L’ATTACCO DEL MINISTRO DELL’INTERNO FRANCESE DARMANIN A GIORGIA MELONI (“GOVERNO DI ESTREMA DESTRA SCELTO DAGLI AMICI DELLA SIGNORA LE PEN”) E’ UNA MOSSA DI MACRON PER RISOLVERE LE SUE GRANE INTERNE CON MARINE LE PEN - MA CI SONO IN BALLO MOLTE PARTITE: PARIGI NON AMA IL MOVIMENTISMO DI ROMA IN AFRICA, DAL PIANO MATTEI SULL’ENERGIA AI RAPPORTI CON HAFTAR IN LIBIA - E POI IL TOYBOY DELL’ELISEO VUOLE AZZOPPARE IL PIANO DI GIORGIA MELONI CIOE’ LA SALDATURA TRA PPE E CONSERVATORI CHE RIDIMENSIONEREBBE IL TRADIZINALE ASSE FRANCO-TEDESCO…

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

GERALD DARMANIN GERALD DARMANIN

È una guerriglia che divide Roma e Parigi, ma si combatte anche sul terreno libico. Si nutre di imboscate, colpi bassi, informazioni di intelligence. Italia contro Francia. Con al centro il generale Khalifa Belqasim Haftar, il padrone della Cirenaica. Decisivo per bloccare i flussi migratori e fornire ossigeno a un governo – quello italiano – sempre più in difficoltà a causa dell’aumento vertiginoso degli sbarchi. Ecco la ricostruzione di cosa c’è dietro alla crisi diplomatica di queste ore. […]

 

EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI

[…] negli ultimi dodici mesi sono arrivati in Italia 140 mila migranti. Ma a preoccupare è la curva, che non smette mai di salire e rischia di superare il muro dei 200mila. Da gennaio sono infatti sbarcati in Italia 42.405 persone, quasi il 300 per cento in più rispetto allo scorso anno (quando erano 11.226). La presidente del Consiglio non può permettersi queste cifre. Ci sono i sondaggi, le promesse elettorali, la concorrenza spietata di Matteo Salvini. Convoca l’intelligence, attiva la Farnesina.

 

GERALD DARMANIN EMMANUEL MACRON GERALD DARMANIN EMMANUEL MACRON

Con un obiettivo: incontrare Haftar. Trattare con lui. La ragione è chiara: proprio il controllo della Cirenaica è fondamentale per contenere i flussi. Lo è perché i porti di quella regione sono un nuovo punto di partenza per i barconi diretti in Italia. Lo è perché negli ultimi mesi qualcosa, per via del Sudan, è cambiato nell’equilibrio internazionale.

 

Ed è proprio la situazione nel paese centrafricano a spingere Meloni a incontrare Haftar il prima possibile: il generale sta svolgendo un ruolo cruciale, di sponda con la Russia […]

emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola

Ricevere il generale, però, non è facile. È il 28 gennaio 2023. Meloni vola a Tripoli, assieme a Tajani. Ha in programma due incontri cruciali: il primo con il capo del governo di unità nazionale libico, Abdelhamid Dabaiba, il secondo proprio con il generale. L’idea è raggiungere Bengasi, ma all’ultimo la visita nel quartier generale di Haftar salta. Secondo fonti di altissimo livello italiane, pesa anche un veto francese. Che impedisce al leader della Cirenaica di ritrovarsi con Meloni.

 

E siamo all’incontro di ieri. A palazzo Chigi, la presidente del Consiglio chiede ad Haftar di attivarsi per bloccare le partenze. In cambio, l’Italia deve impegnarsi concretamente per il leader della Cirenaica. Risorse economiche, proventi energetici. La Francia non gradisce. E […] decide l’immediata ritorsione. […] Darmanin pronuncia parole pesantissime contro la premier.

emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi

 

[…] per sopire le tensioni, le diplomazie lavoravano a un faccia a faccia tra Meloni e Macron. Da mesi. L’idea era una cena all’Eliseo. […] Adesso Meloni ha scelto di congelare tutto. Il Quirinale […] non ha in programma di intervenire. Ma […] il conflitto potrebbe allargarsi. […] i francesi soffrono la scelta italiana di investire sull’Africa con il piano Mattei. Senza trascurare il capitolo della Tunisia, fondamentale sul fronte migratorio (che però non può prescindere dalla mediazione francese).

Gerald Darmanin Gerald Darmanin

 

C’è però chi, dall’altra parte, imputa al protagonismo della Meloni un rischio contrario: Haftar è troppo vicino a Putin per poter essere considerato oggi un interlocutore affidabile. Se lo ripetono spesso i leader Ue. E lo sostengono anche gli Stati Uniti. Le ragioni della politica […] sono più divisive dell’eventuale convergenza d’interesse su alcuni punti cruciali.

 

La tesi italiana è che Macron utilizzi lo scontro con Meloni per ragioni interne. La stessa premier, avvertita delle dichiarazioni del ministro francese, ha subito notato un passaggio: quello dedicato a un «governo di estrema destra scelto dagli amici della signora Le Pen». Secondo Meloni, il Presidente francese non intende normalizzare i rapporti con Roma perché significherebbe sdoganare anche la leader del Rassemblement National. «È in difficoltà in patria, per questo mi attacca».

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

 

Questa lettura non tiene però in considerazione un altro dato fondamentale: Parigi può influenzare non poco l’iter del Pnrr italiano e condizionare le decisioni europee sul Patto di stabilità. Sono dossier fondamentali, su cui vivono o inciampano i governi. Su cui Meloni si gioca moltissimo. E che potrebbero influenzare anche la prossima campagna per le Europee. È per allora che è fissata la resa dei conti. Macron vuole impedire la saldatura tra Ppe e Conservatori, che spiacerebbe ai liberali e ridimensionerebbe il ticket franco-tedesco. La guerriglia, insomma, è destinata a durare.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...