"potenziamento del gettito da rendite e patrimonio\", che non lascia grandi dubbi interpretativi.

BERSANIBERSANI

Ha accusato evidentemente il colpo basso tiratogli da Berlusconi sulla patrimoniale, il povero Bersani. Perché quella proposta di colpire una tantum la ricchezza degli italiani è nata tutta in casa Pd e qualche collaborazione ha trovato qua e là nelle file terzo poliste. La proposta choc è arrivata da Giuliano Amato, che tutti ora a sinistra vorrebbero relegare al ruolo di \"professore\" o \"intellettuale\".

Amato non è un tecnico: è un politico-chiave della storia del Pd. È stato il penultimo premier del centrosinistra (quello prima del Romano Prodi 2006-2008), ed è stato anche il primo presidente dei Democratici di sinistra, una delle tante pelli mutate dal camaleonte Pci prima di farsi Pd.

WALTERWALTER VELTRONI

UN PROGETTO DEL PD
Basta il curriculum di Amato a comprendere come quella della superpatrimoniale non sia idea bislacca nata da un intellettuale estroverso, ma un progetto politico e programmatico lungamente accarezzato nelle fila di quel centrosinistra che evidentemente prova un\'attrazione fatale per qualsiasi forma di tassazione degli italiani. Le tasse «sono bellissime », disse imprudentemente la buon\'anima di Tommaso Padoa Schioppa.

E i suoi lo presero alla lettera: Prodi, Bersani e Vincenzo Visco di tasse in due soli tragici anni ne inventarono un centinaio. Ma la patrimoniale che insieme alla tassazione delle rendite finanziarie fu sogno esclusivo di Fausto Bertinotti e della sinistra radicale, è diventata in questi ultimi due anni un progetto adottato dal nuovo Pd.

GIULIANOGIULIANO AMATO

Non ne ha fatto mistero il fondatore, Walter Veltroni. Che il 22 gennaio scorso al Lingotto spiegava: «La Banca di Italia ha certificato di recente che il decimo più ricco della popolazione italiana - attenzione: in termini di patrimonio, non di reddito - possiede quasi la metà del patrimonio privato italiano, che nel suo insieme ammonta a circa il triplo del debito pubblico».

Conseguenza di questa fotografia? «La ricchezza non può non essere anche una responsabilità da esercitare. Perché se vogliamo essere davvero una comunità, è giusto che chi ha di più contribuisca di più ad uno sforzo collettivo che ha come scopo un interesse fondamentale di tutto il Paese».

Ecco la proposta veltroniana che segue a tanti giri di parole: «Vi chiedo un contributo straordinario per tre anni per fare scendere il debito in modo rapido verso dimensioni più rassicuranti. Quando i cittadini decisero di pagare l\'Eurotassa tutti compresero che era necessaria, doverosa, utile...».

VINCENZOVINCENZO VISCO

Ecco che cosa attende gli italiani se il centro sinistra dovesse tornare al governo: tre anni di Eurotassa. Formalmente riguarderebbe i redditi alti. Anche nel 2006 fu detta la stessa cosa: si voleva redistribuire la ricchezza, e finì che perse soldi anche chi aveva stipendi da mille euro al mese. Che l\'attacco fiscale ai patrimoni degli italiani sia un progetto consolidato del Pd è mostrato per altro da una serie di documenti ufficiali che fanno tenere in assai poco conto la tiepida e imbarazzata smentita di Bersani.

Lo stesso segretario del Pd terminò a settembre il comizio di chiusura alla festa del partito a Torino avvisando: «Serve una profonda riforma del fisco i cui paletti essenziali sono: spostare il carico fiscale dal lavoro, dall\'impresa e dalla famiglia con redditi medio-bassi verso i redditi da finanza e da patrimonio ».

REDISTRIBUZIONE
L\'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco si fece intervistare il 15 settembre scorso dall\'Unità e invocò apertamente «scelte coraggiose: bisogna parlare di tassazione delle rendite o di patrimoniale ». Un mese più tardi, ad ottobre, il Nens, centro studi fondato da Bersani e Visco e di cui è direttore scientifico Stefano Fassina (responsabile economico del Pd) pubblica un documento dal titolo \"Prospettive di riforma fiscale in Italia\".

ROMANOROMANO PRODI

Il punto 7 non si presta ad ambiguità: \"va affrontato il problema della tassazione patrimoniale in Italia. L\'imposta sul patrimonio, infatti, oltre ai noti effetti redistribuitivi e perequativi (la concentrazione - disuguaglianza - nella distribuzione dei patrimoni è molto maggiore di quella, già molto elevata in Italia, dei redditi), presenta anche la caratteristica di non interferire in modo rilevante con l\'attività economica, in quanto viene pagata indipendentemente da qualsiasi attività di produzione e consumo\".

Il documento entra nel dettaglio. Per gli immobili prevede due imposte locali collegate \"ambedue al valore patrimoniale del mercato\", una a carico del proprietario e l\'altra dell\'inquilino, con aliquota dello 0,5% annuo sul valore di mercato dell\'immobile. Oltre a questa (che a differenza dell\'Ici colpisce anche gli inquilini e chissà perché) anche una imposta patrimoniale su tutte le grandi fortune sopra i 790 mila euro. Signori, preparate i portafogli. Gli uomini delle tasse stanno tornando.

 

 

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