Fabio Martini per “la Stampa”
Goffredo Bettini, riconosciuto influencer nelle scelte strategiche del Pd, anche stavolta suggerisce la linea: «E' il momento di compiere un grande passo in avanti. Il presidente del Consiglio a gennaio deve avanzare una proposta condivisa alla quale poi tutti devono sentirsi vincolati. Il governo sta in piedi solo se è utile all' Italia, questo è il sentimento del Pd». Classe 1952, romano, uomo colto e di vaste relazioni, da 25 anni Bettini è lo stratega di tutte le campagne elettorali vittoriose a Roma, da Rutelli a Zingaretti, passando per Veltroni sindaco e segretario del Pd.
giuseppe conte dario franceschini
«Nuova agenda di governo» significa che il Pd farà un po' di "ammuina", perché il vero obiettivo è proseguire a tutti i costi? O deve porre condizioni irrinunciabili?
«L'obiettivo non è proseguire a tutti i costi, né porre condizioni unilaterali. Il governo ha già evitato una legge di bilancio antieuropea e fondata sul debito, che sicuramente Salvini, se al potere, avrebbe realizzato. Ora la Lega parla un linguaggio più suadente. Ma il suo cuore è gonfio di rabbia, e batte per un'Italia xenofoba, ultraliberista e regressiva. Tuttavia quello che di buono abbiamo fatto finora non basta più. Occorre lavorare in un clima più coeso e su indirizzi concordati più chiari».
giuseppe conte luigi di maio dario franceschini
Se la "torta" del Pil diventa sempre più piccola, sarà impossibile dividerla in modo più equo: il Pd non dovrebbe farlo capire al suo alleato?
«La crescita è decisiva; ma sarà possibile se accompagnata dalla giustizia sociale. Non è solo una questione di reddito. C'è uno squilibrio generale della società che rende difficile una decente qualità della vita. Se c' è giustizia, si lavora meglio e si produce di più. Detto questo la ripresa si fonda su investimenti mirati all' innovazione e al capitale umano; alle grandi infrastrutture che crollano; allo sviluppo di una economia verde; a una riconversione che risolva le 157 crisi industriali, tra cui Ilva e Alitalia. Occorre una riforma fiscale più chiaramente progressiva. Le tasse non vanno aumentate, ma redistribuite».
goffredo bettini prende appunti
La sinistra ha invocato l'intervento risolutivo di Grillo, colui che vuole togliere il voto agli anziani e che considera montature le denunce sulle violenze delle autorità cinesi. Non pensa che l' essere "appesi" a Grillo racconti bene la crisi di un Pd senza identità?
«Il Pd non ha alcuna crisi di identità. Oggi sta di nuovo crescendo un bipolarismo chiaro.
Le nuove destre da una parte, il campo democratico (dei quali noi siamo il principale pilastro) dall' altra. Chi soffre dentro questa chiarezza sono i 5Stelle e Italia Viva. Rispetto il loro travaglio. Ma la scelta è o di qua, o di là. Grillo, essendo un uomo che avverte persino "fisicamente" il clima del Paese, ha scelto di stare contro Salvini, e di sperimentare un rapporto con i democratici. È un fatto di grande importanza».
Beppe Grillo con l ambasciatore cinese Li Junhua
Non ritiene che un governo con un nuovo presidente del Consiglio e nuovo programma potrebbe dare una scossa?
«Conte è un leader politico. Non c' è altro governo oltre il suo. Dopo di lui ci sarebbero solo le elezioni».
Lei conosce da anni Nicola Zingaretti: sta dando il meglio di sé?
«Zingaretti ha dato il massimo in questi mesi. Ha tenuto unito il Pd, ha cominciato a rinnovarlo, ha avuto un buon risultato alle europee, ha varato un esperimento di governo difficile ma fondamentale per fermare le destre evitando il nostro isolamento in Europa, ha affermato uno stile di direzione civile, pacato e democratico. Fanno male a sottovalutarlo. Ha sempre vinto, anche in controtendenza rispetto al vento nazionale. Ha il compito nei prossimi mesi di trasformare il Pd in un soggetto politico più largo e appetibile. Per questo serve un congresso».
Il Pd può sostenere una legge elettorale più proporzionale, spalancando la strada ad un sistema oligarchico?
«Sono per un impianto maggioritario. Il proporzionale sarebbe la fotografia della frammentazione che ci sovrasta. Altri nel Pd e nella maggioranza la pensano diversamente. Vanno ascoltati. Si troverà un punto di intesa. Ma qualsiasi sia la scelta, il bipolarismo va rafforzato».
Le sardine possono surrogare i 5Stelle?
«Le sardine non sono un partito. Possono avvolgerci e contenere ma non allearsi. Spingono anche noi a indicare un progetto di società alternativa ai disvalori della destra».
LUIGI DI MAIO INCONTRA BEPPE GRILLO A ROMA 6