- IL PREMIER SPACCONE DEGRADA L’UE A SEMPLICE CONSULENTE – “BRUXELLES NON È IL MAESTRO CHE FA L’ESAME, CI DEVE SOLO CONSIGLIARE” – “SE CI BOCCIA LA LEGGE DI STABILITÀ NOI GLIELA RESTITUIAMO TALE E QUALE” – POI CACCIA LA SUPER-BALLA SUL CAMPIDOGLIO: “NON METTO IL NASO SULLE NELLE VICENDE ROMANE” -

- In realtà i “consiglieri” di Bruxelles devono esaminare la nostra legge di Stabilità e darle il via libera, come prevedono le regole dell’Eurozona. Passeranno al setaccio le due principali coperture della manovra, ovvero i (presunti) tagli della spending review e le stime sull’aumento della crescita… -

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1.TASSE, RENZI: “UE NON È MAESTRO CHE FA ESAMI”

Da “repubblica.it

 

MATTEO RENZI E LINO AMANTINI MATTEO RENZI E LINO AMANTINI

"Bruxelles non ha alcun titolo per intervenire nel merito delle misure della legge di Stabilità". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi a 24 Mattino su Radio 24, rispondendo così ai dubbi espressi dall'Ue sul piano fiscale e in particolare sullo stop alla tassazione sulla prima casa. "Bruxelles non è il maestro che fa l'esame, non ha i titoli per intervenire sulle scelte economiche del governo. In questi anni c'è stata subalternità psicologica dell'Italia verso gli eurocrati. Certo ci deve consigliare ma noi gli diamo 9 miliardi netti

ogni anno e non è che ci deve dire qual è la tassa giusta da tagliare. Se Bruxelles boccia la legge di Stabilità noi gliela restituiamo tale e quale".

 

"Da due anni - ha detto il premier - l'Italia comincia a tagliare le tasse. Questo interessa le persone. Siamo entrati in un linea di sviluppo per cui le tasse vanno ridotte. La discussione sulle coperture mi stupisce. Sono i benaltristi, quelli che per vent'anni non si abbassavano le tasse e ora c'è chi dice che andava fatto in un altro modo". E rassicura: "Non ci saranno aumenti di altre imposte dopo l'eliminazione dell'Imu".

MATTEO RENZI AL MIBACT MATTEO RENZI AL MIBACT

 

Renzi risponde anche sui dubbi di legalità dell'inserimento in bolletta del canone Rai: "La norma della legge di Stabilità che prevede il canone Rai in bolletta è al riparo da impugnative". E sul palinsesto della tv pubblica afferma: "Il direttore generale Campo Dall'Orto ha annunciato che nei programmi sui bambini non ci sarà più la pubblicità ed io sono felice che vi sia una norma del genere".

 

E sull'aumento dellimite al contante che potrebbe aumentare il livello di evasione fiscale dice: "Noi abbiamo un limite al contante più basso d'Europa. Solo il Portogallo lo ha basso come il nostro, a mille euro. I dati dimostrano che non è stato il contanti a ridurre l'evasione, ma l'incrocio dei dati e misure che abbiamo preso come la fatturazione elettronica".

JUNCKER RENZI JUNCKER RENZI

 

Il premier parla anche della bufera politica che si è abbattuta su Roma, rimasta senza sindaco e con il Giubileo alle porte: "Non metto il naso nelle vicende romane. Il mio obiettivo è cercare di mettere a posto il Paese", dice Renzi. "Questo vale anche per la squadra del commissario".

 

Anzi il commissario, spiega il premier, "lo scelgono il prefetto e il ministro dell'Interno, anche se, come ha detto Gabrielli, trattandosi di Roma e non di una città qualunque" la scelta sarà concordata con il governo. L'esecutivo sarà però in campo per il Giubileo, "un Giubileo particolare, non come quello del 2000, ma annunciato dal papa a sorpresa, e diverso dal solito perché molto legato alle periferie del mondo e che riguarda anche le periferie della città che lo ospita". Su questo potrebbe esserci un decreto ad hoc e un 'dream team' bipartisan.

 

JUNCKER RENZI JUNCKER RENZI

"Nelle prossime ore, nei prossimi giorni ci lavoriamo - spiega Renzi - abbiamo la possibilità di utilizzare un provvedimento normativo legato al Giubileo per tenere in ordine gli autobus e alcune realtà della città".

 

Potrebbe essere "un decreto legge approvato dal governo e poi dal parlamento. Vale la pena di fare una piccola squadrettina fuori dai colori politici, che su 4-5 temi utilizzi la scadenza del Giubileo per mettere a posto la città".

 

2. I DUBBI DI BRUXELLES SULL’EXTRA DEFICIT MA IL PREMIER È SICURO “NON CI BOCCERANNO”

Alberto D’Argenio per “la Repubblica

 

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

«Se le cifre quadrano, se a Roma hanno fatto bene i conti la volontà politica di promuovere la Legge di Stabilità italiana c’è». Il testo della manovra da 27-30 miliardi è appena arrivato nel quartier generale della Commissione europea. Nonostante Bruxelles sia letteralmente bloccata dalle ingenti misure di sicurezza per proteggere il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione da una manifestazione contro il Ttip, i responsabili europei asserragliati nel palazzo Berlaymont parlando di Italia sono più rilassati del solito.

 

Tra le righe confermano la sensazione che filtra anche a Roma, un’intesa informale tra governo e Ue sulla Legge di Stabilità c’è. Verrà formalizzata a novembre. Ma perché tutto fili liscio mancano ancora un paio di verifiche tecniche da non sottovalutare.

 

pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149 pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149

Un alto funzionario europeo impegnato direttamente sul dossier la spiega così: «La Finanziaria è in linea con le nostre aspettative, ora però dobbiamo fare i calcoli e vedere se tutto torna». Al setaccio di Bruxelles le due principali coperture della manovra: spending review e aumento della crescita. Se a Bruxelles saranno considerate solide, ci sarà il via libera a finanziare il resto della Legge di Stabilità portando il deficit al 2,2% grazie alla flessibilità per le riforme e gli investimenti. Un gruzzolo da 13 miliardi che in altri tempi non sarebbe mai passato.

 

Dunque nei prossimi giorni i tecnici del commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, passeranno ai raggi x i 5 miliardi di spending. «Dobbiamo verificare – spiegano dietro le quinte – quanto siano dettagliati, strutturali e affidabili. Non ci accontentiamo di voci incerte».

MARIE CHARLINE PACQUOT FIDANZATA MINISTRO FINANZE FRANCESE PIERRE MOSCOVICI MARIE CHARLINE PACQUOT FIDANZATA MINISTRO FINANZE FRANCESE PIERRE MOSCOVICI

Se l’esame sarà positivo, la seconda tappa cruciale è fissata per la prima settimana di novembre. In teoria Bruxelles entro il 31 ottobre potrebbe bocciare tout court la manovra, ma l’ipotesi al momento non è presa in considerazione.

 

Dunque il 5 del prossimo mese la Commissione pubblicherà le tradizionali previsioni economiche d’autunno. Se le stime sulla crescita combaceranno con quelle recentemente riviste al rialzo dal governo, 0,9% nel 2015 e 1,6% nel 2016, il più sarà fatto. Significherebbe che i conti tornano davvero. Fatto sul quale al Tesoro – dove ritengono di avere sfornato numeri molto prudenti - al momento nessuno dubita.

 

RENZI HOLLANDE RENZI HOLLANDE

Tanto che ieri parlando con lo staff nel viaggio aereo tra Roma e Bruxelles – dove si è tenuto un vertice dedicato a immigrazione e politica estera - Matteo Renzi dava per scontato il via libera europeo. Una convinzione maturata nei numerosi colloqui tra governo e autorità dell’Unione delle ultime settimane, con i tecnici che al peggio si aspettano un rinvio a febbraio del giudizio Ue, come avvenuto nel 2015, ma non una bocciatura o un commissariamento tramite procedura su deficit e debito.

 

E non spaventava nemmeno l’ormai consueto richiamo, è il terzo in un mese, del vicepresidente della Commissione titolare dei dossier economici, Vladis Dombroskis, il falco (ex premier) lettone. «L’abolizione della tassa sulla prima casa non è in linea con il nostro consiglio generale di ridurre prima la tassazione sul lavoro». Appunto che da solo non è in grado di portare alla bocciatura della manovra se il resto del testo verrà considerato idoneo in primis dal presidente Juncker, i cui esperti nelle ultime ore si sono mostrati ottimisti.

Dombrovskis Dombrovskis

 

Se l’Italia dunque otterrà il via libera a far calare il deficit (ma nulla può essere dato per scontato fino agli ultimi giorni di novembre quando ci sarà la decisione definitiva) dal 2,6% al 2,2%, una grossa deroga rispetto all’1,4% inizialmente previsto, la partita si sposterà sulla flessibilità per i migranti (0,2%). Renzi e Padoan non sono particolarmente fiduciosi su questo punto. Anzi, fonti di governo parlano di un certo «pessimismo».

 

Per questa ragione il governo non ha alzato al 2,4% il deficit nella manovra, ma ha spiegato che se arriverà l’ok Ue - la decisione è attesa tra dicembre e gennaio - spenderà questo eventuale nuovo bonus da 3,2 miliardi per finanziare l’anticipo del taglio Ires e l’edilizia scolastica (1 miliardo).

 

il pupazzone di matteo renzi protesta a bruxelles durante il g sette il pupazzone di matteo renzi protesta a bruxelles durante il g sette

Bruxelles sembra però reticente a concedere questa terza clausola di flessibilità. Anche diversi governi frenano e a sorpresa sul fronte del no, oltre ai soliti rigoristi, ci sono anche i francesi. A Bruxelles c’è chi ipotizza che dietro la freddezza dell’Eliseo sulla flessibilità richiesta da Austria e Italia ci sia una sopraggiunta freddezza tra Renzi e Hollande, che da luglio si beccano (è avvenuto di fronte a diversi testimoni anche ad una riunione del Pse) a causa della sbandata filo tedesca imputata ai francesi.

 

La partita resta comunque aperta ma la sensazione è che Bruxelles non abbia nemmeno deciso i criteri con cui valutare i paesi che potranno fare più deficit per compensare i costi della gestione dell’emergenza migranti. Tanto che ieri il solitamente cauto Padoan ha lanciato una frecciata alla Commissione: «Stiamo aspettando istruzioni tecniche».

 

 

 

 

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