PDL, LISTE PULITE – INVECE DI COMINCIARE DA SE STESSO, CONDANNATO IN PRIMO GRADO, SILVIO BANANOMI CACCIA I COMPARI – “DELL’UTRI, SCAJOLA E LABOCCETTA SONO SICURAMENTE FUORI DALLE LISTE, PROBABILMENTE ANCHE MILANESE E PAPA. COSENTINO RESTA “SUB JUDICE” – PAPA E COSENTINO NON HANNO ALCUNA INTENZIONE DI CEDERE IL PASSO – LA DECISIONE DEL BANANA DOPO AVER VISTI ALCUNI SONDAGGI…

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La Stampa.it

PRIMI ANNI BERLUSCONI MARCELLO DELLUTRI E MIRANDA RATTI A MILANO jpegPRIMI ANNI BERLUSCONI MARCELLO DELLUTRI E MIRANDA RATTI A MILANO jpegLELE MORA E ALFONSO PAPA FOTO LAPRESSELELE MORA E ALFONSO PAPA FOTO LAPRESSE DELLUTRI E BERLUSCONIDELLUTRI E BERLUSCONI

«Dell'Utri, Scajola» e Laboccetta sono sicuramente fuori dalle liste, «probabilmente anche Milanese e Papa». Cosentino resta in bilico. «Abbiamo chiesto anche a lui di fare un atto di generosità», spiega Berlusconi. Ma la sua posizione resta «sub judice».

IL VERTICE FIUME
Sono ore cariche di tensione in casa Pdl alle prese con le candidature. C'è tempo fino alle 20 di lunedì per la presentazione delle liste: ore lunghissime in cui il partito rischia di spaccarsi. Sul tavolo c'è il dossier «impresentabili», oggetto di un gabinetto di guerra permanente a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Denis Verdini.

PAPA: NON RITIRO LA MIA CANDIDATURA
«Non intendo ritirare la mia candidatura». È la risposta del deputato campano del Pdl Alfonso Papa «a seguito delle dichiarazioni del presidente Silvio Berlusconi, che su Sky ha fatto cenno alla possibilità di un ritiro della candidatura da parte di Papa e Milanese» Com'è noto al Presidente Berlusconi la mia ferma volontà di portare avanti la battaglia per un sistema carcerario rispettoso della dignità umana e per una riforma organica della giustizia nasce dalla mia esperienza e dal desiderio di dare voce ai troppi che soffrono. Mi era stato chiesto di proseguire nel mio lavoro e così ho fatto», aggiunge Papa.`"e il Presidente Berlusconi intenderà far prevalere una linea giustizialista, io ne prenderò atto - conclude - Mi sembra pero´ inderogabile la necessità che sia Silvio Berlusconi e solo lui ad assumersi una tale responsabilità di tipo politico, culturale e storico''.

"ITALIA SUL BARATRO? COLPA DI MONTI"
Dopo un vertice notturno concluso a tarda ora, Silvio Berlusconi si presenta alle 11 negli studi Sky e incalzato dalle domande di Maria Latella fa il punto: «Dell'Utri e Scajola» sono sicuramente fuori dalle liste, «probabilmente anche Milanese e Papa». Quanto a Cosentino, la sua posizione è «ancora sub iudice». Si parla di prospettive future: «Se vinciamo il premier sarà Angelino Alfano», assicura il Cavaliere.

scajola e caltagironescajola e caltagironeNicola Cosentino e BerlusconiNicola Cosentino e Berlusconi

«Bersani che stravince? È fuori dalla realtà». Poi l'affondo contro «il trio Monti-Casini-Fini che si è dichiarato ruota di scorta della sinistra» e contro «la dittatura della magistratura». Nel mirino anche le ultime dichiarazioni del Professore: «Quello che afferma Monti è disdicevole e lontano dalla realtà. L'Italia sull'orlo del baratro? Una mascalzonata. L'Italia sul baratro ce l'ha portata lui con il suo governo dei tecnici».

LA LINEA DURA

A tener banco in casa Pdl però è la battaglia sulle liste. A sorpresa, il Cavaliere ha sposato la linea dura: fuori chi «ha problemi con la giustizia». Ma c'è da superare la resistenza dei diretti interessati. Marcello Dell'Utri si è arreso all'evidenza: «Non mi candido, è una scelta mia che però mi è stata chiesta da Berlusconi». Più delicata la situazione di Nicola Cosentino in Campania: il deputato casertano non ha alcuna intenzione di cedere il passo.

Berlusconi tra Bertolaso e CosentinoBerlusconi tra Bertolaso e CosentinoALESSANDRA GHISLERIALESSANDRA GHISLERI

A poco è valso, per il Cavaliere, citare «l'esempio» dato da Claudio Scajola. Il quale, peraltro, ha dato un addio tutt'altro che sereno allo scranno parlamentare. L'ex ministro ligure ha detto basta agli «esami da parte di qualcuno» ed ha ritirato polemicamente la propria candidatura, dopo una telefonata dell'avvocato Nicolò Ghedini. «È stata una sua scelta, direi generosa», commenta Berlusconi.

LE RESISTENZA DI VERDINI
Berlusconi, che fino a poche ore prima sembrava propenso a «salvare» gli «impresentabili» per garantismo ma anche per calcolo elettorale (hanno un ampio bacino di voti), ha cambiato idea dopo aver letto alcuni sondaggi preparati da Alessandra Ghisleri. Avere liste «non pulite» avrebbe un effetto zavorra per il Pdl su tutto il territorio nazionale.

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Ci sarebbero forti ripercussioni in Campania, ma soprattutto in Lombardia, regione chiave per gli equilibri del Senato. Insomma, sarebbero più i voti persi con le candidature sotto accusa che quelli del loro bacino di preferenze. Di diverso avviso, riferiscono fonti, è Denis Verdini. Il coordinatore del Pdl avrebbe sottolineato che in Campania il risultato al Senato è in bilico ed i voti di Cosentino sarebbero determinanti.

A dare forza alla tesi delle "liste pulite" arriva la mossa del Pd. I democratici hanno escluso quattro candidati dalle liste elettorali, mettendo così in un angolo il Pdl. Non adeguarsi - si spiega - significherebbe prestare il fianco agli attacchi mediatici degli avversari.

 

 

 

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