Clemente Pistilli per roma.repubblica.it
“Indaghiamo su Renzo Piano”. A chiedere alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari accertamenti sull’archistar e senatore a vita è stato l’onorevole Adriano Paroli, parlamentare azzurro di lungo corso ed ex sindaco di Brescia.
Il senatore di Forza Italia è partito sostenendo la necessità di un approfondimento su alcune cariche ricoperte da alcuni colleghi. Ha poi battuto su quella rivestita dal pentastellato Luca Pirondini, componente del Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, “anche ai fini delle valutazioni su eventuali profili di ineleggibilità”, per arrivare infine all’archistar, senatore a vita dal 30 agosto 2013, nominato dall’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Paroli punta a un approfondimento sulle cariche rivestite da Renzo Piano e anche sui compensi che ottiene da altri Paesi. Forza Italia già al momento della nomina del senatore a vita diede battaglia. A rendere l’architetto di fama mondiale inviso agli azzurri erano state alcune sue dichiarazioni su Silvio Berlusconi, che in un’intervista aveva definito “un esempio terribile” per l’Italia, un politico che aveva “dato ossigeno alle parti peggiori della società”, sostenendo infine che si trattava di una “questione morale” e non di un problema di destra o sinistra.
L’affondo di Paroli appare però anche una reazione alle accuse piovute sul sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi per gli incarichi che svolge nonostante il ruolo di Governo e a quelle sugli emolumenti che ottiene il senatore Matteo Renzi da altri Paesi.
Posizione sostenuta proprio nell’ultima seduta della Giunta, quando è stata esaminata la posizione del leader di Italia Viva per concedergli eventualmente l’immunità nel processo sulla Fondazione Open.
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