PSICODRAMMA DEMOCRATICO – RENZI USA LE LISTE PER REGOLARE I CONTI NEL PARTITO MA I BERSANIANI SI PREPARANO A FARGLI LA GUERRA SUI PROVVEDIMENTI IN AULA

Renzi replica a Chiti che aveva puntato i piedi sul testo del governo: ‘Le riforme non sono un esercizio retorico’ – Ma le mosse del segretario premier sulle liste per le Europee provocano più di un mal di pancia nel partito: i più infuriati erano i segretari regionali, persino quelli vicini a Matteuccio come Davide Parrini, segretario della Toscana…

Condividi questo articolo


Elisa Calessi per ‘Libero Quotidiano'

bersani renzibersani renzi

Da una parte le liste per le Europee, dall'altra le riforme. Il braccio di ferro tra Matteo Renzi e quel che resta della vecchia guardia dalemian-bersaniana, ma soprattutto bersaniana visto che Massimo D'Alema al momento ha lasciato le schiere anti-Renzi, va avanti su questi due binari. Ieri, sul primo, la battaglia è stata feroce. E si è chiusa con la vittoria del premier, ieri nelle vesti di segretario del Pd. A decidere le sorti della contesa è stata quella che, ieri a Montecitorio, sostenitori e avversari del segretario definivano «la mossa del cavallo».

bersani renzibersani renzi

Con un blitz notturno Renzi, infatti, ha riaperto e ribaltato le liste che faticosamente erano state costruite dalle segreterie regionali in vista delle elezioni europee, frutto spesso di sanguinosi accordi tra le correnti. Martedì sera alle 21 ha convocato Debora Serracchiani, da poco vice-coordinatrice, e Lorenzo Guerini, suo plenipotenziario nel Pd, e si è fatto consegnare gli elenchi dei candidati. «Così non vanno. Bisogna cambiarli», ha cominciato. Troppi gli uscenti, troppi i nomi della vecchia guardia. «Non c'è il senso del cambiamento».

RENZI E BERSANI PDRENZI E BERSANI PD

Da qui la decisione di rivoluzionare le teste di lista,mettendo cinque donne a guidarle: Alessia Mosca al Nord Ovest, Alessandra Moretti al Nord Est, Simona Bonafè al Centro, Pina Picierno al Sud, Caterina Chinnici alle Isole. L'operazione, al di là del valore simbolico e di immagine (cinque donne), è soprattutto politica.

Anna FinocchiaroAnna Finocchiaro

Le cinque capilista, tanto per cominciare, non sono renziane doc. L'unica fedelissima del segretario è la Bonafè. Le altre rappresentano esattamente le anime del Pd:Mosca è lettiana, Moretti è l'ex portavoce di Bersani, anche se dopo le elezioni si è allontanata dall'ex segretario, Picierno è franceschiniana, Chinnici era un'indicazione dei Giovani Turchi. In questo modo Renzi ha messo a tacere le varie minoranze, nello stesso tempo, però, ha scelto lui i candidati, mandando all'aria gli accordi e gli accordini fatti fin lì.

Rivoluzionando i capilista si sono poi creati problemi anche nei posti a seguire, perché in molti casi sono saltati gli equilibri tra le varie componenti. Risultato, uno psicodramma generale. I più infuriati erano i segretari regionali,persino quelli vicini a Renzi come Davide Parrini, per esempio, segretario della Toscana. I nuovi capilista, infatti, hanno mandato all'aria complicati equilibri e incastri. Per non dire di quelli che erano certi di fare i capilista.

Vannino ChitiVannino Chiti

Uno per tutti Michele Emiliano, sindaco di Bari, che aveva persino scritto su Twitter, giorni fa, di aver ricevuto una telefonata da Renzi che gli chiedeva di fare il capolista al Sud. O David Sassoli, certo, fino a ieri mattina, di guidare la lista per Strasburgo nella circoscrizione Centro. E invece non solo non la guida, ma si è ritrovato, a sopresa, persino un altro candidato che come lui pesca nell'elettorato ex Margherita, Enrico Gasbarra, sostenuto da un patto tra renziani, dalemiani e popolari.

Sia Emiliano, sia Sassoli erano sul punto di ritirare la candidatura.E se il caso del secondo sembra rientrato, quello del primo ancora no. Ieri sera, infatti, la segreteria regionale della Puglia gli ha chiesto di fare un passo indietro, come segno di protesta per il fatto di non guidare più la lista.Nello psicodramma generale se n'è poi consumato un altro, se possibile ancora più aspro. Quello dei siciliani.

giuseppe lumiagiuseppe lumia

Da una parte Rosario Crocetta, sindaco di Palermo, dall'altra FaustoRaciti, segreteario regionale. Uno scontro andato in scena in diretta streaming, durante ladirezione,chesi intreccia con il rimpasto fatto da Crocetta due giorni fa e la nuova sintonia tra il renziano Davide Faraone e Crocetta.

Crocetta ha preso la parola per chiedere fosse messo in lista Beppe Lumia,Raciti ha risposto che voleva Antonello Cracolici o niente.È finita che entrambi restano fuori, ma Raciti ha ottenuto che la capolista fosse Chinnici. In direzione nazionale, Renzi ha ironizzato sui malumori.

«Ringrazio Guerini per il lavoro di cucitura e assemblamento fatto con i segretari regionali. So che anche per questo ha accolto con entusiasmo la proposta che gli ho fatto ieri di inserire cinque donne come capolista in altrettante circoscrizioni». Ma lo scontro sulle liste non è stato l'unico argomento di tensione nella direzione nazionale. L'altro sono le riforme.

ROSARIO CROCETTAROSARIO CROCETTA

In particolare quella del Senato. Dopo che Pier Luigi Bersani e i 22 senatori che fanno riferimento a Vannino Chiti avevano puntato i piedi sul testo dal governo, ieri Renzi ha replicato. «Alcune posizioni sono legittime ma noi stiamo facendo le riforme perché le vogliamo fare e non per un esercizio retorico». Dunque, basta discussioni.

«Ciascuno ha la propria riforma nel cuore ma queste riforme si possono realizzare, non sono elementi da sbandierare alla caccia di visibilità », ha spiegato. «Il vantaggio in questi mesi è che il Pd sta dimostrando che ha le idee e gli altri inseguono,chi avesse altre intenzioni... », ha detto ancora Renzi. Quanto alla libertà di pensiero, invocata dai "dissidenti", ha detto: «Io mi sono sempre attenuto alla disciplina di partito ma c'è una disciplina di idee e credo che nessuno sia qui per mettere la bandierina ma per cambiare l'Italia ». Per il resto, ha fatto sapere di aver chiesto al ministro Boschi di organizzare due seminari su lavoro e riforme.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO