Antonio Padellaro per il “Fatto quotidiano”
Assai scarso in tutti gli sport che ho fatto finta di praticare, mi appassiona la classifica degli ultimi, quella in particolare tra Matteo Renzi e Carlo Calenda. Personalmente faccio un tifo sfegatato per il leader di Azione, ma non vorrei che l' uomo di Italia Viva, la leggenda umana che perse il 40 per cento per conquistare il 4, ambisca a collezionare il definitivo tracollo, quello di maglia nera della politica italiana.
Trofeo che nel Giro d' Italia degli anni 20 ebbe un assoluto protagonista in Luigi Malabrocca, e un degno rivale in Sante Carollo. Stando alle cronache dell' epoca la spensierata coppia ricorreva a qualsiasi sotterfugio per farsi staccare irrimediabilmente dal gruppo. Si nascondevano nei bar, o sotto i ponti, o semplicemente danneggiavano la propria bici ficcando dei chiodi nelle camere d' aria. Malabrocca, che si fermava spesso a parlare con i fan durante la pausa caffè, che poi si trasformava in un lungo pranzo, fu persino sorpreso a pescare nel Ticino.
Ebbene, con la sua ultima intervista a Repubblica, là dove accusa il governo Conte di "calpestare la Costituzione", temiamo fortemente che il Malabrocca di Rignano abbia sferrato un colpo decisivo al Carollo dei Parioli. Che, infatti, 0,1 dopo 0,1 adesso rischia perfino di raggiungerlo e superarlo, come del resto ha già fatto Sinistra Italiana, e si appresta a fare "Più Europa".
Detto che "Cambiamo!" del ligure Giovanni Toti concorre solo per il collegio di Albissola Marina, a questo punto Renzi potrebbe mettere al sicuro la sua libidine di sconfitta, per esempio sciogliendo Iv dentro la sigla "Altri".
Che, come si sa, chiude ogni sondaggio raggruppando tutti coloro che non hanno la benché minima idea di ciò di cui si sta parlando. Che è poi esattamente il suo manifesto politico.
MATTEO RENZI E CARLO CALENDA COME AL BANO E ROMINA CARLO CALENDA MATTEO RENZI calenda renzi