RENZI CON IL BANANA “NON FARÀ MAI UN GOVERNO”. MA VUOLE FARCI LE RIFORME, E SILVIO MANDA VERDINI A BLINDARE LA LEGGE ELETTORALE

Berlusconi in pieno Renzi-style torna a Milano col treno, e manda il suo Denis a chiudere la partita: “Dentro e fuori il Pd faranno di tutto per far saltare l’accordo, da quella parte è in corso una brutale resa dei conti” - Silvio cambia l’assetto del partito, ma sarà la Triade con Verdini e Toti a decidere le candidature (e Fitto rosica sempre più)…

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Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

VIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONIVIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONI

Blindare la legge elettorale, non lasciare nulla al caso, nemmeno gli emendamenti che col voto segreto rischiano di esplodere come mine. Silvio Berlusconi dà mandato pieno a Denis Verdini per chiudere la partita e il luogotenente è partito alla volta di Firenze coi fascicoli in valigia. Incontrerà Matteo Renzi (con cui i contatti telefonici non si sono mai interrotti) proprio in questo week end decisivo che precede la settimana delle votazioni in aula sulla riforma.

«Vedrete che faranno di tutto per far saltare l'accordo, dentro e fuori il Pd, da quella parte è in corso una brutale resa dei conti» è l'avvertimento lanciato dal Cavaliere ai suoi prima di lasciare anche lui Roma in serata. Una messa in guardia, riferimento esplicito agli emendamenti sul conflitto di interessi che già Sel e altre forze del centrosinistra hanno piazzato sotto il tavolo della trattativa per essere discussi e votati (con scrutinio segreto) da martedì.

Berlusconi stringe la mano a Denis Verdini coordinatore del PDLBerlusconi stringe la mano a Denis Verdini coordinatore del PDL

Berlusconi ha tutto l'interesse a chiudere la partita e lucrare consensi dal raggiungimento dell'obiettivo. Verdini ha mani libere anche per un accordo più ampio sulle riforme costituzionali, a cominciare dalla trasformazione del Senato.

Ma un passo alla volta. Intanto c'è tutta la partita interna al Pd alla quale Forza Italia guarda con molto interesse. Il leader non vuole sbilanciarsi, ma dall'eventuale avvicendamento Letta-Renzi si sente comunque chiamato in causa. «Se succede davvero, allora cambia tutto lo scenario», va ripetendo. Ieri mattina è rimasto parecchio male quando il segretario ha twittato il suo "no" a un ritorno all'alleanza con Forza Italia. Berlusconi lascia trascorrere 40 minuti appena e diffonde una nota con cui smentisce le ricostruzioni giornalistiche di quasi tutti i quotidiani (compresi quelli di area) che gli attribuiscono la disponibilità a sostenere, addirittura entrare in un governo Renzi.

GIOVANNI TOTI A PORTA A PORTAGIOVANNI TOTI A PORTA A PORTA

«Forza Italia e Pd sono e restano diversi e alternativi » tiene a sottolienare la portavoce Deborah Bergamini. Ma è cautela, quella dell'ex premier: deve tenersi fuori dal dibattito in attesa di capire cosa accada alla direzione di Largo del Nazareno del 20 febbraio.
Intanto, in pieno "Renzi style", il Cavaliere lascia Roma per Milano alle 19 sul Frecciarossa. Solo che con Francesca Pascale, il cane Dudù e la numerosa scorta (come rivelava Dagospia) avrebbe pure tentato di riservarsi un'intera carrozza, invano, dovendosi infine arrendere a una inusuale convivenza con altri passeggeri.

Palazzo Grazioli lo lascia tuttavia non prima di aver sganciato un'altra serie di nomine che fa saltare i nervi alla vecchia guardia forzista. Pressavano da mesi perché il capo nominasse l'Ufficio di presidenza dei 36. Lui invece dà vita a sorpresa a quel comitato politico ristretto temuto da tanti. Si tratta della Commissione per le candidature e il programma per le Europee, sulla carta. Presieduto dallo stesso Berlusconi, ne fanno parte giusto Giovanni Toti e Denis Verdini e i capigruppo alla Camera (Brunetta), al Senato (Romani) e al Parlamento europeo (Raffaele Baldassarre, per altro uomo di Fitto).

fitto berlusconifitto berlusconi

Ma è la struttura - la triade Berlusconi, Toti e Verdini - che gestirà di fatto il passaggio più delicato dei prossimi mesi: la selezione delle candidature. E a seguire, il resto. Tutti gli altri fuori. Sul partito è calato il gelo. Fitto, che già due giorni fa rinunciato in polemica a una nomina, parlerà oggi dalla Puglia.

Toti a Matrix se la cava con una battuta su una sua foto da inviato di guerra. Problemi interni? «Visto il fuoco di contrasto, l'esperienza con il carro armato e i giubbotti antiproiettili un po' in Forza Italia mi serve» scherza. Berlusconi invece tornerà oggi a telefonare a due club di Brescia e Alghero. Proprio in Sardegna promette di tornare in settimana per la chiusura della campagna di Cappellacci.

 

 

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