- AL QUIRINALE MEGLIO ROVATI (CON PRODI) O CALIPPO-TONIATO (CON MONTI)? - I CONSIGLIERI DEL FRIULI “BRUTTI DI NOTTE”: REINTRODOTTO (DI SOPPIATTO) IL VITALIZIO - POPOLARI EUROPEI PER UN NUOVO GOVERNO FRANKENSTEIN MONTI-BERSANI-BERLUSCONI - VIVA LA BINETTI CHE PAGA LA TREDICESIMA! - VENDOLA PREMIA SOLO I “VECCHI” - “MASCARIATI” CON MONTI: IN SICILIA RISPUNTA ARTIOLI - FATTURE GONFIATE PER LE FICTION DELLA RAI… -

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A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

PIERLUIGI BERSANI AL SEGGIO CON MOGLIE E FIGLIEPIERLUIGI BERSANI AL SEGGIO CON MOGLIE E FIGLIE

1 - IL VITALIZIO RIAPPARE DI NOTTE
G. P. - A distanza di un anno esatto dall'approvazione, con gran clamore, di quell'emendamento alla Finanziaria 2012 che cancellava i vitalizi, i consiglieri regionali (di centrodestra e centrosinistra) del Friuli hanno reintrodotto l'assegno per la loro futura pensione. Stavolta però nessun rumore, niente conferenza stampa. Anzi, l'approvazione dell'emendamento bipartisan alla Finanziaria 2013 è avvenuta nel cuore della notte, durante la seduta dello scorso 18 dicembre. Guai però a parlar loro di un ritorno - in sordina - dell'amato privilegio.

berlusconi bersaniberlusconi bersani

«Ci siamo soltanto adeguati alla legge, che ci impone di passare al sistema contributivo», sottolineano. C'è poco però di contributivo, secondo i due consiglieri dell'Idv, gli unici a votare contro, visto che, al termine della carriera politica in Regione, i consiglieri «avranno un vitalizio di gran lunga superiore a quello che può ottenere un cittadino con un fondo pensione di tipo privato».

PAOLA BINETTIPAOLA BINETTI

2 - A BERSANI IL SÌ DEL PPE
Al. D'Ar. - «Prima risolviamo i nostro problemi e poi discutiamo con gli altri. Ma se è necessario per stabilizzare il paese, benvenga anche una Grosse Koalition». Dal Partito popolare europeo non si esclude il dialogo con Pierluigi Bersani, soprattutto se dal voto italiano la componente di centrodestra dovesse uscire sì sconfitta, ma non troppo, ossia in grado di non dare la maggioranza al Pd al Senato. Il Ppe, conscio dei ritardi, dei problemi e dei mal di pancia del Pdl, non solo ha tentato Mario Monti, invitandolo al vertice del 14 dicembre, ma prova anche ad ipotizzare un nuovo governo di unità nazionale. Un esecutivo che - senza nemmeno bisogno di dirlo - dovrebbe avere alla testa di nuovo il Professore. Con Bersani e Berlusconi.

3 - COM'È BUONA BINETTI
Almeno lei un regalo nella calza della Befana l'ha messo. Paola Binetti paga la tredicesima al proprio portaborse: non sarebbe una notizia eclatante se, come ammettono in tanti a Montecitorio, la deputata dell'Udc non fosse l'unica parlamentare a pagare la gratifica al proprio collaboratore: la tredicesima infatti non è prevista dai contratti degli assistenti. B.C.

LUCA ZAIA SPEZZA IL PANELUCA ZAIA SPEZZA IL PANE

4 - CENTURIONE ALLA RESA DEI CONTI
D. L. - I contributi "facili" al ministero delle Politiche agricole finiscono nel mirino della Corte dei conti. La procura regionale per il Lazio ha aperto un'indagine per danno erariale a carico di Giuseppe Ambrosio, "il Centurione" al vertice della segreteria del sottosegretario alle Politiche agricole, Franco Braga, ed ex capo di gabinetto dei ministri Luca Zaia e Giancarlo Galan, e degli altri alti dirigenti e funzionari finiti sotto inchiesta per corruzione a Roma.

Secondo i pm, tra il 2007 e il 2011 Ambrosio e gli altri funzionari coinvolti hanno autorizzato l'erogazione di 32 milioni di contributi statali ed europei a una serie di imprenditori "amici", tra cui Riccardo Deserti, direttore del Consorzio parmigiano reggiano. In cambio avrebbero ottenuto mazzette, il pagamento di vacanze negli Stati Uniti e in Francia, promesse di lavoro per parenti, amici e amanti, oggetti di arredamento e prodotti alimentari.

GIANCARLO GALANGIANCARLO GALAN

5 - L'AMICO DEGLI AMICI PUNTA AL LISTONE
Nel listone di Mario Monti per il Senato in Sicilia si fa già un nome, quello di Ettore Artioli, ex vice presidente di Confindustria al seguito di Montezemolo. Artioli è un immobiliarista e un paio di anni fa è stato sfiorato da indagini di mafia a Palermo. La società da lui presieduta che realizzava immobili di pregio in città aveva rapporti con Salvatore Sbeglia, già coinvolto nell'inchiesta sulle stragi del '92, e con il figlio di quest'ultimo. Sarebbe accaduto così che mentre la mattina Artioli firmava in Sicilia protocolli di legalità con
i prefetti, per tenere lontani i mafiosi dalle imprese, il pomeriggio stringeva la mano
a Sbeglia nei cantieri che aveva aperto a Palermo. A far da collante fra Artioli
e Sbeglia era anche l'architetto Rizzacasa, arrestato come prestanome degli Sbeglia: il professionista è stato condannato in primo grado. Mentre adesso per Artioli si prepara un posto al Senato. L. A.

6 - VENDOLA ANTI-GIOVANI
«L'Italia non è un paese per giovani». Spesso Nichi Vendola utilizza questo slogan. Eppure anche il leader di Sel, al momento di compilare il listino dei 22 candidati in Parlamento del suo partito che non passeranno per le primarie, sembra aver dimenticato i militanti più giovani. Metà listino è composto da personalità della società civile, come Roberto Natale della Fnsi e Giorgio Airaudo della Fiom. L'altra metà invece spetta alla nomenklatura di Sel: vecchie conoscenze di Montecitorio come Gennaro Migliore, Claudio Fava o Massimiliano Smeriglio. Chi è rimasto a bocca asciutta è il trentenne Marco Furfaro, responsabile Movimenti e politiche giovanili, scatenando la protesta sui social network. Ma, si sa, nessuno è profeta in patria. A. M.

MARIO MONTI A RADIO ANCHIOMARIO MONTI A RADIO ANCHIO

7 - RAI, I FILM OFFSHORE
S.Mau. - Società di comodo. Fatture gonfiate. Pagamenti su conti intestati ad aziende residenti in paesi inseriti nella black list del fisco. I contratti con cui, a partire dal 2003, Rai Cinema Spa ha acquisito i diritti televisivi per la messa in onda di film e serie tv sono da tempo nel mirino della procura di Roma, come rivelato da "l'Espresso".

Nell'ottobre scorso, il Nucleo di polizia tributaria di Roma della Guardia di Finanza ha chiuso un'operazione di verifica sul quinquennio 2003-2008. Secondo quanto emerso dall'indagine, i soggetti formalmente titolari dei diritti venduti a Rai Cinema sarebbero risultate società di comodo basate in paesi che con l'Italia hanno accordi fiscali vantaggiosi.

Sarebbero emerse anche sovrafatturazioni e pagamenti su conti correnti intestati ad aziende basate in paesi nella black list. Ma la Rai sapeva? Secondo la Gdf, «è risultata del tutto assente la non consapevolezza della Rai di essere stata parte di un'attività fraudolenta svolta, a monte, da altri». E le Fiamme Gialle hanno proposto all'Agenzia delle Entrate il recupero a tassazione di 8,5 milioni di euro.

NICHI VENDOLANICHI VENDOLA

8 - O IL GIGANTE O IL CALIPPO L'OMBRA DI ROVATI
Nell'attesa di scoprire come andrà in primavera la finale X Factor sul Colle, s'agitano già i leviatani della burocrazia, dirigenti in cerca d'autore, a calcolare le ricadute dei vari scenari. Se l'operazione Monti andasse in porto, si ragiona nei corridoi, salirebbero le quotazioni di Romano Prodi e, quindi, le probabilità che un posto di rilievo al Quirinale spetti ad Angelo Maria Rovati, sua ombra e longa manus. Se invece Supermario finisse per accontentarsi del Colle più alto, un ruolo importante spetterebbe al suo enfant prodige Federico Silvio Toniato.

viale mazziniviale mazzini

Un match tra due opposti: l'uno, imprenditore, sportivo ed ex pivot, sfiora i due metri; l'altro, gracilino, non arriva al metro e 70; l'uno è abituato a guardare in alto il canestro, l'altro a camminare a capo chino come si conviene al rigoroso cattolico d'un certo taglio. Li divide un gap di trent'anni, li unisce l'abitudine a vincere sempre. Nelle stanze del Quirinale già si fronteggiano i sostenitori dell'uno e dell'altro: dell'amico di Prodi si conoscono la bonomìa e la tenacia; del secondo si ricorda con un sorriso il soprannome di Calippo. Come il gelato: sottile, freddo, sgusciante. T. M.

Angelo RovatiAngelo Rovati

9 - GENERALI, CASTA SEMPRE PIÙ LARGA
G. D. F. - Alla carica! Di fronte alla prospettiva di perdere l'ultimo privilegio, una schiera sempre più folta di generali e ammiragli si sta lanciando verso l'agognata "ausiliaria", l'indennità speciale concessa agli alti ufficiali che lasciano il servizio. Mentre organici e bilanci della Difesa subiscono tagli drastici, questa casta con le stellette continua ad allargarsi. Per il prossimo anno, l'aumento sarà del 21 per cento, con altri 74 milioni di euro di costo. Ormai il peso di questa voce nei conti delle Forze Armate è diventato impressionante: nel 2013 serviranno ben 431 milioni di euro.

L'ausiliaria è un residuato bellico: venne introdotta ai tempi della Guerra Fredda per creare una riserva di ufficiali da richiamare in caso di conflitto. Oggi però non ci sono invasioni sovietiche da fronteggiare, né soldati di leva da mobilitare, ma è sopravvissuta l'indennità concessa agli ufficiali perché non accettino altri incarichi e restino a disposizione delle istituzioni. Così come la prassi di lasciare questo costo, comprensivo di pensione, nel bilancio della Difesa. E intanto la spesa si dilata: nel 2008 pesava per 231 milioni di euro, che sono praticamente raddoppiati nel giro di cinque anni.

FEDERICO TONIATOFEDERICO TONIATO

Nella sua riforma della previdenza, il ministro Elsa Fornero ha ottenuto che l'indennità sia soppressa, ma la data finale non è stata definita: dovrebbe chiudersi nel giro di qualche anno. E proprio per questo, secondo diversi analisti, la corsa alla riserva si è intensificata. D'altronde i ranghi delle forze armate oggi contano un numero spropositato di alti ufficiali:
c'è un generale ogni 381 militari. Il censimento del 2010 ne evidenziava ben 480, mentre la Germania ne ha poco più di duecento. Inoltre nei ranghi si contano oltre 2.300 colonnelli, destinati quasi tutti alla promozione, spesso in maniera esclusivamente formale: molti indosseranno i gradi solo alla vigilia del pensionamento, in modo da assicurarsi però il diritto all'ausiliaria.

10 - L'ORDA D'ORO DEI CAMICI BIANCHI
C. Or. - Quattro miliardi di euro: tanto potrebbero venire a costare le borse di studio negate ai medici specializzati tra il 1982 ed il 1991. Solo dopo quella data infatti l'Italia ha recepito la normativa comunitaria che prevedeva il rimborso ai medici specialisti. E lo ha fatto pure malamente, corrispondendo dal 1991 al 2006 un importo inferiore a quello previsto dalla legge. Così una sentenza del 2008 ha dato il via ad uno sciame di cause: 300 milioni di euro già sborsati, con risarcimenti di 50 mila euro per ogni dottore.

E se tutti i 100 mila medici specializzati dall'82 al 2006 vincessero i ricorsi, si supererebbe i 4 miliardi. Per questo il senatore pdl Stefano De Lillo ha proposto un disegno di legge: una transazione con lo Stato, che ripaga ciascun medico con 20 mila euro (senza interessi), di cui il 50 per cento con sgravi sui crediti d'imposta. Tutto saltato per mancanza di copertura. E così lo stesso De Lillo, ex specializzando che ha vinto il ricorso anche in Cassazione, intascherà molto più dei 20 mila euro ipotizzati nel suo disegno.

 

 

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