IL POLITICO ANTIPOLITICO - IL GRILLO SPARLANTE UTILIZZA UNA TECNICA GENIALE: NON DICE NIENTE DI NUOVO, MA LO RIPETE FINO ALLO SFINIMENTO, SEGUENDO LE REGOLE DEL TEATRO COMICO: ALFANO “IL CASTORO DELLA LIBERTÀ”, D’ALEMA CHE “SI È FINTO DI SINISTRA ESSENDO DI DESTRA”, IL PARTITO LIQUIDO DEL PDL DIVENTA “IL PARTITO DIARREA” - BERSANI TERRORIZZATO: “SONO POPULISMI IN CERCA D’AUTORE” - GIULIANO FERRARA: “CHERCHEZ GRILLO, L’IRRESISTIBILE GRILLO. SERISSIMO CAZZARO, MEGLIO LUI DEI SUOI ESEGETI”…

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1- GRILLO, RE DELL'ANTIPOLITICA
Jacopo Iacoboni per "La Stampa"

VIGNETTA DI BENNY - BEPPE GRILLO BOMBAROLOVIGNETTA DI BENNY - BEPPE GRILLO BOMBAROLO

Amato o odiato come demagogo, celebrato o detestato come «re dell'antipolitica». Lui ieri rispondeva «il mio non è populismo, è politica, e non la faccio nemmeno io, la fa chi si candida». Un fatto però sembra innegabile, studiando un po' i suoi comizi: contrariamente alla retorica sulla sua seconda vita, Grillo è rimasto Grillo. Un comico che fa il comico, e fa innanzitutto ridere dai palchi; che poi i suoi discorsi si applichino ormai soprattutto alla politica, dipende dallo stato della politica; e non da oggi.

Beppe Grillo in vacanza a Porto Cervo OlympiaBeppe Grillo in vacanza a Porto Cervo Olympia

Da quando un imprenditore «scese in campo» con canovaccio pre-registrato e una calza sulla telecamera, un po' tutti i politici, anche gli avversari, hanno preso sempre più a parlar per battute, slogan, frasi ripetute identiche, a uso e consumo di un ideale comizio permanente. Solo che in questo Grillo è più bravo. Se prendete la battuta di D'Alema («Grillo è un incrocio tra il primo Bossi e il Gabibbo»), ne coglierete subito l'altezzosità; le battute di Grillo, anche le più scurrili, puntano invece alla risata complice, liberatoria.

ELLEKAPPA - Beppe Grillo e Berlusconi - Da RepubblicaELLEKAPPA - Beppe Grillo e Berlusconi - Da Repubblica

E così Alfano è «il Castoro della libertà». Bersani è «Bersanetto che non ha più niente da dire, e allora parla D'Alema». Renzi è «l'ebetino». D'Alema «è uno che si è finto di sinistra essendo di destra». Il nuovo «partito liquido» annunciato dal Pdl è «il partito diarrea». Casini è un «Anthony Perkins per vecchie m...», e l'Udc è «Unione dei carcerati»... Le ultime due sono nuove. È un'eccezione, però.

Perché Grillo, ecco il punto, non improvvisa. Semmai ripete incessantemente, lima, al limite aggiorna, un repertorio, in questo come il Berlusconi delle origini. Sulla collocazione del movimento cinque stelle dice allo sfinimento «non siamo di destra né di sinistra. Non siamo il terzo o quarto partito ma il primo movimento di cittadini d'Italia» (l'ha detto a Genova, Cremona, Monza, Cesano Maderno, Piacenza, Arese). Sul governo non dice mai «il governo» ma sempre «i bocconiani del governo».

beppe grillobeppe grillo

Su Monti si attiene fedelmente a questo testo: «Rigor Montis fa il contabile, l'esorcista, che fa uno più uno uguale a due e smantella lo stato sociale» (a Marcon, Conegliano, Cesano Maderno, Arese). I segretari dei partiti, A-B-C, «non sono grandi leader, sono dementi, dilettanti allo sbaraglio» (intervista a Chi). Sono «ologrammi», «ma perché anche lei parla ancora di loro, che non esistono?».

GrilloGrillo

Anche sui temi, come negli spettacoli dell'altra vita da comico, c'è sempre una frase-chiave. L'Imu, per esempio, «per cercare di calcolarla il mio commercialista è stato costretto ad andare in analisi». Oppure le tasse: «Se pagassimo tutti le tasse non cambierebbe nulla perché ruberebbero il doppio» (a Cesano Maderno il 16, ad Agorà su Raitre, a Piacenza il 21). Non è un caso che la proposta più discussa («uscire dall'euro») sia stata avanzata fuori repertorio: rispondendo al cronista di Piazzapulita. Non significa che altre proposte non ci siano; semplicemente, non sono da comizio.

beppe GRILLO nightmarebeppe GRILLO nightmare

Ecco perché di norma Grillo evita i talk show, perché li considera «morti, e le rivoluzioni non le faranno le tv di m...». Alcune locuzioni gli piacciono tantissimo, quella «odio sociale» la applica a molte cose diverse: al governo che «sta creando odio sociale» (ad Arese il 17). Ai leader politici che «creano odio sociale. È giusto pagare le tasse ma io voglio sapere la destinazione d'uso delle mie tasse» (a Piacenza il 21). Ai controlli della Guardia di finanza che sono «un modo per instillare l'odio sociale» (a Conegliano il 22).

Per disinnescare il software bisognerebbe capire da dove trae origine il codice sorgente. Certo, è truculento come le pasquinate (se non fosse che lui è ligure). Ma le frasi truculente definire Giuliano Ferrara «un contenitore di m...» - di solito sono studiate, pronunciate nel momento in cui sta calando la tensione nell'uditorio: è successo in tre dei comizi di questa settimana. Ferrara, lungi dal risentirsi, è l'unico che sul Foglio abbia capito, non giudicato, il meccanismo geniale del comico-comiziante, e perché stia stregando l'Italia.

PIERLUIGI BERSANI MASSIMO DALEMAPIERLUIGI BERSANI MASSIMO DALEMA


2- TROPPI GRILLI PER LA TESTA - LA SINISTRA TERRORIZZATA DÀ ADDOSSO ISTERICAMENTE AL GRILLO SPARLANTE -
Da "Il Messaggero"

«Sotto la pelle del Paese ci sono populismi in cerca di autore e per acchiappare umori magari battezzeranno partiti con il nome Viva la mamma. Io non faccio Viva il papà, faccio il Pd. Ma certo a chi cerca di captare umori per avere consensi a 360 gradi non si può contrapporre la sclerosi della politica che non rinnovarsi». Cosi Pier Luigi Bersani parla dell'antipolitica, riferendosi, pur senza citarlo direttamente al leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Contro il comico genovese torna a schierarsi anche Massimo D'Alema: «L'altra sera - ha detto l'ex premier durante una manifestazione elettorale a Lucca - ho visto su Internet un discorso di Beppe Grillo che usava esattamente gli stessi toni e le stesse parole del Bossi di 20 anni fa. Con l'aggiunta di un programma politico che prevede la chiusura delle fabbriche e l'uscita dall'euro».


3- CHERCHEZ GRILLO, L'IRRESISTIBILE GRILLO - SERISSIMO CAZZARO, MEGLIO LUI DEI SUOI ESEGETI. MA PREFERISCO MONTI
Giuliano Ferrara per "Il Foglio"

GIULIANO FERRARA E PIER FERDINAMDO CASINIGIULIANO FERRARA E PIER FERDINAMDO CASINI

Il fatto italiano che condiziona la ricezione stupida è Grillo ovvero la nuova puntata dell'antipolitica, un altro inquietante già visto. Ma che vi volete inquietare? Ho ascoltato un comizio di Beppe a Radio Radicale.

Fresco, ansioso, un demagogo che sa e non sa di esserlo, un oratore comico di prima grandezza, turpiloquente, chiaro come l'acqua di fonte nel dire le sue cose, duro, puro, disinteressato, con idee che si portano come i danesi che pagano solo cento euro per riscaldarsi nel gran freddo attraverso la pompa di calore che ricicla le fogne invece che con le centrali a carbone, con l'elogio dell'orto come luogo rivoluzionario anti Co2 in cui si mette un pomodoro e poi uno se lo mangia, con l'esaltazione dell'evasione fiscale come small government, della Lega d'antan come motore antistatalista, della community organization della sinistra radicale americana, una vena molto genovese da giù le mani dalle mie tasche, sbotti di pietà oratoria per chi si butta dalla finestra per debiti privati contro chi dovrebbe buttarsi dalla finestra per sperperi pubblici, appello ai carabinieri perché non scortino più quei maiali, nomignoli a schiovere, battute divertenti, insomma un campionario irresistibile e ridanciano, ma serio e vigoroso, di cazzate o anche di idee giuste affidate a una banda di cazzari a cinque stelle, che nome.

MARIO MONTI - CHI VUOL ESSER TARTASSATOMARIO MONTI - CHI VUOL ESSER TARTASSATO

Può essere che i partiti siano finiti, morti, sepolti, e che la rivoluzione sia dietro l'angolo con le fattezze di un Coluche all'italiana, anzi alla genovese, ma è più probabile che la nuova puntata dell'antipolitica sia simile alle vecchie, quando negli anni Settanta Pannella portava legioni di deputati e senatori all'elezione in comizi colti, densi, pieni di idee e di stronzate contro l'ammucchiata dell'unità nazionale.

MARIO MONTI CON GLI OCCHIALI DMARIO MONTI CON GLI OCCHIALI D

Roba che emerge e poi non si tiene in piedi, tradizione e sensibilità eterna dei Radicali di Pannella a parte, tanti o pochi che risultino, non tiene come sanno tutti, e intanto ci divertiamo un mondo a Sesto San Giovanni e a Cernusco sul Naviglio, ché un comizio di successo è fun, svaga, dà fondo al meglio e al peggio che è in tutti noi, ci libera da inibizioni diventate viziose con un vizio di migliore fattura, e il fun, la gioia di vivere, è quello che la politica di ABC non è certo in grado di garantire, solo il burlesque aveva portato la cuoca alla testa dello stato, come voleva Lenin.

ANGELINO ALFANO CON PUGNO VOLITIVOANGELINO ALFANO CON PUGNO VOLITIVO

Grillo è veramente bravo, tecnicamente ineccepibile, si prodiga e si sfoga perché tutti abbiamo un'età e arrivano i tempi in cui lo stacco del biglietto al botteghino risulta abitudinario, la politica italiana è aperta al teatro, al cabaret, e allora perché non approfittarne via computer e iPad? E poi anch'io rido di cuore quando Grillo manda tutti affanculo, vorrei vedere. Solo che quando prenderà i suoi bei voti sonanti alle amministrative, e si preparerà per la grande sfida alberghiera a cinque stelle, ecco che dovremo rileggere tutte quelle sciatterie interpretative, tutte quelle solennità da quattro soldi sull'avanzata dell'antipolitica. Prospettiva non esaltante, preferisco Monti.

 

 

 

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