1. LA PROSPETTIVA SEMPRE PIÙ DRAMMATICA DI FINIRE DIETRO LE SBARRE (NEMMENO L’ETÀ LO METTEREBBE AL RIPARO DALLE PATRIE GALERE) SPINGE IN QUESTE ORE SILVIO BANANONI A SOPPESARE UNA MOSSA POLITICA LUCIDA E, INSIEME, DISPERATA: RECARSI A UN BANCHETTO DEI RADICALI, E DI SOTTOSCRIVERE I CINQUE REFERENDUM “PER LA GIUSTIZIA GIUSTA”. CHIARO CHE I SUOI ELETTORI SAREBBERO INVITATI A FARE ALTRETTANTO 2. A CREDERE CHE IL BANANA POSSA ANCORA SCANSARE L’ARRESTO È RIMASTO, PRATICAMENTE, UNO SOLO: L’AVVOCATO FRANCO COPPI CHE HA PRESENTATO IL RICORSO IN CASSAZIONE AVVERSO LA SENTENZA MEDIASET, QUELLA CHE HA CONDANNATO BERLUSCONI A 4 ANNI PIÙ PENE ACCESSORIE PER FRODE FISCALE. IL VERDETTO DELLA SUPREMA CORTE È ATTESO IN AUTUNNO, E LA POLITICA ITALIANA LO ATTENDE COL FIATO SOSPESO

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Ugo Magri per "la Stampa"

Daniela Santanche sul palco di piazza FarneseDaniela Santanche sul palco di piazza Farnese

La prospettiva sempre più drammatica di finire dietro le sbarre (nemmeno l'età lo metterebbe al riparo dalle patrie galere) spinge in queste ore Berlusconi a soppesare una mossa politica lucida e, insieme, disperata. Sta seriamente pensando di recarsi a un banchetto dei Radicali, e di sottoscrivere davanti alle telecamere i cinque referendum «per la Giustizia giusta».

Berlusconi e GhediniBerlusconi e Ghedini

Chiaro che i suoi elettori sarebbero invitati a fare altrettanto. Al Cavaliere interessano i quesiti sulla responsabilità civile dei magistrati, sulle toghe fuori ruolo e sulla separazione delle carriere; meno quelli di ispirazione schiettamente liberale che mirano a cancellare l'ergastolo nonché a mettere un freno alla custodia cautelare. Ma l'impatto politico sarebbe formidabile, e Pannella si domanda con stupore come mai Silvio ancora non si decida a sfruttare la grande chance referendaria per piazzare una mina sotto al sistema...

Fonti di casa ad Arcore garantiscono che «ci siamo quasi». Ieri all'alba, «tweet» premonitore della Santanché, periscopio del sommergibile berlusconiano. La decisione sembrerebbe matura. Anche perché la fiducia dell'ex-premier nella giustizia è direttamente proporzionale alla speranza di vedere accolte le proprie ragioni: cioè zero.

lavvocato franco coppilavvocato franco coppi Berlusconi in tribunaleBerlusconi in tribunale

Dai diritti Mediaset a Ruby, finora ha sempre incassato il massimo della pena. È certo che il 19 luglio verrà rinviato a processo per corruzione di senatori, e molti indizi fanno pensare che finirà allo stesso modo a Bari per l'inchiesta sulle «escort» («C'est la vie», prova a sdrammatizzare un personaggio dell'entourage, «anzi c'est Lavitola...»).

FRANCO COPPIFRANCO COPPI

A credere che il Cavaliere possa ancora scansare l'arresto è rimasto, praticamente, uno solo: il professor Franco Coppi che, insieme con l'avvocato Niccolò Ghedini (molto meno speranzoso di lui), ha presentato giorni fa il ricorso in Cassazione avverso la sentenza Mediaset, quella che ha condannato Berlusconi a 4 anni più pene accessorie per frode fiscale. Il verdetto della Suprema Corte è atteso in autunno, e la politica italiana lo attende col fiato sospeso.

berlusconi-boccassini-stretta-di-manoberlusconi-boccassini-stretta-di-mano

Nei Palazzi nessuno si illude che il governo e la XVII legislatura resisterebbero indenni a una condanna dell'ex-premier. Eppure, fatto singolare, nessun riflettore si è acceso sulle 359 pagine vergate dai due legali, cioè sull'extrema ratio difensiva di Berlusconi, dove si argomentano ben 49 motivi per cui il processo Mediaset di appello dovrebbe essere cassato, e precisamente: 23 cause di nullità, più 26 violazioni di legge.

Qui si coglie lo stile inconfondibile di Coppi: sempre in punta di diritto, con il tono di chi sta tenendo un corso magistrale di diritto processuale, elenca (per restare sui numeri) 31 articoli, dicasi trentuno, del Codice di procedura penale a suo avviso calpestati nell'arco del giudizio di appello che non sarebbe nemmeno dovuto incominciare per «incompetenza funzionale»...

Avvocato FRanco CoppiAvvocato FRanco Coppi

Il piatto forte della difesa? Ancora una volta, i legittimi impedimenti negati dalla corte milanese. Non solo quello appena bocciato dalla Consulta, ma altri non meno celebri: quando Berlusconi si mise a compilare le liste elettorali proprio nel giorno dell'udienza, e quando finì in ospedale per uveite (la privacy vieta di riferire le varie patologie visive riscontrate al paziente, e comunque il lettore non vi troverebbe nulla di così gradevole). Non si contano le bacchettate procedurali: dal sistematico «fraintendimento» dei testimoni al «travisamento» delle prove, alla mancata acquisizione degli atti del processo gemello, in cui Berlusconi fu assolto.

FRANCO COPPI E COSSIGAFRANCO COPPI E COSSIGA

Chi dimenticasse per un attimo la fonte del documento (gli avvocati difensori del Cavaliere) trarrebbe l'impressione che i magistrati abbiano fatto, come si dice a Oxford, carne di porco delle regole, combinando la qualunque pur di mettere fuori gioco il leader del centrodestra. Ma a Coppi e a Ghedini sarebbe sufficiente che la Cassazione desse loro retta su un punto, uno soltanto, per rovesciare i pronostici e tirare miracolosamente in salvo il loro imputato...

 

 

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