PRIMARIE FATTE A MAGLIE - TRUMP IN INDIANA: IL GOVERNATORE MIKE PENCE È IN PISTA PER IL RUOLO DI VICE. E DONALD INCASSA SONDAGGI FAVOREVOLI NEGLI SWING STATE - LO STUDIO SORPRENDENTE DI UN PROFESSORE AFROAMERICANO DI HARVARD: I POLIZIOTTI FERMANO E ARRESTANO I NERI DI PIU', MA USANO 'FORZA LETALE' TANTO QUANTO CON I BIANCHI

Continueranno a non piacere entrambi i candidati, ma Hillary è sgradita al 59% in Florida, al 60 in Ohio, al 65 in Pennsylvania; lui al 54 in Florida, al 59 in Ohio, al 57 in Pennsylvania. Se si inseriscono pure i due 'terzi candidati' che non contano niente, il vantaggio di Trump cresce in ognuno dei tre Stati...

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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

MIKE PENCE GOVERNATORE INDIANA MIKE PENCE GOVERNATORE INDIANA

Donald Trump sta in Indiana con il governatore che forse sceglierà come candidato a vice presidente, Mike Pence, ma è appena arrivato anche il vecchio e micidiale Newt Gingrich, uno che conosce il partito repubblicano come le sue tasche e che è stato con Trump dall'inizio, e non ha rinunciato ancora Chris Christie, governatore del New Jersey tosto, che ha grandi ambizioni.

 

L'annuncio della scelta è previsto per venerdì, non male per uno che veniva schifato dal Gop fino a un paio di mesi fa, soprattutto alla vigilia della convention, che inizia martedì, mentre gli irriducibili di #neverTrump ancora si provano a complottare per boicottarla., evidentemente perché non hanno capito che aria tira.

 

chris christie sostiene donald trump chris christie sostiene donald trump

Che cosa resta di cinque giorni funesti nei quali è stato evocato perfino il termine d guerra civile, le discettazioni sul razzismo si sono tenute di fronte a un presidente della nazione che è da otto anni un nero, di fronte a un attorney general che è una nera, a un capo della polizia di Dallas, epicentro dello scontro e della strage di poliziotti , che pure è nero, a leggi di affermative action che favoriscono i neri in qualunque campo, dalle università agli appalti, più sussidi a pioggia a madri minorenni?

 

chris christie con donald trump chris christie con donald trump

Resta certamente un servizio funebre nel quale la parte del saggio e pacificatore, dell'uomo della nazione, la fa il vituperato ex presidente George W. Bush, mentre l'attuale si aggroviglia in una lamentosa negazione della divisione del paese e in una autocitazione continua che non sfuggono a nessuno, nemmeno ai giornaloni amici.

 

Che cosa cambia nei giorni dopo Dallas nella campagna presidenziale più pazza della storia, con un giudice della Corte Suprema, Ruth Ginsberg, che viola qualunque regola dell'istituzione più iconica d'America per mettersi a rilasciare interviste contro Trump, con una Hillary Clinton che si è tenuta fuori accuratamente dalle polemiche, limitandosi a ripetere lo stanco mantra politically correct e statisticamente farlocco della polizia che sbaglia e dei neri che esagerano, con Donald Trump insolitamente cauto, tanto il casino lo aveva previsto, e ci sguazza?

 

GINGRICH GINGRICH

 Restano dei sondaggi fortemente e imprevedibilmente a favore del candidato repubblicano nei sondaggi freschi di giornata fatti nei famosi 11 swing States, gli Stati in altalena, che cambiano partito e candidato quando gli va. Tra gli 11 i più importanti sono Florida,Pennsylvania e Ohio, e secondo la Quinnipiac University, il vantaggio sostanzioso della Clinton è crollato, Trump è avanti di tre punti in Florida, di due in Pennsylvania, alla pari in Ohio.

 

Un altro importante sondaggio, il McClatchy-Marist poll tra elettori iscritti ai partiti su scala nazionale mantiene la Clinton in testa, al 42, ma con soli tre pnti su Trump, che è al 39, in recupero costante. The Doald ringrazia via twitter con l'hastag #I'mwithyou, l'ufficio stampa della Clinton ammette che la battaglia è durissima, perché “Trump è un pericolo reale”, ancora utilizzando, sarà così fino a novembre, la retorica del candidato giusto contro quello sbagliato.

obama abbraccia ruth bader ginsburg obama abbraccia ruth bader ginsburg

 

Ma il pericolo sta in casa, visto che i sondaggisti spiegano, come fa Peter Brown della Quinnipiac, che “anche se non c'è correlazione diretta tra i nuovi risultati e la vicenda delle email, né con la recente decisione del Fbi di non incriminarla ma di rampognarla severamente, è proprio su domande che misurano gli standard morali e l'onestà che la candidata democratica ha perso punti. Insomma, continueranno pure a non piacere tutti e due i candidati, ma lei è sgradita al 59 per cento in Florida, al 60 in Ohio, al 65 in Pennsylvania; lui al 54 in Florida, al 59 in Ohio, al 57 in Pennsylvania.

 

Se tra i nomi la Quinnipiac inserisce anche il libertarian Gary Johnson, e il capo del Green Party, Jill Stein, che pure sono due che non contano niente, il vantaggio di Trump cresce in ognuno dei tre Stati : cinque punti in più in Florida, uno in Ohio, sei in Pennsylvania. E' che il 56 per cento degli americani è in profondo disaccordo con la decisione di non incriminare la Clinton, e il numero comprende due su dieci dei suoi sostenitori.

 

GARY JOHNSON GARY JOHNSON

 Non è un buon segno dopo che Obama si è speso in un giro trionfale, dopo la campagna sul razzismo seguita alla strage, dopo l'appoggio di Sanders, e tutto ciò nelle settimane che precedono le conventions. Si comincia lunedì prossimo con i repubblicani a Cleveland, si prosegue la settimana seguente con i democratici a Philadelphia.

 

In quale clima, dopo il disastro degli ultimi giorni? Black Lives Matter, l'organizzazione che i poliziotti di Dallas controllavano il giorno della strage di Dallas, e che ha organizzato manifestazioni n tutto il Paese nel weekend, è una beniamina del presidente e dei democratici, ricevuta alla Casa Bianca, incensata come il nuovo volto pacifico della protesta alla Martin Luther King.

DALLAS VEGLIA VITTIME ATTENTATO 7 DALLAS VEGLIA VITTIME ATTENTATO 7

 

Già questa è una contraddizione, a che gioco gioca Obama se riceve i nuovi apostoli contro il razzismo e le violenze della polizia contro i neri, ma poi a Dallas dice che la violenza è in diminuzione. Qua mentono tutti. Nel 2015 i poliziotti hanno ucciso 662 bianchi e ispanici contro 258 neri , in risposta ad attacchi con armi da fuoco.

 

Il 40 per cento degli agenti americani uccisi è stati attaccato da uomini di colore. Non solo non è provato che i neri siano il bersaglio preferito dai poliziotti, ma il contrario: le statistiche della polizia federale dimostrano che gli agenti sono uccisi da persone di colore a un tasso 2,5 volte superiore di quello dei neri uccisi dai poliziotti. E dimostrano pure che i neri sono colpevoli del 62 per cento dei furti, del 57 per cento degli omicidi e del 45 per cento degli assalti nelle 75 contee più grandi del paese, nonostante siano appena il 15 per cento delle popolazioni in queste aree.

micah johnson micah johnson

 

Sul New York Times, dunque fonte non sospetta, è stato pubblicato uno studio di Roland Fryer, un economista di Harvard afroamericano ,che due anni fa ha cominciato a lavorare a una ricerca meticolosa sui pregiudizi razziali fra gli agenti. Per giungere al risultato che ha definito “il risultato più sorprendente della mia vita”.

 

patrick zamarripa poliziotto ucciso a dallas patrick zamarripa poliziotto ucciso a dallas

L’analisi, basata su un campione di migliaia di casi, rivela che gli agenti sono certamente più inclini a usare la forza nei confronti degli afroamericani quando si tratta di fermare, ammanettare, perquisire e intimidire, insomma li sospettano e li maltrattano, ma non si riscontrano disparità nell’uso della forza letale. Secondo i dati della ricerca monstrum di Fryer la polizia americana spara ai bianchi e ai neri con la stessa frequenza, chiamiamola bipartisan.

 

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