Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”
Città bombardate in continuazione con depositi di carburante in fiamme e civili che fuggono. Anche i russi sanno che queste cose stanno accadendo. Ma non a Kiev o Mariupol o Harkiv. No, le città sotto il fuoco nemico sono quelle delle due repubbliche separatiste del Donbass, Luhansk (Lugansk in russo) e Donetsk.
E i proiettili sono tirati dall'esercito regolare ucraino e dai battaglioni di estremisti neonazisti. I soldati russi mandati oltrefrontiera poi sono impegnati in operazioni umanitarie mentre alcune unità «speciali» colpiscono con armi estremamente precise solo le installazioni militari in mano agli estremisti guidati dal «fascista drogato» Vladimir (in ucraino è Volodymyr) Zelensky che siede illegalmente sulla poltrona di presidente.
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Dall'Italia mi sono trasferito virtualmente in un mondo parallelo e ho passato tutta la giornata sui siti dei media russi, tv, giornali che raccontano tutta un'altra storia. Un mondo alla rovescia, si potrebbe dire. Dove quelli che quasi tutto il pianeta considera vittime sono aggressori e gli invasori diventano buoni samaritani. Dove ciò che viene riferito da centinaia di giornalisti internazionali e mostrato da immagini filmate sono solo colossali bufale.
Fake, come hanno imparato a dire i russi di fronte a qualsiasi notizia che non vada bene al signore del Cremlino. Una realtà alternativa talmente radicata che una buona parte degli 11 milioni di russi che hanno parenti in Ucraina non credono ai loro cari quando questi raccontano delle distruzioni, dei profughi e delle vittime. Fin dalla prima mattina tv e siti iniziano a martellare con le notizie che vengono dall'«Operazione militare speciale».
volodymyr zelensky e vladimir putin 3
Chiamarla guerra è vietato e una nuova legge punisce chi diffonde questo tipo di notizie con pene detentive che arrivano fino a 15 anni. Il primo canale nazionale tv, visto in tutto il Paese, si astiene rigorosamente dal dare notizia di quello che accade realmente a Kiev. Nessuna immagine dei bombardamenti, della gente che arriva alla frontiera con la Polonia, la Romania, la Moldova. Di un possibile distacco della Russia dalla rete internet mondiale se ne parla solo per la smentita del governo, riportata dalla Tass.
LE COLPE RIBALTATE
Ampio spazio invece a un comunicato del ministero della Difesa: «I nazionalisti hanno minato il reattore dell'impianto sperimentale nucleare nell'Istituto di fisica a Kharkiv e i guerriglieri del battaglione Azov intendono far esplodere il reattore e accusare le forze armate russe». Un altro telegiornale, Vesti, più tardi racconta di come un convoglio russo stia portando viveri e altri rifornimenti a Chernobyl dove la centrale è sotto attento controllo «dopo che il governo di Kiev ha dichiarato di voler sviluppare l'arma nucleare».
Alle 7,30 del mattino il primo canale apre con le notizie dal fronte che non si chiama fronte. A Luhansk «i vigili del fuoco stanno tentando di spegnere l'incendio a un deposito di benzina colpito da cannonate dell'esercito ucraino».
Poco dopo le 8 arriva la notizia che Putin ha annunciato la tregua per permettere l'uso dei corridoi umanitari. «Ma nei giorni scorsi l'uscita dei civili è stata impedita dai nazionalisti che li vogliono usare come scudi umani», spiega la tv Rossiya 24 . Più tardi il telegiornale Segodnya della rete Ntv ha le testimonianze di alcuni profughi. Pavel, scappato in auto con moglie e figli dice che quelli del battaglione Azov hanno sparato contro il veicolo. «Siamo vivi per miracolo».
video fake sulla guerra in ucraina su tik tok 2
A tutte le ore i tg martellano coi racconti degli eroismi di militari russi. «Il sergente Shatokhin, ferito gravemente perché col suo corpo ha protetto il comandante»; «il colonnello Shustov, colpito alla testa è riuscito comunque a mettere in salvo i suoi di fronte a forze ucraine molto superiori».
L'«ASSEDIO UCRAINO»
I profughi ci sono ma scappano dagli ucraini e si rifugiano in Russia. Sono già 160 mila, alcuni feriti dentro Mariupol dalle cannonate dell'esercito di Kiev. Alle 15 il tg del secondo canale tv dedica ampio spazio ai proiettili lanciati su Donetsk dagli ucraini, con 35 case danneggiate. Poi il funerale di un comandante indipendentista.
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«È morto per farci uscire da questo inferno», dice di fronte alle telecamere una donna in lacrime. Alle 18 il primo canale apre con un'altra notizia-bomba: trenta laboratori sparsi in tutta l'Ucraina lavoravano ad armi biologiche su incarico degli americani. Il comandante delle truppe di protezione biologica russe ha poi aggiunto: «Documenti che abbiamo in mano confermano che il ministero della Sanità ha dato l'ordine di distruggere tutto, peste, brucellosi, antrace, eccetera».
Quando Valentina Kremyr ha tentato di raccontare alla sorella che vive a Perm in Russia quello che accade veramente a Kiev non è stata creduta. Al New York Times ha ripetuto la risposta di Lyubov: «Nessuno bombarda Kiev. Invece stai attenta ai nazisti contro i quali combatté nostro padre».
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