1. PER LA PRESIDENZA ENI PRENDE QUOTA MASSOLO, L’AMBASCIATORE CHE GUIDA GLI SPIONI 2. DIVENTA REALTA’ LA GAFFE DI PITTIBIMBO SULL’ENI CHE E’ “UN PEZZO DI INTELLIGENCE”? 3. LA SCELTA DI MASSOLO, SPONSORIZZATISSIMO DA GIANNI LETTA, CONSENTIREBBE INNANZITUTTO DI SANARE LA FERITA NEI RAPPORTI CON SILVIO BERLUSCONI. IL CAPO DI FORZA ITALIA, ALLA NASCITA DEL GOVERNO RENZI, AVEVA CHIESTO POCHISSIME COSE: NIENTE INTERVENTI A GAMBA TESA SULLE TELEVISIONI E CONFERMA DI SCARONI ALLA GUIDA DELL’ENI 4. GRANDE FREDDO TRA PALAZZO CHIGI E IL MINISTERO DEL TESORO DI PADOAN: RENZI SOSPETTA CHE I CACCIATORI DI TESTE SIANO ETERODIRETTI DA LETTA ZIO E DA LETTA NIPOTE 5. IN FINMECCANICA OCCHIO AL “MISSILE” PERFETTI - IN ENEL IN PISTA ANDREA MANGONI

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antonio perfettiantonio perfetti

L'hanno preso in giro, Pittibimbo, quando la settimana scorsa dalla Gruber s'è fatto scappar detto che l'Eni è anche "un pezzo fondamentale della nostra politica di intelligence". Certe cose si fanno, ma non si dicono. Ma questa volta pare che si dicano perché potrebbero essere davvero fatte: alla presidenza del Cane a sei zampe salgono di ora in ora le quotazioni dell'ambasciatore Giampiero Massolo, attuale direttore del Dis, ovvero il capo dei servizi italiani.

MATTEO RENZI A OTTO E MEZZO DA LILLI GRUBERMATTEO RENZI A OTTO E MEZZO DA LILLI GRUBER

La scelta di Massolo, sponsorizzatissimo da Gianni Letta, consentirebbe innanzitutto di sanare la ferita nei rapporti con Silvio Berlusconi. Il capo di Forza Italia, alla nascita del governo Renzi, aveva chiesto pochissime cose: niente interventi a gamba tesa sulle televisioni e conferma di Paolo Scaroni alla guida dell'Eni. Sul primo punto non ci sono mai state neppure ombre, come si può vedere dalle scelte filo-berlusconiane operate per il ministero dello Sviluppo economico. Sul secondo, invece, sono entrati in campo giocatori più pesanti di quanto immaginasse il giovane premier.

GIUSEPPE MASSOLOGIUSEPPE MASSOLO

L'alleato americano, fondamentale anche nell'economia dei rapporti con la Troika (Fmi-Bce-Commissione Ue) ha chiesto all'Italia una chiara inversione di rotta nelle politiche energetiche che si può riassumere così: meno dipendenza dal gas russo e disponibilità a comprare lo shale gas "made in Usa". Una linea incompatibile con un quarto mandato nelle mani di Scaroni.

GIANNI LETTA E ENRICO LETTAGIANNI LETTA E ENRICO LETTA

L'ad uscente del Cane a sei zampe, tuttavia, potrà ritenersi soddisfatto se riuscirà, come sembra probabile, a lasciare il testimone nelle mani del dg Claudio Descalzi. Un super-tecnico cresciuto nel gruppo, al quale è quindi possibile affiancare come presidente un uomo di relazioni internazionali, anche politiche.

Massolo ha 59 anni, una vasta esperienza da diplomatico all'estero (a Mosca e Bruxelles), ai vertici della Farnesina (ha comandato il personale ed è stato segretario generale) e dal 2012 guida il Dis con una mano che è stata riconosciuta da tutti come "leggera". Che in un posto come i servizi segreti è sinonimo di massima correttezza istituzionale.

scaroni berlusconi interna nuovascaroni berlusconi interna nuova

Pochi lo ricordano, ma Massolo conosce benissimo Berlusconi fin dal lontano 1994, quando fu capo della sua segreteria particolare a Palazzo Chigi. Sarebbe difficile, per l'ex Cavaliere, non cogliere nella designazione di Massolo un segnale di pace di Renzie, impossibilitato a confermare Scaroni.
Il grosso delle nomine, che dovrebbero essere decise domenica prossima, a poche ore dalla scadenza di legge per la presentazione delle liste di Eni, è ancora in alto mare.

RENZI E PADOANRENZI E PADOAN DE BENEDETTI SCARONI BERLUSCONIDE BENEDETTI SCARONI BERLUSCONI

Lo scontro tra Tesoro e Palazzo Chigi è destinato ad acuirsi. Il sottosegretario Luca Lotti pensa che le rose arrivate da Via XX Settembre siano poco affidabili e lo stesso premier avrebbe più volte espresso scarsa fiducia nei confronti del lavoro dei cacciatori di teste: "Sono etero dirette, lo sappiamo benissimo".

Eterodirette? E da chi? Insistendo un po', nei corridoi di Palazzo Chigi te lo spiegano anche: "Da Lettazio e da Lettanipote, come dite voi di Dagospia".

In realtà, come molto spesso accade, la verità si mischia a qualche suggestione. La verità, che esce anche dal Tesoro, è che Spencer Stuart e Korn Ferry avrebbero avuto più di uno scontro nella valutazione dei candidati. La prima ha base a Roma e in alcuni casi ha sponsorizzato semplici country manager di società straniere che a una prima verifica di Palazzo Chigi sono stati giudicati "leggerini". La seconda, Korn Ferry, è milanese e sarebbe stata ben più severa nelle valutazioni. A volte anche troppo, a giudizio dello stesso azionista Tesoro.

ANDREA MANGONIANDREA MANGONI n cc24 colao marchetti mielin cc24 colao marchetti mieli

In ogni caso, il fatto che nel paniere del Tesoro siano entrati per società quotate in Borsa - e zeppe di fondi esteri nell'azionariato - nomi di manager che non hanno mai visto un'Ipo in vita loro, non ha fatto altro che aumentare la diffidenza di Palazzo Chigi. In più, nello stretto giro renziano non è passato inosservato il fatto che nell'Advisory board di Spencer Stuart, fino a un paio d'anni fa, figurasse niente meno che Enrico Letta. E prima ancora di lui, lo zio Gianni.

L'ambizione di fare "piazza pulita" e "mettere tutta gente sotto i cinquant'anni", come Lotti ha più volte spiegato ai suoi interlocutori, deve però fare i conti con qualche intoppo. Ci sono i rifiuti, come quello di Colao di Vodafone e quello di Simonelli di General Electric, e ci sono promesse comunque da onorare con Enrico Letta, come una poltrona per Francesco Caio, che ha lavorato gratis per il precedente governo.

Francesco Starace ad Enel Green PowerFrancesco Starace ad Enel Green Power

Poi c'è Fulvio Conti, che da ad dell'Enel dovrebbe diventare presidente. E c'è anche il caso di Gianni De Gennaro, la cui presidenza in Finmeccanica sembra intangibile.
Nel colosso della difesa di piazza Montegrappa, la sfida è tutta per la poltrona di ad al posto di Alessandro Pansa. Fino a ieri sembrava favorito Giuseppe Giordo, ma sta prendendo quota la candidatura di Antonio Perfetti, al vertice del consorzio missilistico Mbda.

In Enel, il candidato esterno in crescita è Andrea Mangoni, da pochi mesi ai vertici di Sorgenia, mentre dall'interno sono sempre in pista Luigi Ferraris e Francesco Starace, con la possibilità che quest'ultimo venga poi dirottato in Terna.

 

 

 

 

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