Angela Mauro per huffingtonpost.it
“Merkel si può convincere sugli eurobond. Sono i piccoli paesi del nord che non si convincono”. Ma l’Italia ora ha “un’alleanza molto più forte con la Francia”. E, insieme, Roma e Parigi “sono sicuramente meno marginali di Austria e Olanda”. Giuseppe Conte dovrebbe seguire Emmanuel Macron nel suo impegno a rafforzare “l’alleanza storica con gli Stati Uniti” e con lui insistere in Europa sugli eurobond, unico metodo per fare in modo che sia “la politica a decidere” e non “i mercati”.
L’economista francese Jean-Paul Fitoussi non arriva a dire che l’Europa è finita dopo il tragico consiglio europeo di giovedì sera, della serie la “speranza” è l’ultima a morire. Ma l’ex consigliere di Mitterrand, docente all’Istituto di studi politici di Parigi ‘Sciences Po’, non sminuisce le difficoltà e traccia un quadro drammatico di quanto sta avvenendo con l’emergenza coronavirus, prendendosela con chi ha governato dagli anni ’80 in poi: “Le politiche restrittive su delle cose così importanti come la sanità sono criminali. Hanno causato dei morti”.
Dopo il consiglio europeo in videoconferenza che ha rimandato ancora le decisioni per affrontare la crisi economica, non c’è più nulla da sperare in termini europei?
Domanda difficile. C’è sempre la speranza che gli Stati membri prendano delle decisioni per andare avanti. C’è sempre questa possibilità, ma il vero problema è che gli attori del gioco non vogliono più andare oltre il punto dove ci siamo fermati.
I paesi del nord, soprattutto i piccoli, bloccano gli eurobond perché non hanno voglia di essere solidali e hanno una visione corta del futuro: non riescono a immaginare che potrebbe accadere anche a loro. Dico questo perché questa volta la crisi riguarda tutti, l’epidemia non risparmia nessuno, anche l’America è gravemente colpita. Proprio in questo momento dovrebbe esserci una unanimità per assicurare che gli altri Paesi salvino chi è in difficoltà, ma non è così perché i piccoli Paesi del nord credono di avere più da perdere che da guadagnare. Ragionano in termini contabili e non in termini economico e sociali.
Ue finita?
Vediamo. C’è una speranza nel fatto che ora abbiamo un’alleanza molto più forte tra Italia e Francia, due paesi che non sono marginali, sicuramente sono meno marginali di Austria e Olanda. Forse davanti al dramma umano del coronavirus la gente ragionerà in modo molto diverso, anche perché ha interesse a farlo. Non si tratta di uno shock dovuto alla cattiva gestione di un paese, è uno shock venuto dalla natura.
Gli eurobond sono diventati un simbolo dello scontro tra gli Stati europei: davvero sono uno strumento per risolvere tutti i problemi?
Sì, ovvio. Per una ragione semplice: sui bond nazionali i mercati possono speculare, possono vendere titoli italiani per comprare titoli tedeschi. Se fanno questo allora fanno crescere lo spread e mettono l’Italia in grande difficoltà. L’unico modo per impedirlo è dire: basta non avete più questa possibilità perché c’è solo un titolo di debito pubblico europeo. Si chiama eurobond. Non è possibile fare alcuna speculazione su un titolo contro un altro. E’ semplice come l’uovo di Colombo.
ANGELA MERKEL E GIUSEPPE CONTE
Cosa altro possono fare Italia e Francia insieme per sbloccare la situazione?
Possono forzare la soluzione per ottenere gli eurobond. Sarebbe un atto di coraggio dell’Europa nei confronti dei mercati. Avere un titolo unico significa che le decisioni sono prese dalla politica, se ci sono titoli diversi significa che le decisioni sono prese dai mercati. Questo è il nodo importante.
Si può ancora sperare nell’europeismo della cancelliera Merkel?
La Germania ha avuto un ruolo molto importante in questa negoziazione. Piuttosto sono i piccoli paesi del nord che hanno bloccato tutto. Merkel è debole in questa fase e infatti non ha le forze per opporsi a Macron e Conte insieme, due ragazzini.
Sta dicendo che la cancelliera potrebbe convincersi?
Sì, potrebbe convincersi. Il problema è che non si convincono i piccoli paesi del nord.
Macron ha annunciato un’iniziativa con Trump.
Se l’Europa è assente, allora si cercano altre alleanze andando a rafforzare quelle storiche, cioè con gli Stati Uniti. Perché non bisogna dimenticare velocemente che l’America ha salvato l’Europa varando un piano Marshall di rilancio massiccio. Anzi ritrovare l’asse con gli Usa sarebbe utile all’Europa e anche agli stessi Stati Uniti. Trovo la mossa di Macron molto intelligente.
Non crede che l’Italia possa invece cercare sponde in Cina o Russia?
Questo rischio c’è perché se nessuno viene in soccorso dell’Italia, l’Italia deve trovare delle alleanze: il Governo ha prima di tutto la responsabilità del suo popolo. Ma sfruttando l’alleanza rafforzata con Parigi, Roma potrebbe seguire Macron e puntare sugli Usa: allora potremmo avere un’alleanza a tre, piuttosto che a due.
Anche se alla Casa Bianca c’è Trump?
C’è Trump, ma c’è soprattutto l’America. I presidenti cambiano, i paesi no. Il potere massiccio nel mondo ancora oggi sono gli Stati Uniti. Senza di loro saremmo in una dittatura qualsiasi, forse cinese.
Che giudizio dà dell’operato del Governo italiano in questa fase e in generale delle scelte dei governi europei a livello nazionale?
Un disastro. Non do la responsabilità ai governi attuali, ma a tutti quelli che ci sono stati dall’inizio degli anni ’80, dal momento in cui l’Europa ci ha chiesto di risparmiare sui beni pubblici, sanità, scuola, università, ricerca, le infrastrutture. La responsabilità è collettiva. Queste politiche restrittive su delle cose così importanti come la sanità sono criminali. Hanno causato dei morti. Abbiamo adottato delle politiche economiche che sono criminali.
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