a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
TIMOTHY GEITHNER1 - RE GIORGIO HA UN PROBLEMA. ANZI, DUE
Le rivelazioni dell'ex ministro del Tesoro americano, Timothy Geithner, su presunte manovre ordite da "alti funzionari europei" contro Berlusconi per farlo cadere nell'autunno 2011 non sono roba per gli archivi e basta. Sono l'occasione, per l'Illustre Condannato non graziato, di prendersi "una rivincita con il Quirinale" (Messaggero, p. 8).
Oggi il Banana si fa intervistare da Alan Friedman, il giornalista inglese che con le sue rivelazioni ha accelerato la staffetta Lettanipote-Renzie, e ribadisce: "Già nel giugno del 2011, quando ancora non era scoppiato l'imbroglio dello spread, il presidente della Repubblica Napolitano riceveva Monti e Passera per scegliere i tecnici di un potenziale esecutivo e addirittura stilare il documento programmatico (...) Al G20 di Cannes, addirittura, amici e colleghi di altri Paesi mi dissero: ‘Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perché sappiamo che tra una settimana ci sarà il governo Monti" (p. 13).
Berlusconi Silvio parla anche con il Foglio di Giuliano Ferrara e sottolinea che stanno finalmente arrivando quelli che "i magistrati che mi hanno perseguitato chiamerebbero ‘riscontri' del colpo di stato" (p. 1). Il Giornale di casa completa l'opera con un titolone da ultimatum ("Fuori i complici") e definendo "inquietante" il silenzio di Napolitano.
MASSIMO D ALEMA INTERVISTATO DA ALAN FRIEDMANSi può pensare quel che si vuole della caduta del Berlusca. Al di là dei complotti, bisogna ricordare che perdeva alleati per strada, non aveva più credibilità internazionale, era più che altro celebre per le ragazze e per il fatto che si addormentava alle riunioni. Ma non è questo il punto, oggi.
Il punto è che abbiamo un leader ferito, che dopo le Europee potrebbe chiedere l'impeachment di Re Giorgio e una commissione d'inchiesta parlamentare. E potrebbe fare asse con Beppe Grillo, che va dicendo da tempo che Napolitano è il vero nemico dei Cinque Stelle. In Parlamento, i due leader anti-Napo hanno ancora numeri importanti. Se si saldano, c'è solo da allacciarsi le cinture.
MASSIMO D ALEMA INTERVISTATO DA ALAN FRIEDMAN2 - CANTIERONI E BIGLIETTINI (ED E' SUBITO "CUPOLA")
Grillo dice che l'Expo "è una rapina a cielo aperto da fermare", ma per Renzie "ce la faremo". Intanto dalle carte dell'inchiesta milanese emergono sempre nuovi particolari. Repubblica mette nel mirino Berlusconi e spara in prima: "Expo, così la cupola portava i pizzini ad Arcore e a Maroni".
Dentro, ci va ancora più pesante: "Quei pizzini a Berlusconi e Maroni. Andavamo ad Arcore ogni lunedì'. Frigerio e Rodighiero secondo i tabulati Telecom sono stati a Villa San Martino sei volte. Le celle telefoniche registrano anche una presenza della cupola al Pirellone" (pp. 2-3)
3 - TOGHE STRAPPATE
Edmondo Bruti Liberati, ad arresti eseguiti, si "vendica" del collega Robledo che lo ha denunciato al Csm e lo accusa di aver intralciato le indagini. Con la sua denuncia. Su Repubblica, "Bruti accusa Robledo. ‘Su Expo ha intralciato'. E al Csm è battaglia. Il procuratore: provvedimenti per tornare alla normalità. Ma Pomarici lo attacca: anomalie su Ruby e Sallusti" (p. 4).
Dal Corriere si scopre che c'è anche dell'altro: "Il nuovo fronte degli attriti con la Squadra Mobile. Segnalati presunti contrasti con il capo degli agenti. Il procuratore critica le scelte del suo vice: ‘Non utilizza la sezione di polizia dei pm". L'episodio chiave sarebbe quello di "quattro intercettazioni fallite in una indagine in corso su alcuni poliziotti sospettati di rubare droga".
Nell'articolo, Luigi Ferrarella racconta: "In un'indagine su agenti della Polfer, Bruti avrebbe mal tollerato la scelta di Robledo di incaricare, per le indagini su uomini di una certa forza dell'ordine, investigatori di una diversa forza dell'ordine: senza cioè sposare il tacito bon-ton istituzionale che rende ciascuna arma gelosa di fare pulizia in casa propria" (p. 5). Forse, su questo "tacito bon-ton" sarebbe il caso di aprire un dibattito.
Sandro Gozi Corrado Passera4 - TRAPPOLA GENOVESE
Con i casi Expo, Scajola e Dell'Utri che tengono banco, il voto per l'arresto del deputato piddino Francantonio Genovese diventa cruciale. Lo spiega bene la Stampa: "Il voto su Genovese spaventa il Pd. Si teme il ‘trappolone' dei grillini in una replica dei 101 traditori. I renziani sospettano i ‘compagni'. Il Pd spera nelle assenze di Forza Italia e Ncd ‘perché così servono meno voti" (p. 9). La paura di Renzi è quella di un voto che a sorpresa salvi Genovese, voto poi da mettere come una croce sulle spalle del Pd in questo finale di campagna elettorale.
5 - SOROS VUOL DIRE FIDUCIA
Mentre il governo, come al solito, tira avanti solo con il voto di fiducia (ancora sul decreto lavoro), per il Rottam'attore arriva un'altra fiducia ben più pesante. Intervistato da Repubblica, il finanziere George Soros statuisce: "C'è bisogno di riforme nei singoli Paesi, non solo nella zona euro. Renzi sembra interessato a riformare il mercato del lavoro: vedremo se riuscirà a trovare sufficiente sostegno nel suo partito. Renzi ha bisogno di consolidare il controllo sul partito..." (p. 13). Bene informato, il Soros.
6 - SUVVIA, BASTA INDISCREZIONI SUL TESORO
Come dago-anticipato il 4 maggio scorso, il ministero dell'Economia ha denunciato alla Procura di Roma di aver subito una serie di fughe di notizie. E ieri in via XX Settembre sono arrivati i militi. "Fuga di notizie all'Economia. I finanzieri cercano la ‘talpa'. Tre funzionari inquisiti, diffusa a ottobre la bozza del Def. Nel 2013 la bozza del documento di economia e finanza finì su giornali e tv" (Corriere, p. 11). "Vittima" di notizie fuori dal suo controllo sarebbe stato Gelatina Saccomanni. Ma da ultimo, in occasione del decreto sugli 80 euro, anche il successore Padoan.
7 - TELECOM-MEDIA
"Telecom delude la Borsa. Risale l'indebitamento, fatturato giù dell'11,9%. Nel trimestre utile netto in calo del 39%" (Repubblica, p. 24). "Recchi non è indipendente' e Telecom inciampa nei conti. Il presidente: autonomo dai soci, ma pesano le deleghe ricevute" (Stampa, p. 25).
Poi passa la redazione economica del Corriere delle banche e mette tutto a posto con un titolo-capolavoro: "Telecom Italia, profitti a 222 milioni nel primo trimestre" (p. 27).
8 - LA BATTAGLIA DI VIA SOLFERINO
Vittorio Feltri entra con il consueto coraggio nella battaglia per la direzione del Corriere ("Caccia all'uomo al Corriere", p. 5), partendo dalla convinzione che la stagione di De Bortoli "è giunta al capolinea". Riferisce che Mario Calabresi "non sia più papabile : piace ancora alla Fiat e al suo giovin presidente John Elkann, ma a rendere la sua candidatura improbabile sarebbero i risultati modesti da lui ottenuti al quotidiano di Torino".
Poi spiffera che su Aldo Cazzullo, che piacerebbe ad alcuni azionisti, vi sono perplessità "perché non ha mai ricoperto responsabilità redazionali". Quindi si dedica a Roberto Napoletano, direttore del Sole, e qui fa notare che a Milano piace "ma non è riuscito a sistemare i conti del Sole". Poi è il turno di Giulio Anselmi, che però è "troppo un professionista", mentre gli azionisti hanno bisogno di gente "malleabile". E alla fine la provocazione di Feltri: ripeschiamo Paolo Mieli, il più abile di tutti.
g cannes MERKEL SARKOZY BEPPE GRILLO DAL TRENO9 - A COSA SERVONO I GIORNALI
"Micheli dà l'addio a Intesa Sanpaolo", titola la Stampa, che sotto ci mette una bella foto del Micheli sbagliato, ovvero il finanziere milanese con la passione per la musica. A fianco si scopre che l'Università dell'Indiana di Kokomo ha dato un dottorato a Marpionne (p. 26). Quanto ci manca un John Belushi che entra in aula magna cantando "Ho visto la luce".
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