1.IL PD INGAGGIA I VOLTI STORICI PCI E LA MINISTRA RICORDERÀ IOTTI
Al.T. per il “Corriere della Sera”
I partigiani. Enrico Berlinguer, Pietro Ingrao, Umberto Terracini. E Nilde Iotti. Fa discutere il ricorso a citazioni e discorsi di episodi e leader storici della sinistra nella prossima battaglia referendaria. Il ministro Maria Elena Boschi, dopo la polemica sui partigiani («Quelli veri voteranno sì», aveva detto), il 2 giugno sarà a Piombino per un' iniziativa sul referendum che muoverà da un discorso che Nilde Iotti fece nella stessa città il 9 settembre del 1979.
Parole con le quali l' ex presidente della Camera contestava «l' assurdo bicameralismo perfetto». Facile prevedere un' altra polemica sull'«uso strumentale» dei padri (e madri) della sinistra, arruolati per il referendum. Bianca Berlinguer ha scritto al Corriere per contestare l' associazione, fatta dall' Unità , tra il monocameralismo del padre e il referendum costituzionale.
Ieri è stato il turno di Celeste Ingrao, figlia di Pietro, che in un post scrive: «Gira da ieri su Facebook una foto di papà con appiccicato sopra un grosso Sì e il simbolo del Pd, prendendo a pretesto frasi pronunciate in tutt' altro contesto e avendo in mente tutt' altra riforma.
Non so chi siano gli ultras renziani che hanno avuto questa brillante idea. Mi viene però da dirgli che se, come si usa dire ora, bisogna metterci la faccia, ci mettessero la loro e quella dei loro ispiratori».
Alessia Rotta, responsabile comunicazione dem, in un' intervista all' Huffington Post , risponde così: «Quel manifesto non è un nostro poster ufficiale. Ma Ingrao non appartiene solo alla sua famiglia. Che diremmo se i figli di Che Guevara non permettessero di usare le parole del padre?».
2.BERLINGUER E INGRAO LE FIGLIE CONTRO RENZI: GIÙ LE MANI DA PAPÀ
Fabrizio de Feo per “Il Giornale”
Nella disperata ricerca di testimonial per il Sì al referendum istituzionale il Pd di Matteo Renzi si allarga un po' e scomoda simboli e storia del Partito comunista. Avviene così che il premier tiri in ballo Enrico Berlinguer - «anche lui voleva una Camera sola» - omettendo di aggiungere che il ddl Boschi non abolisce affatto il Senato e che il segretario del Pci ragionava in un quadro rigidamente proporzionalista.
Un' uscita che fa seguito alla querelle accesa da Maria Elena Boschi sui «veri partigiani» che voterebbero Sì (anche se nel congresso dell' Anpi ci sono stati 300 No alla riforma e tre astensioni). A chiudere il cerchio delle frasi estrapolate e adattate alla bisogna arrivano anche due manifesti con il logo dem recanti uno una foto di Pietro Ingrao, l' altro di Nilde Iotti con loro frasi contrarie al bicameralismo.
La responsabile comunicazione Pd Alessia Rotta precisa che i poster non sono ufficiali ma probabilmente creati da militanti. Questo, però, ovviamente non basta a stemperare il fuoco della polemica.
Le risposte più pesanti arrivano dalle figlie di Berlinguer e Ingrao. Bianca Berlinguer, direttrice del Tg3 dal 2009, scrive una lettera al Corriere della Sera (intervenendo sulla materia familiare «per la seconda volta in oltre 30 anni») in cui sostanzialmente chiede di non tirare per la giacchetta suo padre e soprattutto di coglierne la «lezione di libertà».
Libertà di pensiero e di espressione che a suo dire dovrebbe essere applicata anche da l' Unità nei confronti dell' editorialista Massimo Franchi ai cui danni è stato aperto un provvedimento disciplinare per alcuni tweet critici verso il renzismo. «La sua colpa è un tweet di apprezzamento dell' azione politica di mio padre: Propugnare che Berlinguer sbagliasse su Eurocomunismo e questione morale e che invece dovesse allearsi con Craxi è molto renziano».
Franchi spiega la Berlinguer, viene messo sotto accusa anche per un secondo tweet: «Abbassando sempre di più la soglia gramsciana dell' intransigenza si ritrovarono in compagnia di revisionisti, faccendieri, piduisti. Ma siamo di sinistra, rispondono».
Un invito più diretto a non strumentalizzare le parole del padre arriva da Celeste Ingrao.
«Si prendono a pretesto frasi pronunciate da mio padre in tutt' altro contesto e avendo in mente tutt' altra riforma. Non so chi siano gli ultras renziani che hanno avuto questa brillante idea. Se bisogna metterci la faccia ci mettessero la loro e quella dei loro ispiratori». All' Huffington Post aggiunge di aver pensato di querelare gli autori del manifesto.
Il Pd, spiega ancora, «dimentica di citare il resto della proposta del Pci di allora: sopprimere il Senato ma eleggere i deputati alla Camera con il proporzionale per garantire piena rappresentanza al popolo. Questa parte viene completamente dimenticata e, anzi, stravolta perché nella riforma entra anche l' Italicum». Duro il giudizio anche di Maria Luisa Boccia, nipote del leader Pci: «Il Pd di Renzi usa in modo cinico e strumentale la sua immagine e le sue parole».