PIU' CHE FRANCO, NUDO - JAMES FRANCO, IL SITUAZIONISTA DIGITALE - IN UN MONDO DELLO SPETTACOLO IN CUI MOLTI GAY SI NASCONDONO, LUI SGUAZZA NELLE ALLUSIONI E SI FOTOGRAFA A LETTO NUDO CON UN UOMO. FINZIONE O REALTA'?

Tutto quello che non avreste voluto sapere su James Franco e non avete mai osato chiedere è sul suo profilo Instagram, un reality digitale gettato in pasto agli smartphone di 1,9 milioni di follower. Uno dei tanti aspetti sorprendenti di una carriera contro tutte le regole delle pubbliche relazioni e del management dello spettacolo…

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Matteo Persivale per "Il Corriere della Sera"

T utto quello che non avreste voluto sapere su James Franco e non avete mai osato chiedere è sul profilo Instagram @jamesfrancotv .
I ritratti erotici del comico Seth Rogen nudo, sovrappeso, a quattro zampe sotto la scritta «Seth lo vuole». E i selfie. Soprattutto i selfie, ripetuti e immotivati: James Franco che si gratta la testa, James Franco a letto nudo con un amico, James Franco che sbadiglia, James Franco alla prima di uno dei suoi numerosi film, James Franco photoshoppato dentro vecchi telefilm anni ‘70, James Franco, James Franco, James Franco.

SELFIE PUBICO DI JAMES FRANCOSELFIE PUBICO DI JAMES FRANCO

E poi raddoppia su Facebook, con bonus di avances alle ragazzine 17enni.
È di ieri l'ultima puntata: Franco prima pubblica un «selfie» con mutande semi-calate sul pube e poi lo cancella da Instagram. E smentisce di aver fatto sesso con Lindsay Lohan (che l'aveva incluso in una lista di partner scarabocchiata su un foglio e inevitabilmente filtrata su Internet), «sta delirando» racconta al disc-jockey parolacciaro Howard Stern ridendo di quella volta che la Lohan penetrò di nascosto nella sua stanza d'albergo («Me la trovai davanti alle tre di notte e pensai, ora che faccio?»).

SELFIE DI JAMES FRANCOSELFIE DI JAMES FRANCO

Tutto James Franco minuto per minuto, un reality digitale gettato in pasto agli smartphone di 1,9 milioni di follower in tempo reale. Uno dei tanti aspetti sorprendenti di una carriera contro tutte le regole delle pubbliche relazioni e del management dello spettacolo. Trentasei anni appena compiuti, lanciato poco più che ventenne da un telefilm di culto Usa («Freaks and Geeks») e da un film tv su James Dean, eccolo subito come cattivo nei film kolossal sull'Uomo Ragno dello scorso decennio e in Milk con Sean Penn, biografia del primo politico americano apertamente gay.

JAMES FRANCO E KEEGAN ALLENJAMES FRANCO E KEEGAN ALLEN

Ma Franco è l'inventore di trovate situazioniste che a un normale manager d'attori farebbero venire i capelli bianchi: in un mondo dello spettacolo nel quale numerosi attori gay occulti cercano di conservare la facciata etero accompagnandosi a fidanzate posticce, Franco sguazza nelle allusioni (se fosse soltanto una recita, lo renderebbero il primo divo etero che finge di essere gay, altro record).

Una vita controcorrente, da attore che sul set studiava i testi universitari della Ucla di Los Angeles alla quale s'era iscritto per imparare da Mona Simpson, brava scrittrice (e sorella di Steve Jobs). Il trasloco a New York per studiare scrittura alla Columbia, e poi le comparsate bizzarre in una soap opera facendo il percorso inverso degli attori di basso cabotaggio che sognano il cinema di serie A e si devono accontentare dei polpettoni tv sui medici fedifraghi e le infermiere ninfomani.

Ecco poi i «corti» sperimentali come regista, la video art, la mostra al museo MOCA di Los Angeles per rivelare che il suo ruolo nella soap opera faceva parte di un progetto d'arte contemporanea sull'ecosistema delle celebrità. E ancora la nomination all'Oscar per lo scalatore in trappola di 127 ore che si tagliò un braccio per salvarsi la vita, i dischi rock, la pubblicità per Gucci, e soprattutto le sue amate regie: la biografia in bianco e nero del poeta modernista Hart Crane, quella di Sal Mineo (l'amico di James Dean in Gioventù bruciata , esiliato dalla Hollywood bacchettona per omosessualità e poi ucciso da un balordo), un altro film sperimentale a altissimo tasso di scene gay esplicite sul dietro le quinte di C ruising , il thriller del 1980 con Al Pacino ambientato nei bar sadomaso di New York.

L'ultima regia, per ora, quella di Mentre morivo , la tragedia di William Faulkner filmata attraverso una serie di punti di vista separati, presentato lo scorso autunno a Los Angeles in un cinemino di Sunset Boulevard a pochi metri dal megacartellone con il faccione di Franco fotomodello di lusso.
Se il Franco regista è allergico ai luoghi comuni, il Franco attore è capace di passare dal filologico Allen Ginsberg di Urlo allo spacciatore pappone di Spring Breakers .

JAMES FRANCOJAMES FRANCOJAMES FRANCOJAMES FRANCO

Come scrittore incassa stroncature, ma pubblica racconti - e un romanzo che gioca a nascondino con l'autobiografia - presso editori prestigiosi. E presso una galleria d'arte altrettanto importante ha appena esposto le sue ultime opere: se stesso nei panni della fotografa Cindy Sherman, ricreandone autoritratti famosi per il dispiacere dell'artista subito espresso a mezzo stampa. «Quella non è arte» ha sentenziato Sherman dimostrando di non aver capito il senso post-postmoderno del «progetto James Franco». Che non si basa sugli artisti ai quali fa riferimento ma ha sempre implacabilmente al centro se stesso, James Franco.

JAMES FRANCOJAMES FRANCO JAMES FRANCOJAMES FRANCO

Palombaro sui fondali più limacciosi della celebrità, in questi giorni, tra un selfie e l'altro, è a Broadway in Uomini e topi di Steinbeck, altro autore da lui molto amato (Franco potrà stare antipatico ma la bontà dei suoi gusti letterari è indiscutibile). In attesa della prossima provocazione, della prossima puntata del progetto d'arte contemporanea per il quale bisognerebbe inventare un nuovo tipo di Oscar.

JAMES FRANCOJAMES FRANCO

 

 

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