L’ULTIMO CHIODO SULLA TOMBA DEL PARTITO DEMOCRATICO: “IL PD DI ELLY SI È SARDINIZZATO” – IL REPORTAGE DEL "FOGLIO" DALLA FESTA DEM DI RAVENNA TRA RANE FRITTE E LA "SARDINA IN CHIEF" MATTIA SANTORI CHE SI ATTEGGIA A PICCOLO CHE GUEVARA AL RAGU' (“LA NOSTRA IMPRESA NEL 2019 FU EPICA, POI È FINITA MALE”) – I VECCHI COMPAGNI ROMAGNOLI VEDONO ELLY COME UNA ALIENA E IL SUO “TORTELLO MAGICO” VIENE DEFINITO UN’ACCOLITA DI “GRUPPETTARI” SETTARI E MALFIDATI. VELENI SU CALENDA (“E’ DI DESTRA”) E RENZI: “E’ UN PROVOCATORE, MA DOVE VA ALLE EUROPEE?”. E SULLA GUERRA IN UCRAINA…

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Simone Canettieri per “Il Foglio” - Estratto

 

schlein festa unità ravenna schlein festa unità ravenna

I piatti forti della serata sono rane fritte (ma anche al sugo) e sardine. Nel senso di Mattia Santori, piccolo Che Guevara sotto le Due Torri, ora consigliere comunale, iscritto al Pd e con i famosi riccioli diventati d’argento, qua e là. “La nostra impresa nel 2019 fu epica, poi è finita male, ma il Pd di Elly è sardinizzato”, dice con un sorriso sincero.

 

Lei, la Schlein non c’è, è a Parigi in mini tour fra Ustica e Socialisti francesi. Tornerà oggi alla Festa dell’Unità per accogliere, assieme ad Andrea Orlando, Yolanda Díaz Pèrez, già ministra del Lavoro e leader di Sumar, il soggetto politico incaricato di mettere insieme le varie sigle della sinistra spagnola, che sostiene il governo di Pedro Sánchez. “La Festa? Pensavamo peggio, anche se non c’è paragone con qualche anno fa: gli stand occupavano il doppio dello spazio di oggi”,

 

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schlein chiara valerio schlein chiara valerio

Il comunista romagnolo, quello alla Maurizio Ferrini, ancora fatica a capire il fenomeno Elly. E’ come se ci fossero due partiti nel partito, non ostili fra di loro, ma non ancora amalgamati. Ilva Fiori, da Lugo, sostiene la segretaria per una questione di rottura. E la vorrebbe convincere a smetterla di appoggiare l’Ucraina: “Putin è un fascista, ma pure quell’altro…”. Il nuovo Pd sa di essere sott’osservazione: non c’è stata solo la sostituzione di un gruppo dirigente con un altro.

 

Sempre da rapido sondaggio esce fuori un altro dato abbastanza curioso: Matteo Renzi sta sul gozzo a tutti. Più di Giorgia Meloni. Tra gli stand, fra le mitiche cuoche che dispensano cappelletti al ragù, tutti ce l’hanno con l’ex segretario. Ma ne commentano comunque le scelte politiche con la curiosità degli ex fidanzati che non ti perdonano. “E’ un provocatore, ma dove va alle europee?”. 

 

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La famosa estate militante sta per finire e alla fine nessuno ha capito bene quale sia stata la conquista portata a casa dal Nazareno. Forse la battaglia sul salario minimo, cavallo scippato al M5s di Giuseppe Conte. Anche l’avvocato del Popolo passerà da qui. Anche se lo staff della leader non gli ha dato l’onore di confrontarsi con Elly, ma al contrario lo farà dialogare con Bonaccini.

 

Piccole perfidie, anche perché Conte in queste circostanze funziona, piace a chi ha i capelli bianchi. Le regole d’ingaggio sono state preparate in maniera certosina. Il partito che vorrebbe fare la festa alla destra alla fine non l’ha invitata. “Ma come no! Dove venire Calenda, ma alla fine ci ha dato buca”.

 

bonaccini schlein bonaccini schlein

Ma Calenda non è di destra. “Questo lo dice lei”, scherza ancora l’addetto alla sicurezza di questo presepe della sinistra: stand Anpi, Cgil, quattro ristoranti molto rinomati, diverse sale per i dibattiti, libreria militante abbastanza spaziosa e fornita. E comunque nessuno esponente del centrodestra è stato invitato. E tutto questo, oltre a essere forse un’occasione sprecata, è sicuramente una chiusura da piccolo mondo antico. “Stiamo portando una nuova cultura tra i nostri iscritti e militanti. E comunque cerchiamo di stare al passo coi tempi: il Covid ha cambiato tutto. A partire dalla partecipazione”, dice Marwa Mahmoud, in segreteria nazionale con la delega alla scuola politica.

 

mattia santori mattia santori

La fila è per le rane fritte, una ghiottoneria che non si trova spesso. Santori, l’ex capo delle sardine, dice che insomma il Pd sta cambiando e che la sua esperienza ha contribuito ad accelerare questo processo. Sembra di stare alle prese con una Cosa 2. Da una parte ci sono i militanti, quelli che non votarono Schlein, dall’altra c’è tutto il gruppo parlamentare che non l’ha scelta e in mezzo c’è il nuovo gruppo di testa che chiamano “gruppettari” in quanto sono abbastanza settari e malfidati. Tortello magico, certo.

 

“A volte abbiamo ancora la percezione di avere tutti contro, ci manca la terra sotto i piedi: la nostra è stata una mezza rivoluzione”, dice ancora Mahmoud che è anche consigliera comunale a Reggio Emilia, città che sogni di amministrare con la fascia tricolore. Da Roma sono venuti a dare manforte i dipendenti del nazionale, del Nazareno, quelli che adesso rischiano di rimanere per strada. “Confidiamo anche nel nostro salario minimo”.

 

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