QUANDO CIPRO-LEVERANNO I SOLDI DAL CONTO CORRENTE?

La storia di Cipro ha ottenuto per ora un solo risultato: aver rotto il tabù dei prelievi forzosi dai depositi - Ora che l’Europa si è detta favorevole, anche la Spagna ci sta facendo un pensierino, anche se sono garantiti i depositi fino a 100 mila € - Quando toccherà all’Italia?...

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Ugo Bertone per "Libero"

«I depositi in banca fino a 100.000 euro sono sacri». Parola di Luis de Guindos, ministro dell'Economia di Spagna. Uomo degno di fede, per carità. Non a caso, quasi in contemporanea con le roboanti parole dell'uomo di governo in Senato («i conti sono garantiti nella maniera più assoluta») spunta una modifica alla Costituzione che consente, cosa finora proibita, la facoltà di imporre agli istituti una tassa sull'ammontare dei depositi.

Mariano RajoyMariano Rajoy

Una modifica che, visto quel che accade a Cipro, ha gettato l'allarme nella penisola iberica che condivide con l'Italia il ruolo di prossima vittima predestinata sull'altare dell'austerità. La tassa sui depositi, infatti, apre la strada in caso di necessità ad un prelievo forzoso nei confronti degli istituti che ricadrà, a cascata, sui correntisti.

CIPRO - TROIKA GO HOMECIPRO - TROIKA GO HOME

Non è un'ipotesi solo teorica. «L'introduzione della norma nella Costituzione - ha detto a El Pais il ministro della Pubblica Amministrazione Cristobal Montoro - serve ad uniformare la pressione fiscale tra le varie regioni». Ovvero a tacitare le proteste delle aree forti del Paese (Catalogna, Paesi Baschi) verso quelle regioni che «non hanno compiuto alcuno sforzo per raccogliere entrate fiscali». Inoltre, assicura l'esecutivo, si tratterà di un balzello quasi invisibile, «poco più che zero». Sarà. Ma di questi tempi, a Madrid (e non solo) a pensar male non si fa davvero peccato.

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Dopo che nella notte tra venerdì e sabato scorso, a Bruxelles è stato deciso un prelievo forzoso sui conti correnti di Cipro, Stato aderente all'area euro, le manovre sui depositi destano comunque gravi sospetti. Certo, a Nicosia, per quel che è dato di capire, la decisione è in parte rientrata. Ma un tabù, quello dell'intangibilità dei conti correnti, è stato infranto. Con il pieno avallo dell'Europa, aggravante non da poco per gli italiani. In passato, infatti, Giuliano Amato aveva già compiuto quella che lui stesso aveva definito «una rapina obbligata». Ma si sperava che l'ingresso nell'euro avrebbe offerto una maggiore protezione ai risparmiatori.

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Al contrario, oggi sono di grande attualità le parole del governatore uscente della Bank of England, Mervyn King: «Non è affatto razionale dare il via alla corsa al ritiro dei depositi da una banca. Ma è molto razionale partecipare alla corsa quando i ritiri si moltiplicano». Parole ricordate da Wolfgang Munchau, il giornalista del Financial Times che per primo ha rilevato sulla grande stampa internazionale i flop del governo Monti («ce l'ha con me perché è ostile alla Merkel» fu l'unica difesa del premier) che ha sottolineato come «se l'intento era di infliggere un colpo mortale all'euro, a Bruxelles hanno fatto un buon lavoro».

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Parole che King pronunciò per giustificare il salvataggio con i soldi pubblici di Northern Rock, l'istituto inglese assaltata dai depositanti prima del crack. Una scena non inedita nel mondo anglosassone, in Usa più che nel Regno Unito. Per una ragione ben precisa. «In America - scrive nella sua lettera settimanale Alessandro Fugnoli di Kairos Partners - tutti stanno molto attenti a non tenere più di 100mila dollari in ogni singola banca e le imprese comprano T-bill a tasso negativo per la loro tesoreria pur di non tenere un centesimo a tasso zero in banca».

La ragione è semplice: in Usa i fallimenti delle banche, soprattutto in periodi di crisi, sono frequenti. E i depositanti non hanno altra tutela che il fondo di garanzia statale, lo Fdic, che assicura i depositi fino a 100.000 euro. In Europa vigono ormai regole simili: i depositi sono protetti fino a 100.000 euro. Una regola finora passata in secondo piano perché da decenni le crisi bancarie non procurano danni ai correntisti del Vecchio Continente.

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Una regola non scritta ma stampata a caratteri indelebili in Paesi come l'Italia, ove banca e finanza sono quasi sinonimi vista la debolezza di altri canali, dalla Borsa agli intermediari non bancari. Una regola che da oggi è bene non trascurare nella gestione dei propri risparmi. Materia da trattare con grande cautela, senza allarmismi ma con la giusta cautela. Ricordate le parole del ministro de Guindos: «I depositi fino a 100.000 euro sono sacri». Da 100.001 in su chiedete anche a frau Merkel ed alla Bundesbank.

 

 

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