"PERFETTI SCONOSCIUTI" HA SCATENATO UN PERFETTO CASINO - LA VERSIONE ARABA DEL FILM DI PAOLO GENOVESE DEL 2016 È DIVENTATA UN CASO IN EGITTO, VISTO CHE PARLA DI ALCOL, GAY E ADULTERI: AL CAIRO È ARRIVATA PERSINO UN'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE - BELLA IPOCRISIA: GLI EGIZIANI SI SCANDALIZZANO PER UNA PELLICOLA MA INTANTO NELLA LORO SOCIETÀ I TRADIMENTI MASCHILI SONO TOLLERATI, LE MOLESTIE STORIA DI TUTTI I GIORNI E L'OMOSESSUALITÀ È COMUNE...

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Estratto dell'articolo di Francesca Caferri per "la Repubblica"

 

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Sin dai tempi in cui dirigeva video musicali, Nadine Labaki non è nuova alle controversie: eppure una polemica così grande da attraversare due Paesi e atterrare anche fra i banchi del Parlamento egiziano, forse neanche la regista libanese candidata all'Oscar l'aveva messa in conto.

 

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Al centro della controversia c'è la versione araba di Perfetti sconosciuti, remake dell'omonimo film di Paolo Genovese del 2016. Primo film in lingua araba per Netflix, che per questo debutto non ha risparmiato nulla, ingaggiando una superstar come Labaki e attori famosi come l'egiziana Mona Zaki.

 

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E che ha vinto la sua scommessa: disponibile dallo scorso fine settimana, la pellicola è già in cima alla classifica regionale. Ma ha anche irritato i settori più conservatori della società egiziana, innescando da una parte interrogazioni parlamentari e dall'altra la difesa del mondo creativo egiziano e libanese.

 

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Ashab wala Aa' az - il titolo arabo - di argomenti capaci di irritare ne ha parecchi: come nell'originale, è la storia di sette amici che si incontrano a cena, bevono vino e, per gioco, decidono di lasciare i cellulari sul tavolo, con l'impegno di condividere messaggi e telefonate.

 

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Un meccanismo che arriva a svelare non solo le debolezze di ciascuno, ma anche l'omosessualità di uno degli invitati e le relazioni adultere di un altro. Nonché la storia di sesso virtuale che vede come protagonista una delle mogli, senza biancheria intima per stuzzicare le fantasie del suo amante.

 

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Nel film nulla si vede, ma il semplice menzionare il fatto ha innescato la reazione del giornalista tv e parlamentare Mustafa Bakri, noto polemista, che ha presentato un'interrogazione contro la pellicola che «prende di mira valori e tradizioni della società egiziana e araba».

 

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