1 - AUTOSTRADE IL GOVERNO RINVIA MA TRAMONTA L'IPOTESI REVOCA
Alberto Gentili per “il Messaggero”
Niente da fare. Il governo e la maggioranza rosso-gialla restano incagliati nello scoglio della concessione di Autostrade per l'Italia (Aspi). Il vertice di ben tre ore fra Giuseppe Conte, i ministri Paola De Micheli (Infrastrutture), Roberto Gualtieri (Economia ) e i capi delegazione di Pd, M5S, Leu e Italia viva, doveva essere risolutivo dopo mesi e mesi di rinvii e l'ultimatum del segretario dem Nicola Zingaretti. Invece ha portato a una nuova fumata nera. All'ennesimo rinvio anche se si parla di «clima costruttivo».
giuseppe conte paola de micheli
«DECISIONE A GIORNI»
Il lungo summit è però servito a restringere il campo delle scelte. Tolta dal tavolo l'opzione di rinnovare la concessione ad Aspi, controllata da Atlantia, restano in campo la revoca tout court caldeggiata dai 5Stelle e l'ipotesi di mantenere la concessione ad Atlantia.. Ma con un taglio delle tariffe e la perdita della quota di controllo dei Benetton in Aspi, che scenderebbe al 30-40% grazie all'ingresso nel capitale di Cassa depositi e prestiti (Cdp) del fondo F2i e di vari fondi previdenziali.
Una soluzione gradita «per senso di realismo» al Pd, Italia viva, Leu. E anche a Conte che, per evitare di incendiare il confronto con i grillini, si mantiene però ancora su una linea mediana e ha rinviato la decisione a un nuovo vertice nei prossimi giorni «che sarà decisivo», fanno sapere in serata da palazzo Chigi.
roberto tomasi autostrade per l'italia
La riunione sul destino di Autostrade è iniziata con l'esposizione da parte del premier dello stato dell'arte sul nodo della concessione. Subito dopo il capo delegazione 5Stelle, Alfonso Bonafede, ha chiesto un approfondimento su diversi punti alla De Micheli. La ministra alle Infrastrutture e Trasporti ha illustrato il suo ormai famoso dossier, partendo dalle «forti criticità» e «dalla totale insufficienza» della gestione del precedente ad di Atlantia Giovanni Castellucci sul fronte della manutenzione della rete autostradale. Ma spiegando anche che con il nuovo ad Roberto Tomasi la situazione «è radicalmente cambiata in meglio».
luciano benetton renato ravanelli 1
Poi la De Micheli ha illustrato i rischi della revoca della concessione. Il primo è un contenzioso legale dai tempi lunghi e dall'esito incerto. Con il pericolo di dover pagare ad Atlantia un forte indennizzo. E con due grossi problemi: una volta decisa la revoca servirebbe una gara europea di 4-5 anni e nel frattempo la rete autostradale andrebbe affidata a un'altra società che, nell'incertezza del futuro, non potrebbe fare investimenti e garantire adeguata manutenzione. In più, e su questo hanno battuto anche la renziana Maria Elena Boschi e Roberto Speranza di Leu, ci sarebbe la possibilità concreta che la rete autostradale italiana finisca in mani straniere e restino senza lavori i 13mila dipendenti del settore.
Scartata per «mancanza di agibilità politica», come riferisce uno dei partecipanti, l'opzione di rivedere la concessione e di lasciarla nelle mani di Aspi, l'attenzione di Conte & C. si è appuntata sull'ipotesi di rinnovare la concessione alla società controllata da Atlantia. A condizione però di una riduzione del 5% dei pedaggi, di un corposo piano di investimenti e di passo indietro dei Benetton, ritenuti dai i grillini i colpevoli del crollo del ponte Morandi nell'agosto del 2018. Ma come riferisce più di un partecipante, «non si è entrati nel dettaglio, siamo rimasti alle chiacchiere».
salini conte de micheli ponte genova crollo ponte morandi genova foto lapresse
Eppure, come anticipato dal Messaggero, il progetto del cambio azionario in Aspi è ben avviato. Il fondo F2i guidato da Renato Ravanelli ha già coinvolto alcuni dei suoi principali investitori, a cominciare da Cdp, e alcuni fondi pensione con lo scopo di dare vita a una newco che potrebbe acquisire una quota pari al 60-70% del capitale della società attualmente posseduta al 100% da Atlantia, che appare disposta ad andare in minoranza come conferma Edizione, la holding azionista di maggioranza relativa di Atlantia, «in presenza di un progetto industriale di crescita e sviluppo che sia però a favore di tutti gli stakeholder, azionisti inclusi, e con partner internazionali».
Inoltre, a dispetto dal muro alzato nel vertice di Bonafede, i grillini cominciano a valutare questa ipotesi in quanto avrebbero comunque incassato lo scalpo della famiglia Benetton. A riprova arrivano le parole del viceministro M5S alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri: «Renzi ha detto che è una follia revocare la concessione ad Autostrade? Posizione legittima quanto la mia che invece dico di farlo. Ma siamo in un governo fatto anche da altre forze politiche. Dobbiamo fare l'uno un passo verso l'altro». Sciolto il nodo della concessione, sarà poi il ministro Gualtieri a istruire la pratica per concedere le garanzie statali ad Aspi per il prestito da 1,2 miliardi.
2 - BENETTON, UN PASSO INDIETRO PER SALVARE LA CONCESSIONE
Vittoria Puledda per “la Repubblica”
GIANNI MION 1 genova ponte morandi
Il tempo delle scelte - forse - si avvicina. Per la famiglia Benetton, azionista di riferimento di Atlantia e quindi della controllata Aspi, il male maggiore è la revoca della concessione. Per evitarla, la famiglia potrebbe vedere come male minore un ritiro - magari parziale - dalla scena. Dalla controllata operativa titolare della concessione, Aspi, ma se non è escluso che stia pensando di compiere un passo indietro anche al piano di sopra, quello di Atlantia. A quanto pare anche dalle parti di Ponzano Veneto in questa fase tira aria di pragmatismo, per salvare il salvabile. Dopo gli errori commessi e i 43 morti del ponte di Genova, difficili da dimenticare.
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
Una parte della soluzione potrebbe essere fare un passo indietro, senza scomparire. «Edizione ed i suoi azionisti hanno sempre avuto un atteggiamento senza preconcetti - spiega Gianni Mion, presidente di Edizione, la holding di gruppo - siamo sempre stati disponibili anche alla diluizione, in presenza di partner credibili e con accordi per la realizzazione di progetti di sviluppo, nell' interesse delle aziende e di tutti gli stakeholder, azionisti inclusi. Questo vale a maggior ragione per Aspi e per Atlantia».
Il focus del ragionamento potrebbe partire proprio da Atlantia, la società quotata in cui i Benetton sono il singolo maggior azionista, con il 30,25%, con un' operazione di aggregazione in una logica industriale. A quel punto la quota di Edizione si ridurrebbe all' interno di una realtà più grande, magari presente nel settore delle infrastrutture intese in senso lato, non necessariamente nel campo dei trasporti. Diluendosi sopra, di conseguenza anche la presa della famiglia Benetton su Aspi scenderebbe.
Oppure, cosa forse più semplice da realizzare in tempi brevi, c' è l' ipotesi principale, quella che vede l' ingresso di un nuovo socio in Aspi. È possibile che a Ponzano Veneto vedano più di buon occhio il fondo F2i, ma è probabile che se la soluzione adottata sarà questa, anche Cdp sarà della partita per rilevare una parte - preponderante - di Aspi. Centrale, dal punto di vista dei Benetton, è che Aspi - e Atlantia di conseguenza - torni in condizioni normali di accesso al credito. E per questo bisogna aspettare che si sciolga il nodo concessioni.
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA