PD, UN PARTITO AL DI LÀ DI UNA CRISI DI NERVI – SPACCATO SULLA LINEA SUPINA DI ZINGA VERSO CONTE E 5STELLE, LUNEDÌ PROSSIMO, CON I RISULTATI DELLE REGIONALI E DEL REFERENDUM (SE IL “NO” ARRIVA AL 40% È UNA SCONFITTA), POTREBBE SUCCEDERE DI TUTTO. L’AGO DELLA BILANCIA È FRANCESCHINI, IL PIÙ OSTINATO DIFENSORE DELL'ASSETTO ATTUALE PERCHÉ SE ENTRASSERO AL GOVERNO ORLANDO, MARCUCCI E DELRIO FORSE SI METTEREBBE IN DUBBIO IL SUO RUOLO DI CAPODELEGAZIONE

-

Condividi questo articolo


ANDREA ORLANDO ANDREA ORLANDO

Carlo Bertini per ''la Stampa''

 

«Il tema non è il rimpasto, il tema è capire qual è l'assetto migliore dal punto di vista organizzativo per gestire il Recovery». Firmato Andrea Orlando. «Non so perché all'improvviso, a cinque giorni dal voto, si scateni la discussione sul dopo voto. La mia unica ossessione è vincere le elezioni e salvare l'Italia», dice Nicola Zingaretti.

 

tvboy opera conte di maio zingaretti renzi tvboy opera conte di maio zingaretti renzi

Fa una certa impressione vedere a quattro giorni dal voto il vicesegretario e il segretario del Pd dire cose così difformi su un tema cruciale come l'assetto dell'attuale governo. Ma nel Pd c'è un clima di rissa sottotraccia, proprio perché «le mire personali sono tante», ammettono quelli più addentro alla vita del partito.

 

Tra i Dem circola infatti già una lista di nomi che ambirebbero a entrare nel governo a vario titolo: e Andrea Orlando è in cima alla lista, pronto a riprendere i galloni di Guardasigilli al posto di Alfonso Bonafede o a fregiarsi di quelli più incisivi in questa fase di un ministero di peso economico. Seguito a ruota dal capogruppo al Senato Andrea Marcucci, che stando ai boatos ambirebbe ai dicasteri della Sanità, al posto di Roberto Speranza o della Scuola, al posto della Azzolina.

 

funerali willy conte zinga lamorgese funerali willy conte zinga lamorgese

Così come nella lista dei pretendenti a un posto di governo continua ad esserci, malgrado le smentite, l'altro capogruppo Graziano Delrio. Viceversa il più ostinato difensore dell'assetto attuale sarebbe Dario Franceschini, perché se entrassero altri Dem al governo forse si metterebbe in dubbio il suo ruolo di capodelegazione. Veleni in un mare inquinato.

 

Questo è il partito democratico prima di una resa dei conti che scatterà lunedì notte. Orlando quindi non demorde e fa irritare il segretario quando dice che «una riflessione andrà fatta. Il tema non è connesso alle Regionali, è connesso al fatto che entriamo in una fase molto nuova, impegnativa, diversa da quelle che abbiamo alle nostre spalle e questa domanda credo che sia giusta farsela».

MATTEO RENZI ANDREA MARCUCCI MATTEO RENZI ANDREA MARCUCCI

 

Zingaretti invece scommette che non ci saranno rimpasti anche se nega vi sia un'intesa col premier per blindare il governo da qualsiasi conseguenza delle elezioni. Il suo mantra in campagna elettorale è l'appello a votare i candidati dem che possono sconfiggere la destra, appello rivolto in primis agli elettori grillini drammatizzando la situazione.

 

Elettori che il leader Pd spaventa dicendo che il risultato delle regionali non sarà senza conseguenze. «Quindi non può far passare l'idea opposta, ovvero che qualunque cosa succederà, lui e Conte resteranno attaccati alle loro poltrone»: questa è la musica che risuona dalle campane del Nazareno.

 

Conte Zingaretti Conte Zingaretti

Ma nel Pd si dice anche che malgrado Luigi Di Maio dica «la parola rimpasto non mi piace e non piace agli italiani», in realtà l'ex capo dei Cinque stelle non si metterebbe di traverso perché se saltasse anche Conte in questa operazione di palazzo, sarebbe un effetto collaterale non sgradito. Così come - sempre secondo i Dem - lo sarebbe Renzi per la stessa ragione e per poter piazzare la Boschi in un ministero pesante. Voci che danno il senso del clima da tregenda in cui i partiti di maggioranza vivono la vigilia di questo voto.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…